Presentazione del Calendario Storico 2013 dell'Arma dei Carabinieri
Nella mattinata, presso il Comando Provinciale Carabinieri di Bari, è
stato presentato alla stampa il Calendario Storico 2013 dell'Arma dei
Carabinieri, le cui tavole, proseguendo il percorso storico iniziato
due anni fa, ripercorrono i momenti più significativi per
l'Istituzione nel suo terzo Cinquantennio di storia.
Il notevole interesse da parte del cittadino verso il Calendario
Storico dell'Arma, quest'anno giunto a una tiratura di 1.200.000
copie, di cui 8.000 in lingue straniere (inglese, francese, spagnolo e
tedesco), è indice sia dell'affetto e della vicinanza di cui gode la
Benemerita, sia della profondità di significato dei suoi contenuti,
che ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto nelle
abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, quasi a testimonianza del
fatto che "in ogni famiglia c'è un Carabiniere".
Il Calendario, suscitando in ogni Carabiniere sentimenti di coesione e
unità, rappresenta anche un momento importante per la famiglia
dell'Arma attraverso il richiamo a intramontabili valori e semplici
eroici gesti quotidiani durante il servizio.
Nato nel 1928, dopo l'interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, la
pubblicazione del Calendario, giunta alla sua 80^ edizione, venne
ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete,
con le sue tavole, delle vicende dell'Arma e, attraverso di essa,
della Storia d'Italia.
Le artistiche tavole dell'edizione 2013 del Calendario Storico -
ideate e realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo - sono state presentate
al pubblico con la proiezione delle stesse.
E' stato illustrato, in particolare, l'operato del Carabiniere in anni
drammatici, caratterizzati prima dalla Grande Guerra, poi dalla 2^
Guerra mondiale e infine dalla lotta partigiana fino alla Liberazione.
Le immagini e i testi che accompagnano il lettore nel 2013, infatti,
proseguono il percorso iniziato due anni fa. Sono raffigurate le
molteplici attività attraverso le quali l'Arma è stata in prima linea
nei conflitti mondiali, nonché l'impegno in Patria per il mantenimento
dell'ordine pubblico e per il soccorso ai cittadini in caso di
calamità naturali. Tante le gesta eroiche che hanno contribuito a
rafforzare i reciproci sentimenti con la collettività.
Calendario Storico dell'Arma 2013
Il filo conduttore che lega il Calendario 2013, illustrato dalle
tavole ideate e realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo, è costituito
dal tema "Il terzo cinquantennio di storia dell'Arma dei Carabinieri:
1914-1964".
Dall'annuncio dell'entrata in guerra dell'Italia contro l'Austria, il
24 maggio 1915, con la partenza per la prima volta della Bandiera
dell'Arma dei Carabinieri al fronte, alla strage di Ciaculli (Palermo)
del giugno 1963, che rappresenta una delle nuove forme di delittuosità
mai utilizzate prima di allora dalla criminalità e che impegnarono i
Carabinieri a tal punto da far titolare un diffuso settimanale
dell'epoca: "I Carabinieri son sempre in guerra per farci vivere in
pace".
La copertina riporta in primo piano, in rilievo, un particolare del
"Monumento Nazionale al Carabiniere", eretto nel giardino del Palazzo
Reale di Torino, a ricordo della gloria dei Carabinieri attraverso i
tempi. Sullo sfondo, una foto della sua inaugurazione, avvenuta il 22
ottobre del 1933 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, di
numerose autorità e personalità civili e militari, nonchè di una folta
folla composta da cittadini provenienti da ogni parte d'Italia.
