Riguardano la ricostruzione degli insediamenti produttivi in Emilia Romagna e l'adozione delle informazioni supplementari previste dal Codice antimafia
Il Comitato di Coordinamento per l'Alta Sorveglianza delle Grandi Opere (CCASGO) ha adottato, nella seduta dello scorso 19 dicembre, due nuovi atti di indirizzo.
Il primo riguarda l’attività di controllo
sugli interventi per la ricostruzione degli insediamenti produttivi nei
territori interessati dagli eventi sismici di maggio 2012 nelle
provincie dell'Emilia Romagna, il secondo è relativo all'adozione delle
cosiddette informazioni supplementari atipiche
anche alla luce dell’adozione del primo correttivo al Codice Antimafia
(D. Lgs. 15 novembre 2012 n. 218, pubblicato nella G.U.R.I. del 13
dicembre 2012.
Le due linee guida sono in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Le due linee guida sono in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Linee guida di indirizzo generale
Il documento antimafia approvato dal CCASGO nell’ambito degli interventi previsti nel Programma delle Infrastrutture Strategiche (PIS), contiene prescrizioni in tema di strumenti di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni mafiose, vincolanti per le amministrazioni aggiudicatrici, per l’impresa aggiudicataria e per tutti gli operatori economici della filiera che intervengono a qualunque titolo nella realizzazione dell’opera pubblica.Il CCASGO ha dedicato una prima direttiva all’attività di monitoraggio antimafia, linee-guida anno 2005, ossia un atto di indirizzo a cui uniformare le diverse fasi di verifica e i conseguenti accertamenti.
In questo documento sono fornite le indicazioni che, nel settore dei controlli antimafia hanno rappresentano un primo rilevante elemento di novità.
Con la direttiva 2005 si focalizza l’attenzione sul contesto ambientale in cui è previsto che debba essere realizzata l’opera. Questo dato appare importante perché qualifica l’attività dei Prefetti e delle Forze di polizia, rappresentate nei Gruppi Interforze delle Prefetture-UTG, in questa sede viene effettuata una tempestiva analisi preventiva dei rischi, con riguardo all’ambito di incidenza territoriale della nuova infrastruttura.
E’ in questa fase che viene a emergere la possibilità di svolgere un ruolo incisivo di salvaguardia del tessuto economico locale che può essere minacciato da manovre intrusive della criminalità organizzata, interessata a volgere a proprio vantaggio ogni opportunità di guadagno.
L’altro elemento di novità regolamentato dalle linee-guida 2005, nel sistema di verifica antimafia delle Grandi Opere, è rappresentato dalla possibilità di eseguire accessi ispettivi presso i cantieri. Sul tema degli accessi e accertamenti nei cantieri è, successivamente, intervenuto il D.P.R. 2 agosto 2010, n. 150. Il Prefetto sulla base delle motivate proposte del Gruppo Interforze, dispone l’accesso sui cantieri e stabilisce quali seguiti debbano essere dati ai risultati conseguiti in sede di accesso.
Lo strumento ispettivo viene, in particolare, utilizzato nella fase di realizzazione dell’opera che presenta punti di vulnerabilità mafiosa.
Il quadro delle competenze del Comitato di Coordinamento è stato poi ampliato a seguito dell’entrata in vigore della legislazione d’urgenza per l’Abruzzo, per Milano EXPO 2015 e per il piano Carceri (rispettivamente art. 16 del d.l. 39/2009, convertito dalla legge 77 /2009; art. 3-quinquies del d.l. 135/2009, convertito dalla legge 166/200, e l’art. 17-quater del d.l. 195/2009, convertito dalla legge 26/2010).
Le disposizioni prevedono che i controlli antimafia sui contratti, subappalti e subcontratti per lavori, servizi e forniture, inerenti, rispettivamente, alla realizzazione degli interventi di ricostruzione in Abruzzo a seguito del sisma del 6 aprile 2009, alle opere e agli interventi connessi allo svolgimento dell’EXPO Milano 2015, nonché all’esecuzione del programma di interventi per la realizzazioni di istituti penitenziari, sono altresì effettuati con l’osservanza delle linee-guida indicate dal Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Grandi Opere, anche in deroga a quanto previsto dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 giugno 1998, n.252.
I fondamentali dell’azione del monitoraggio antimafia, elaborate nel tempo dal Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle Grandi Opere, sono stati recepiti dal CIPE, con deliberazione 3 agosto 2011, n.58, pubblicata sulla GURI del 4 gennaio 2012, n.3, avente per titolo “Approvazione linee guida per la stipula di accordi in materia di sicurezza e lotta antimafia ex art. 176, comma 3, lett e), del d.lgs. n. 163/2006 e s.m.i.”
Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere
In considerazione della rilevanza che il mercato degli appalti pubblici riveste, specie nel settore delle infrastrutture degli insediamenti produttivi strategici, ricompresi nel Programma Infrastrutture Strategiche, di cui alla legge 21 dicembre 2001, n.443 (c.d. legge obiettivo), il Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Grandi Opere assicura l’attuazione delle disposizioni e delle misure contenute nel d.m. 14 marzo 2003, per l’espletamento delle attività in tema di prevenzione dell'infiltrazioni delle organizzazioni criminali.Il quadro delle competenze del Comitato di Coordinamento è stato poi ampliato a seguito dell’entrata in vigore della legislazione d’urgenza per l’Abruzzo e per Milano EXPO 2015 e il piano Carceri (art. 16 del d.l. 39/2009, convertito dalla legge 77 /2009; art. 3-quinquies del d.l. 135/2009, convertito dalla legge 166/200, e l’art. 17-quater del d.l. 195/2009, convertito dalla legge 26/2010).
