Dall'Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri (Aigo) 6 consigli contro gli eccessi a tavola.
MILANO, 20 Dicembre 2012 - È bene evitare l'alimentazione eccessiva e sbilanciata, frequente nelle festività natalizie. Meglio recuperare e tutelare la tradizione culinaria italiana. È questo l'invito che arriva dall'Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri (Aigo), che propone sei raccomandazioni per gustare i piaceri della tavola senza arrecare danni alla salute.
Il primo consiglio è di controllare il proprio peso ogni mattina a digiuno, sulla stessa bilancia, per verificare che rimanga stabile nel tempo. Poi, avere una dieta bilanciata con 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, composta per 55% da carboidrati, 15% da proteine, 25-30% da grassi, e 10% da grassi saturi. Ridurre il più possibile il consumo di prodotti con oli di cocco o di palma, grassi idrogenati o oli vegetali (biscotti, prodotti da forno tipo grissini o crackers, prodotti di pasticceria, brioche), in quanto tali grassi inducono l'aumento dei lipidi nel sangue, e sostituirli con prodotti nella cui composizione è dichiarato l'olio di oliva, o con prodotti fatti in casa, o farinacei semplici (pane fresco). Altra indicazione è quella di ridurre il più possibile bibite zuccherate ed alimenti con elevato contenuto di zuccheri a rapido assorbimento (snacks, brioche), e limitare l'alcol a 1-2 bicchieri di vino al giorno. Quindi, fare attività fisica regolare (almeno 3-5 volte alla settimana). Infine, scegliere bene i cibi da mettere sulla tavola di Natale, fare brindisi con moderazione e, dopo la festa, fare lunghe passeggiate.
E... parliamo ancora di Medicina e Salute:
SALUTE: CELIACHIA IN AUMENTO, COLPISCE 1% POPOLAZIONE MA SOLO 21% CASI DIAGNOSTICATI; PROBLEMA PURE IN PAESI EMERGENTI.
È in continuo aumento a livello mondiale e colpisce l'1% della popolazione, ma solo il 21% dei casi è diagnosticato; colpisce per lo più le donne, con una prevalenza di 1,5-2 volte rispetto agli uomini e con il 10-15% dei familiari di primo grado affetti dalla stessa patologia. A scattare la fotografia della celiachia, malattia caratterizzata da un'estrema sensibilità al glutine contenuto nei cereali, è uno studio del New England Journal of Medicine. Il problema, si legge nello studio, si sta allargando anche ai Paesi emergenti, come ad esempio Cina e India, dove i regimi alimentari stanno velocemente subendo un occidentalizzazione«. L'aumento di prevalenza della celiachia è in parte giustificato da una maggiore conoscenza medica e da migliori strumenti diagnostici. »Il mondo del senza glutine è in continua espansione - dichiara il prof. Alessio Fasano, direttore del Centro per la Ricerca sulla Celiachia (Cfrc) dell'università del Maryland di Baltimora, che ha firmato la ricerca -. Celebrità ed esperti sono molto interessati alle diete senza glutine, ma tutta questa attenzione ha generato una crescita della confusione su chi può consumare glutine in modo sicuro e chi non può«. »Era quindi nostra intenzione - spiega il prof. Carlo Catassi, co-direttore del centro e secondo autore della ricerca - fare luce sulle più recenti scoperte«. I principali sintomi della celiachia, per uno su due malati, sono diarrea cronica e perdita di peso. Se non diagnosticata e curata bene, questa patologia può portare allo sviluppo di altre patologie, tra le quali la principale è il diabete di tipo I, ma anche a osteoporosi, infertilità e danni neurologici. Il trattamento per la celiachia consiste in un'adesione rigorosa ad una dieta senza glutine.
STAMINALI: 'RIPROGRAMMATÈ CURANO MALATTIA NEURODEGENERATIVA CORREGGONO AMIOTROFIA,OBIETTIVO ANCHE CURA SLA;SUPPORTO TELETHON.
