Berlusconi ha staccato la spina al governo
Monti. L’uomo non è fesso e, aldilà delle letture piagnucolanti e ipocrite di
pretini di campagna prestati al giornalismo come Massimo Franco, ha giocato
d’astuzia. La situazione politica italiana è molto complicata ma, ragionando
razionalmente, non è impossibile individuare il filo sottile che lega e spiega
alcuni eventi apparentemente improvvisi. Per questioni di chiarezza espositiva
è utile analizzare la situazione sia sotto il profilo oggettivo che, non di meno,
tentando contestualmente di immaginare la riflessione psicologica interna di
alcuni protagonisti odierni come il redivivo Berlusconi. Partiamo dai dati di
fatto: il governo Monti è espressione dell’ala peggiore, schiavista e
oligarchica della massoneria reazionaria che governa questo mostro di Unione
Europea.
Con la scusa dell’altalena dello spread, manipolata sapientemente al fine di tenere sotto pressione i governi democraticamente eletti, i tecno-nazisti al potere hanno impresso nell’ultimo anno una accelerazione decisiva nella direzione del definitivo trionfo di un progetto barbarico, sintetizzabile nell’immagine che profetizza il rischio di una imminente “cinesizzazione dell’Europa”. Monti è l’emissario dell’eurocupola per l’Italia così come ieri Papademos lo era per la Grecia. L’ultimo anno di governo Monti è stato un disastro per il Paese. La disoccupazione aumenta, la povertà dilaga, il welfare è sotto attacco, i salari da fame e la produttività in caduta libera. Di fronte a questa tragica fotografia della realtà così per come è per davvero, i cantori di regime contrappongono la favoletta della credibilità riconquistata in Europa grazie al prestigioso Monti. Tutte le principali forze parlamentari presenti in Parlamento si sono piegate al volere della massoneria reazionaria che intende ridisegnare la società in senso neo-feudale utilizzando strumenti di politica economica sintetizzabili nei concetti di “rigore” e “austerità”. Alcuni lo hanno fatto per grigiore, conformismo e stupidità (leggi Bersani), altri perché non resistono alla tentazione di leccare sempre e comunque il deretano dei più forti (leggi Casini). Poi c’è il caso di Silvio Berlusconi che, evidentemente, non rientra in nessuna delle due categorie precedentemente evocate.
Berlusconi è un mercante di assoluto pregio, geniale e spregiudicato, capace di recitare con rara disinvoltura tutte le parti in commedia pur di ricavarne un risultato personale e materiale. L’uomo, lontanissimo da qualsiasi suggestione ideale, confonde il suo interesse privato con quello generale. Lo scorso anno, pressato da alcuni potentati internazionali che evidentemente ben conosce, Berlusconi decise di appoggiare l’esperimento Monti trattando probabilmente le condizioni di una resa condizionata (clicca per leggere http://www.huffingtonpost.it/2012/10/27/berlusconi-monti-mediaset_n_2031038.html). Dopo la recente condanna per evasione fiscale (clicca per leggere http://www.repubblica.it/politica/2012/10/26/news/mediaset_berlusconi_condannato-45374682/), l’ex promotore delle “cene eleganti” di Arcore ha cominciato a cambiare registro. Non sentendosi più garantito, Berlusconi ha deciso di far saltare il tavolo.
Una mossa tutto sommato obbligata per un uomo con molti interessi da difendere nonché a capo di un sistema di potere, mediatico e politico, ancora in grado di pesare molto nel panorama nazionale. A Berlusconi del Paese non gliene frega niente. Minaccia la guerra per strappare armistizi vantaggiosi. Questa volta non sarà per nulla facile, però, trovare la strada del compromesso di sistema buono per tutti. Da un lato aumenta la consapevolezza della pubblica opinione circa le vere dinamiche di annientamento sociale ed economico spacciate per “risanamento”; dall’altro gli euro-schiavisti conservano ancora una netta supremazia tattica e strategica nei luoghi chiave dove si decidono le sorti del Vecchio Continente.
Il momento è molto delicato. Non a caso il massone reazionario pidiellino Franco Frattini sente il bisogno di prendere platealmente le distanze dalle ultime scelte di Silvio Berlusconi. In tutto questo Bersani rischia di trovarsi spiazzato. Costretto dalla contingenza, e ad un metro dall’arrivo, ad apparire preso la pubblica opinione come l’ultimo ridicolo giapponese attestato su una linea di difesa ad oltranza dell’odiato montismo. A pensarci bene, questo è l’unico schema che può portare Bersani ad una sconfitta rovinosa oggi neppure ipotizzata.