Le disposizioni richiamate prevedono che i controlli antimafia sui contratti, subappalti e subcontratti per lavori, servizi e forniture, inerenti, rispettivamente, alla realizzazione degli interventi di ricostruzione in Abruzzo a seguito del sisma del 6 aprile 2009, alle opere e agli interventi connessi allo svolgimento dell’EXPO Milano 2015, nonché all’esecuzione del programma di interventi per la realizzazioni di istituti penitenziari, sono altresì effettuati con l’osservanza delle linee-guida indicate dal Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Grandi Opere, anche in deroga a quanto previsto dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 giugno 1998, n.252.
Il sistema di monitoraggio antimafia nel settore delle Grandi Opere, come delineato dal decreto ministeriale 14 marzo 2003, è strutturato in forma di rete, in ragione della particolare complessità ed estensione territoriale del nostro Paese, è risulta incardinato sui seguenti significativi nodi.
A livello centrale il Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle Grandi Opere, ove è assicurata la presenza dei rappresentanti delle amministrazioni maggiormente coinvolte nella materia specifica; in particolare ne fanno parte:
il Ministero dell’Interno-Gabinetto del Ministro;
il Ministero dell’Interno-Direzione Investigativa Antimafia, costituita per i coordinamento delle attività informative e investigative nella lotta contro la criminalità organizzata;
il Ministero dell’Interno-Dipartimento della pubblica Sicurezza-Direzione Centrale Polizia Criminale, Servizio Analisi Criminale;
la Presidenza del Consiglio dei Ministri–Dipartimento per la Programmazione e il coordinamento della politica economica (DIPE);
la Direzione Nazionale Antimafia, organo di coordinamento delle indagini nei procedimenti per reati di criminalità organizzata;
il Ministero delle Infrastrutture, che ha competenze primarie in materia di lavori pubblici;
il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per gli aspetti connessi alle attività di contrasto al fenomeno del riciclaggio;
l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, autorità amministrativa indipendente che svolge nell’ampio settore funzioni di vigilanza e presso la quale opera l’Osservatorio nazionale dei lavori pubblici;
A livello periferico operano le Prefetture-Uffici Territoriali del Governo e i Gruppi Interforze, costituiti con il d.m. 14 marzo 2003.
Si tratta di pool provinciali coordinanti da un Vice-Prefetto e composti da rappresentati delle Forze di polizia territoriali, da un esponente del Centro operativo D.I.A., competente per territorio, da rappresentanti dell’Amministrazione periferica dei lavori pubblici e del lavoro e dalla previdenza sociale (questi ultimi, in particolare, per il contrasto al fenomeno del “lavoro nero” e per la sicurezza sui luoghi di lavoro, aspetti, entrambi, rivelatori di una possibile ingerenza criminale soprattutto nei contesti territoriali a legalità debole ).
I Gruppi Interforze provinciali sono in collegamento con il Comitato di Coordinamento e costituiscono anche tra di essi una rete, nel senso che si scambiano informazioni e dati inerenti alle infrastrutture pubbliche ricadenti nei rispettivi ambiti di competenza territoriale.
I Gruppi Interforze, oltre a fornire un supporto informativo e di analisi al Prefetto assicurano un costante ritorno informativo al Comitato di Coordinamento per l'alta sorveglianza delle Grandi Opere, e rappresentano l’interfaccia operativo della Direzione Investigativa Antimafia.
La D.I.A. -che ha un suo preciso mandato per le attività antimafia attinenti agli appalti pubblici e per questo ha sviluppato negli anni un elevato know-how nel settore- ha realizzato e gestisce a livello centrale l’Osservatorio centrale degli appalti (OCAP), sistema telematico destinato a raccogliere i dati e le informazioni acquisiti dai Gruppi Interforze in sede di accesso ispettivo presso i cantieri pubblici.
Questa forma di penetrante controllo, appositamente introdotta dal d. m. 14 marzo 2003, per le verifiche antimafia nel settore delle Grandi Opere, rappresenta uno strumento di indubbia utilità ed ha ricadute assai interessanti sia per la gestione amministrativa dei dati, sia in funzione di sviluppi di carattere più propriamente investigativi.
Oltre quanto disposto dalla legge obiettivo “Programma Infrastrutture Strategiche di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443,” l’art. 176 del decreto legislativo 163/2006, Codice dei contratti pubblici, stabilisce che sulla base delle proposte del Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Grandi Opere saranno articolati gli schemi di Protocolli di legalità destinati al settore delle Grandi Opere e che dovranno includere anche il monitoraggio dei flussi finanziari dell’intera filiera dei soggetti partecipanti alla realizzazione di interventi (dalla Stazione appaltante, al Contraente generale, al soggetto appaltatore ai sub-appaltatori e fornitori).
0 Commenti