Nella prefazione, il Comandante Generale dell'Arma Leonardo Gallitelli
presenta il tema centrale che ispira l'opera, sottolineando come "i
grandi sconvolgimenti e mutamenti" del periodo in riferimento non
abbiano fatto venir meno "l'impegno dei Carabinieri, i quali ……
rimangono vicini al loro popolo, difendendone la libertà e garantendo,
in situazioni di pace o di conflitto, la sicurezza e la legalità". "Le
pagine del Calendario" - conclude il Generale Gallitelli - permettono
di "entrare in contatto con i grandi avvenimenti della Storia e con i
tanti uomini che, con le loro azioni, le loro scelte e il loro
eroismo, ci hanno lasciato un inestimabile patrimonio di valori cui
tutti i Carabinieri, con legittima fierezza, attingono quotidianamente
per proporsi quali fedeli e silenziosi servitori dello Stato".
Le tavole che aprono il Calendario sono dedicate alla difficile vita
di trincea della Prima Guerra Mondiale e all'assalto del Monte
Podgora, dove i Carabinieri hanno combattuto all'arma bianca per la
conquista di "quota 240". Numerosi gli atti di valore di quei giorni,
attestati anche dal Comandante della Brigata "Pistoia" che annotò nel
suo Diario di Guerra: "I Carabinieri stettero saldi e impavidi sotto
la tempesta di piombo e di ferro che imperversava da ogni parte".
Sono gli anni in cui si è affermato l'impiego dell'aviazione come
importante strumento bellico cui si sono cimentati volontariamente
militari provenienti da tutti i Corpi armati. Sono 173 i Carabinieri
che hanno combattuto la Grande Guerra nei cieli italiani e tra questi
si distinse il Ten. Ernesto Cabruna, decorato per le sue gesta di
Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Nel 1916 il Governo Italiano si preoccupò di risolvere il problema
degli "irredenti" - soldati "friulani, triestini, istriani e dalmati",
fatti combattere dagli austriaci contro gli italiani e sul fronte
russo, che, caduti prigionieri dell'armata "zarista", furono deportati
in Siberia - costituendo una speciale commissione con il compito di
ricercare i prigionieri su tutto il territorio russo. Della missione
hanno fatto parte tre Ufficiali dell'Arma, il Maggiore Giovanni
Squillero, il Capitano Cosma Manera e il Capitano Nemore Moda.
Verranno riportati a "casa" circa 4000 irredenti, e per lo
straordinario impegno profuso da Cosma Manera, nel frattempo promosso
Maggiore, l'operazione venne identificata nella figura dell'Ufficiale
con l'appellativo di "missione Manera".
Si susseguono poi immagini relative al tormentato periodo del
dopoguerra, allorquando, malgrado la vittoria dell'Italia, tra la
popolazione si diffuse un senso di amarezza e insofferenza, sfociato
in disordini cui fece fronte l'Arma trovandosi a rappresentare
l'autorità dello Stato nella gestione dell'ordine sociale. Molti
Carabinieri si distinsero nel tumultuoso periodo: su tutti la medaglia
d'Oro al Valor Militare Brigadiere Giuseppe Ugolini che
proditoriamente, fatto segno di mortali colpi d'arma da fuoco mentre,
solo, si dirigeva a prendere servizio presso la sua nuova sede in
Milano, reagì col proprio moschetto uccidendo due aggressori e
ferendone altri prima di cadere. Per fronteggiare il particolare
periodo di tensioni sociali, nell'ottobre del 1919, vennero istituiti
i "Battaglioni Mobili Autonomi Carabinieri", impiegati in supporto
alle Legioni Territoriali nella difesa del Paese e nell'ordine
pubblico.
Gli anni tra le due Guerre si caratterizzano anche per la prima
intensa lotta alla mafia in Sicilia. Straordinario fu l'impegno
dell'Arma che impiegò 800 Carabinieri al comando del Maggiore Giuseppe
Artale al fianco del Prefetto Cesare Mori, inviato dal Governo con
pieni poteri. La riproduzione della prima pagina del "Processo
verbale" che portò alla denuncia per "associazione per delinquere" di
121 individui è uno dei brillanti risultati ottenuti dall'Arma nei
quattro anni di duro lavoro svolto con il Prefetto "di ferro".