Cellule staminali riprogrammate in laboratorio si sono dimostrate capaci di 'correggerè una grave malattia neurodegenerativa, l'amiotrofia spinale, in un modello animale di malattia. Ma l'obiettivo è arrivare all'applicazione sull'uomo e alla cura di altre patologie simili, come la Sla. Questo passo significativo è stato compiuto nei laboratori del Centro Dino Ferrari, che unisce i ricercatori della Università degli Studi di Milano e della Fondazione Cà Granda Policlinico di Milano. I ricercatori sono riusciti a correggere in laboratorio delle cellule staminali ricavate da alcuni pazienti colpiti da atrofia muscolare spinale (Sma): queste cellule, differenziate in motoneuroni (cioè, proprio quelle cellule danneggiate nella Sma) sono state impiantate in un modello animale della malattia e ne hanno migliorato i sintomi. I risultati dello studio - supportato da Telethon - sono appena stati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine. Il gruppo di ricerca, che comprende anche scienziati del laboratorio di genetica e bioinformatica dell'IRCCS Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco), si è concentrato sulle cosiddette cellule staminali pluripotenti indotte, la cui recente scoperta è valsa il Premio Nobel per la medicina 2012 a Shinya Yamanaka. L'obiettivo era «riparare» in laboratorio il difetto genetico causato dalla malattia del paziente: per farlo, i ricercatori hanno aggirato il problema del gene difettoso, modificando un altro gene simile. La Sma, che porta ad una progressiva paralisi muscolare e derivata da una mutazione del gene Smn1, è la prima causa genetica di mortalità in età infantile e la prevalenza dei portatori sani nella popolazione è di 1/40. Attualmente non ci sono terapie efficaci. Esiste però nel Dna umano un altro gene molto simile a Smn1, chiamato SMN2. I ricercatori, quindi, hanno modificato il gene SMN2 contenuto nelle cellule staminali per farlo funzionare come un gene SMN1 sano. Questo studio, commentano i responsabili della ricerca, «dimostra la fattibilità del generare cellule staminali paziente-specifiche e di ottenere cellule altamente differenziate come i motoneuroni che siano anche geneticamente corrette. Si aprono così nuove possibilità terapeutiche non solo per la Sma, ma anche per altre malattie neurodegenerative simili, come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla)».
TRAPIANTI: IN SVIZZERA PRIMO AL MONDO DI FEGATO CON RICOSTRUZIONE CUORE. OPERATA A ZURIGO GIOVANE CON TUMORE CAUSATO DA VERME PARASSITA.
Un cancro di 10 centimetri di diametro, provocato da un verme parassita, le aveva attaccato il fegato, la vena cava e parte del diaframma dell'atrio destro del cuore. Ma la giovane, una ragazza di 22 anni, è stata salvata grazie a un intervento senza precedenti eseguito da un team di chirurghi dell'ospedale universitario di Zurigo. L'èquipe ha realizzato in prima mondiale un trapianto di fegato combinato con la resezione e la ricostruzione di una parte del tessuto cardiaco, annuncia il nosocomio elvetico. Un'infezione da Echinococcus multilocularis, che causa manifestazioni piuttosto diffuse in Svizzera - spiega l'ospedale di Zurigo - ha causato il tumore diagnosticato lo scorso aprile alla giovane donna. I tessuti danneggiati sono stati asportati e sostituiti con quelli ottenuti a partire dai vasi sanguigni di un donatore. In una seconda sala operatoria, invece, un altro gruppo di chirurghi ha prelevato una parte del fegato della sorella della paziente, che è stato in seguito trapiantato alla paziente stessa. L'operazione, di cui viene data notizia oggi, è stata eseguita a fine settembre; è durata 11 ore e vi hanno partecipato 20 specialisti. La giovane si è ripresa bene e si trova ora in convalescenza. «Potrà condurre una vita senza restrizioni», assicura Pierre-Alain Clavien, direttore della Clinica di chirurgia viscerale e dei trapianti dell'ospedale di Zurigo.
TUMORI: FONDAZIONE MELANOMA, NO A MARATONE DI SOLE ANCHE IN VACANZA SU SCI. CON I COMICI DI 'MADE IN SUD' IL CALENDARIO 2013 DELLA PREVENZIONE.