Francesco Toscano
Con la scusa dell’altalena dello spread, manipolata sapientemente al fine di tenere sotto pressione i governi democraticamente eletti, i tecno-nazisti al potere hanno impresso nell’ultimo anno una accelerazione decisiva nella direzione del definitivo trionfo di un progetto barbarico, sintetizzabile nell’immagine che profetizza il rischio di una imminente “cinesizzazione dell’Europa”. Monti è l’emissario dell’eurocupola per l’Italia così come ieri Papademos lo era per la Grecia. L’ultimo anno di governo Monti è stato un disastro per il Paese. La disoccupazione aumenta, la povertà dilaga, il welfare è sotto attacco, i salari da fame e la produttività in caduta libera. Di fronte a questa tragica fotografia della realtà così per come è per davvero, i cantori di regime contrappongono la favoletta della credibilità riconquistata in Europa grazie al prestigioso Monti. Tutte le principali forze parlamentari presenti in Parlamento si sono piegate al volere della massoneria reazionaria che intende ridisegnare la società in senso neo-feudale utilizzando strumenti di politica economica sintetizzabili nei concetti di “rigore” e “austerità”. Alcuni lo hanno fatto per grigiore, conformismo e stupidità (leggi Bersani), altri perché non resistono alla tentazione di leccare sempre e comunque il deretano dei più forti (leggi Casini). Poi c’è il caso di Silvio Berlusconi che, evidentemente, non rientra in nessuna delle due categorie precedentemente evocate.
Berlusconi è un mercante di assoluto pregio, geniale e spregiudicato, capace di recitare con rara disinvoltura tutte le parti in commedia pur di ricavarne un risultato personale e materiale. L’uomo, lontanissimo da qualsiasi suggestione ideale, confonde il suo interesse privato con quello generale. Lo scorso anno, pressato da alcuni potentati internazionali che evidentemente ben conosce, Berlusconi decise di appoggiare l’esperimento Monti trattando probabilmente le condizioni di una resa condizionata (clicca per leggere http://www.huffingtonpost.it/2012/10/27/berlusconi-monti-mediaset_n_2031038.html). Dopo la recente condanna per evasione fiscale (clicca per leggere http://www.repubblica.it/politica/2012/10/26/news/mediaset_berlusconi_condannato-45374682/), l’ex promotore delle “cene eleganti” di Arcore ha cominciato a cambiare registro. Non sentendosi più garantito, Berlusconi ha deciso di far saltare il tavolo.
Una mossa tutto sommato obbligata per un uomo con molti interessi da difendere nonché a capo di un sistema di potere, mediatico e politico, ancora in grado di pesare molto nel panorama nazionale. A Berlusconi del Paese non gliene frega niente. Minaccia la guerra per strappare armistizi vantaggiosi. Questa volta non sarà per nulla facile, però, trovare la strada del compromesso di sistema buono per tutti. Da un lato aumenta la consapevolezza della pubblica opinione circa le vere dinamiche di annientamento sociale ed economico spacciate per “risanamento”; dall’altro gli euro-schiavisti conservano ancora una netta supremazia tattica e strategica nei luoghi chiave dove si decidono le sorti del Vecchio Continente.
Il momento è molto delicato. Non a caso il massone reazionario pidiellino Franco Frattini sente il bisogno di prendere platealmente le distanze dalle ultime scelte di Silvio Berlusconi. In tutto questo Bersani rischia di trovarsi spiazzato. Costretto dalla contingenza, e ad un metro dall’arrivo, ad apparire preso la pubblica opinione come l’ultimo ridicolo giapponese attestato su una linea di difesa ad oltranza dell’odiato montismo. A pensarci bene, questo è l’unico schema che può portare Bersani ad una sconfitta rovinosa oggi neppure ipotizzata.
Francesco Toscano
1 Commenti
Cacciate la Sinistra e tutti i suoi fautori. Hanno distrutto l'italia con la chimera dell'Euro e dell'Europeismo, così come 80 anni fa Mussolini arringò la folla con la chimera dell'impero. In tutti e due i casi l'Italia è finita succube della Germania. E aggiungo che non mi meraviglio se tutti si scagliano contro Berlusconi, perchè ora egli è il caprio espiatorio che fa più comodo a politicanti di professione (di sinistra) che temono di pertdere i privilegi acquisiti. Se l'Italia vuole risollevarsi - prima che sia troppo tardi-, deve uscire da questo patto scellerato, che ci vuole succubi della Germania. Io darò il mio voto solo a chi saprà por fine a questo banditaggio organizzato, spacciato per una gestione più oculata del patrimonio nazionale
RispondiEliminaDANIELE