Occhio alle 'maratonè di sole nei pochi giorni di vacanza anche d'inverno. In settimana bianca, se l'esposizione è intensa e la pelle non adeguatamente protetta, si rischiano eritemi solari e progressivi gravi danni alla cute, che possono degenerare in un tumore particolarmente aggressivo, il melanoma. Ogni anno in Italia si registrano 7.000 nuove diagnosi (700 in Campania) e 1.500 decessi. «È necessario proteggere non solo la pelle, ma anche gli occhi - raccomanda Paolo Ascierto, presidente della Fondazione melanoma - La neve infatti è in grado di riflettere i raggi solari fino all'80% in più, una percentuale quattro volte superiore rispetto alla sabbia. La prevenzione non può andare in vacanza e deve accompagnarci ogni giorno dell'anno». Per questo la Fondazione porta nelle case degli italiani le regole fondamentali per proteggersi dal sole con l'ironia dei comici di 'Made in Sud', che hanno prestato la loro immagine per la realizzazione del calendario 2013, presentato oggi a Napoli. I più a rischio, infatti, non sono i maestri di sci o chi svolge un lavoro all'aperto. «La categoria professionale che negli ultimi anni ha fatto registrare il maggior numero di nuove diagnosi - continua Ascierto - è rappresentata dai cosiddetti colletti bianchi, come impiegati, funzionari, negozianti, che trascorrono tutta la settimana al chiuso negli uffici. Queste persone infatti si espongono al sole per troppe ore, spesso senza protezione e solo in alcuni periodi dell'anno, ad esempio durante la settimana di ferie se, nonostante la crisi, riescono a permettersela. Il sorriso degli artisti di 'Made in Sud' ci permetterà di raggiungere il maggior numero di cittadini, in particolare i più giovani». L'età dei malati si sta abbassando progressivamente. Dieci anni fa i giovani rappresentavano solo il 5% dei casi e il melanoma riguardava soprattutto persone al di sopra dei 50 anni. Oggi il 20% delle nuove diagnosi interessa pazienti tra i 15 e i 39 anni. Il calendario, reso possibile con il supporto di Roche e scaricabile dal sito www.fondazionemelanoma.org, contiene in ogni mese i fumetti con le raccomandazioni su come proteggersi dal sole, realizzati dalla Scuola italiana di Comix. Sarà distribuito da domani con il settimanale 'Grazià. «Chi ha più di 100 nei e chi ha occhi e capelli chiari corrono un rischio maggiore del 10% di essere colpiti dalla malattia - sottolinea Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento melanoma, tessuti molli, muscolo-scheletrico e testa-collo dell'Istituto Pascale di Napoli - La corretta informazione è fondamentale per sensibilizzare i cittadini».
MILANO, 20 Dicembre 2012 - È bene evitare l'alimentazione eccessiva e sbilanciata, frequente nelle festività natalizie. Meglio recuperare e tutelare la tradizione culinaria italiana. È questo l'invito che arriva dall'Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri (Aigo), che propone sei raccomandazioni per gustare i piaceri della tavola senza arrecare danni alla salute.
Il primo consiglio è di controllare il proprio peso ogni mattina a digiuno, sulla stessa bilancia, per verificare che rimanga stabile nel tempo. Poi, avere una dieta bilanciata con 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, composta per 55% da carboidrati, 15% da proteine, 25-30% da grassi, e 10% da grassi saturi. Ridurre il più possibile il consumo di prodotti con oli di cocco o di palma, grassi idrogenati o oli vegetali (biscotti, prodotti da forno tipo grissini o crackers, prodotti di pasticceria, brioche), in quanto tali grassi inducono l'aumento dei lipidi nel sangue, e sostituirli con prodotti nella cui composizione è dichiarato l'olio di oliva, o con prodotti fatti in casa, o farinacei semplici (pane fresco). Altra indicazione è quella di ridurre il più possibile bibite zuccherate ed alimenti con elevato contenuto di zuccheri a rapido assorbimento (snacks, brioche), e limitare l'alcol a 1-2 bicchieri di vino al giorno. Quindi, fare attività fisica regolare (almeno 3-5 volte alla settimana). Infine, scegliere bene i cibi da mettere sulla tavola di Natale, fare brindisi con moderazione e, dopo la festa, fare lunghe passeggiate.
E... parliamo ancora di Medicina e Salute:
SALUTE: CELIACHIA IN AUMENTO, COLPISCE 1% POPOLAZIONE MA SOLO 21% CASI DIAGNOSTICATI; PROBLEMA PURE IN PAESI EMERGENTI.
È in continuo aumento a livello mondiale e colpisce l'1% della popolazione, ma solo il 21% dei casi è diagnosticato; colpisce per lo più le donne, con una prevalenza di 1,5-2 volte rispetto agli uomini e con il 10-15% dei familiari di primo grado affetti dalla stessa patologia. A scattare la fotografia della celiachia, malattia caratterizzata da un'estrema sensibilità al glutine contenuto nei cereali, è uno studio del New England Journal of Medicine. Il problema, si legge nello studio, si sta allargando anche ai Paesi emergenti, come ad esempio Cina e India, dove i regimi alimentari stanno velocemente subendo un occidentalizzazione«. L'aumento di prevalenza della celiachia è in parte giustificato da una maggiore conoscenza medica e da migliori strumenti diagnostici. »Il mondo del senza glutine è in continua espansione - dichiara il prof. Alessio Fasano, direttore del Centro per la Ricerca sulla Celiachia (Cfrc) dell'università del Maryland di Baltimora, che ha firmato la ricerca -. Celebrità ed esperti sono molto interessati alle diete senza glutine, ma tutta questa attenzione ha generato una crescita della confusione su chi può consumare glutine in modo sicuro e chi non può«. »Era quindi nostra intenzione - spiega il prof. Carlo Catassi, co-direttore del centro e secondo autore della ricerca - fare luce sulle più recenti scoperte«. I principali sintomi della celiachia, per uno su due malati, sono diarrea cronica e perdita di peso. Se non diagnosticata e curata bene, questa patologia può portare allo sviluppo di altre patologie, tra le quali la principale è il diabete di tipo I, ma anche a osteoporosi, infertilità e danni neurologici. Il trattamento per la celiachia consiste in un'adesione rigorosa ad una dieta senza glutine.
STAMINALI: 'RIPROGRAMMATÈ CURANO MALATTIA NEURODEGENERATIVA CORREGGONO AMIOTROFIA,OBIETTIVO ANCHE CURA SLA;SUPPORTO TELETHON.
Cellule staminali riprogrammate in laboratorio si sono dimostrate capaci di 'correggerè una grave malattia neurodegenerativa, l'amiotrofia spinale, in un modello animale di malattia. Ma l'obiettivo è arrivare all'applicazione sull'uomo e alla cura di altre patologie simili, come la Sla. Questo passo significativo è stato compiuto nei laboratori del Centro Dino Ferrari, che unisce i ricercatori della Università degli Studi di Milano e della Fondazione Cà Granda Policlinico di Milano. I ricercatori sono riusciti a correggere in laboratorio delle cellule staminali ricavate da alcuni pazienti colpiti da atrofia muscolare spinale (Sma): queste cellule, differenziate in motoneuroni (cioè, proprio quelle cellule danneggiate nella Sma) sono state impiantate in un modello animale della malattia e ne hanno migliorato i sintomi. I risultati dello studio - supportato da Telethon - sono appena stati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine. Il gruppo di ricerca, che comprende anche scienziati del laboratorio di genetica e bioinformatica dell'IRCCS Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco), si è concentrato sulle cosiddette cellule staminali pluripotenti indotte, la cui recente scoperta è valsa il Premio Nobel per la medicina 2012 a Shinya Yamanaka. L'obiettivo era «riparare» in laboratorio il difetto genetico causato dalla malattia del paziente: per farlo, i ricercatori hanno aggirato il problema del gene difettoso, modificando un altro gene simile. La Sma, che porta ad una progressiva paralisi muscolare e derivata da una mutazione del gene Smn1, è la prima causa genetica di mortalità in età infantile e la prevalenza dei portatori sani nella popolazione è di 1/40. Attualmente non ci sono terapie efficaci. Esiste però nel Dna umano un altro gene molto simile a Smn1, chiamato SMN2. I ricercatori, quindi, hanno modificato il gene SMN2 contenuto nelle cellule staminali per farlo funzionare come un gene SMN1 sano. Questo studio, commentano i responsabili della ricerca, «dimostra la fattibilità del generare cellule staminali paziente-specifiche e di ottenere cellule altamente differenziate come i motoneuroni che siano anche geneticamente corrette. Si aprono così nuove possibilità terapeutiche non solo per la Sma, ma anche per altre malattie neurodegenerative simili, come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla)».
TRAPIANTI: IN SVIZZERA PRIMO AL MONDO DI FEGATO CON RICOSTRUZIONE CUORE. OPERATA A ZURIGO GIOVANE CON TUMORE CAUSATO DA VERME PARASSITA.
Un cancro di 10 centimetri di diametro, provocato da un verme parassita, le aveva attaccato il fegato, la vena cava e parte del diaframma dell'atrio destro del cuore. Ma la giovane, una ragazza di 22 anni, è stata salvata grazie a un intervento senza precedenti eseguito da un team di chirurghi dell'ospedale universitario di Zurigo. L'èquipe ha realizzato in prima mondiale un trapianto di fegato combinato con la resezione e la ricostruzione di una parte del tessuto cardiaco, annuncia il nosocomio elvetico. Un'infezione da Echinococcus multilocularis, che causa manifestazioni piuttosto diffuse in Svizzera - spiega l'ospedale di Zurigo - ha causato il tumore diagnosticato lo scorso aprile alla giovane donna. I tessuti danneggiati sono stati asportati e sostituiti con quelli ottenuti a partire dai vasi sanguigni di un donatore. In una seconda sala operatoria, invece, un altro gruppo di chirurghi ha prelevato una parte del fegato della sorella della paziente, che è stato in seguito trapiantato alla paziente stessa. L'operazione, di cui viene data notizia oggi, è stata eseguita a fine settembre; è durata 11 ore e vi hanno partecipato 20 specialisti. La giovane si è ripresa bene e si trova ora in convalescenza. «Potrà condurre una vita senza restrizioni», assicura Pierre-Alain Clavien, direttore della Clinica di chirurgia viscerale e dei trapianti dell'ospedale di Zurigo.
TUMORI: FONDAZIONE MELANOMA, NO A MARATONE DI SOLE ANCHE IN VACANZA SU SCI. CON I COMICI DI 'MADE IN SUD' IL CALENDARIO 2013 DELLA PREVENZIONE.
Occhio alle 'maratonè di sole nei pochi giorni di vacanza anche d'inverno. In settimana bianca, se l'esposizione è intensa e la pelle non adeguatamente protetta, si rischiano eritemi solari e progressivi gravi danni alla cute, che possono degenerare in un tumore particolarmente aggressivo, il melanoma. Ogni anno in Italia si registrano 7.000 nuove diagnosi (700 in Campania) e 1.500 decessi. «È necessario proteggere non solo la pelle, ma anche gli occhi - raccomanda Paolo Ascierto, presidente della Fondazione melanoma - La neve infatti è in grado di riflettere i raggi solari fino all'80% in più, una percentuale quattro volte superiore rispetto alla sabbia. La prevenzione non può andare in vacanza e deve accompagnarci ogni giorno dell'anno». Per questo la Fondazione porta nelle case degli italiani le regole fondamentali per proteggersi dal sole con l'ironia dei comici di 'Made in Sud', che hanno prestato la loro immagine per la realizzazione del calendario 2013, presentato oggi a Napoli. I più a rischio, infatti, non sono i maestri di sci o chi svolge un lavoro all'aperto. «La categoria professionale che negli ultimi anni ha fatto registrare il maggior numero di nuove diagnosi - continua Ascierto - è rappresentata dai cosiddetti colletti bianchi, come impiegati, funzionari, negozianti, che trascorrono tutta la settimana al chiuso negli uffici. Queste persone infatti si espongono al sole per troppe ore, spesso senza protezione e solo in alcuni periodi dell'anno, ad esempio durante la settimana di ferie se, nonostante la crisi, riescono a permettersela. Il sorriso degli artisti di 'Made in Sud' ci permetterà di raggiungere il maggior numero di cittadini, in particolare i più giovani». L'età dei malati si sta abbassando progressivamente. Dieci anni fa i giovani rappresentavano solo il 5% dei casi e il melanoma riguardava soprattutto persone al di sopra dei 50 anni. Oggi il 20% delle nuove diagnosi interessa pazienti tra i 15 e i 39 anni. Il calendario, reso possibile con il supporto di Roche e scaricabile dal sito www.fondazionemelanoma.org, contiene in ogni mese i fumetti con le raccomandazioni su come proteggersi dal sole, realizzati dalla Scuola italiana di Comix. Sarà distribuito da domani con il settimanale 'Grazià. «Chi ha più di 100 nei e chi ha occhi e capelli chiari corrono un rischio maggiore del 10% di essere colpiti dalla malattia - sottolinea Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento melanoma, tessuti molli, muscolo-scheletrico e testa-collo dell'Istituto Pascale di Napoli - La corretta informazione è fondamentale per sensibilizzare i cittadini».
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