Nelle tavole successive viene rappresentato l'affetto popolare verso
l'Arma dei Carabinieri per la sua opera di intervento premuroso e
solerte a favore della cittadinanza, testimoniato dai disegni a colori
delle copertine dei vari giornali. Achille Beltrame, famoso
illustratore del più diffuso settimanale dell'epoca "la Domenica del
Corriere", affermò: "Una tavola a colori di prima pagina acquista
maggiore credibilità se vi è la presenza di un militare dell'Arma".
Di questo periodo sono le celebri immagini della prima esibizione
dell'esaltante "Carosello Storico" degli Squadroni a Cavallo dei
Carabinieri, avvenuto il 19 luglio 1933 nella splendida cornice di
Piazza di Siena in Roma, del salvataggio di un alpinista caduto in un
crepaccio nell'autunno dello stesso anno, della prima entusiasmante
tournèe della Banda dell'Arma nel 1934 a Parigi, dell'intervento di un
Carabiniere lungo una linea ferroviaria per scongiurare un disastro o
l'assistenza alle popolazioni durante una calamità naturale.
Viene quindi ripreso il tema della Copertina, con due tavole. La
realizzazione del monumento al Carabiniere rappresenta la vicinanza
delle comunità ai loro Carabinieri, espressa tramite donazioni
spontanee da tutti i Comuni d'Italia, le cui delibere sono conservate
in 93 volumi presso il Museo Storico dell'Arma.
Altra sentita manifestazione di vicinanza, illustrata nelle due
successive tavole, è rappresentata dalla consegna della Bandiera alle
Caserme dei Carabinieri, usanza nata da un'iniziativa del Sindaco di
Castelnuovo di Magra (La Spezia) al quale apparve inconcepibile che la
locale Stazione Carabinieri non esponesse il Tricolore in occasione
delle vittorie italiane contro l'Austria, essendo venuto a conoscenza
che non tutti i presidi ne fossero provvisti. Dopo l'assenso alla
donazione da parte del Ministro della Guerra, l'iniziativa si diffuse
in tutto il territorio nazionale.
Il 10 giugno 1940 l'Italia entra nel secondo conflitto mondiale.
L'Arma combatte su tutti i fronti, dal Baltico ai Balcani, dalla
Francia alla Grecia e all'Albania, in Africa settentrionale e in
Africa Orientale, impiegando 53.000 uomini. Anche in Russia, campagna
particolarmente impegnativa, fu dispiegata l'Arma, alla quale fu
assegnato un settore operativo nella zona di Rostov, lungo il bacino
del fiume Don. Tra i tanti eroismi, straordinario fu quello del
Carabiniere Plado Mosca, durante la ritirata della Divisione Torino
nella piana del Don. Con i Reparti accerchiati da forze corazzate
russe, senza alcuna via di fuga, il Carabiniere Mosca si lanciò a
cavallo contro il nemico, in un gesto disperato, impugnando il
Tricolore e trascinando nella carica centinaia di suoi commilitoni. La
travolgente azione spezzò l'accerchiamento consentendo all'intera
Unità di porsi in salvo. Al Carabiniere Mosca, falciato da una raffica
di mitragliatrice, venne concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare
"alla Memoria".
Sul fronte orientale africano, a Culqualber, in Etiopia, avvenne
l'eroica resistenza del Battaglione Carabinieri mobilitato in difesa
di quelle alture. Al comando del Magg. Alfredo Serranti, Medaglia
d'Oro al Valor Militare "alla Memoria", il Battaglione resse, dalla
primavera all'autunno 1941, l'assedio inglese, fino a che, privo di
munizioni, continuò a difendersi con assalti all'arma bianca. Quasi
tutti i Carabinieri caddero nella strenua resistenza. Per l'episodio
la Bandiera dell'Arma è stata insignita di Medaglia d'Oro al Valor
Militare.
L'Africa settentrionale fu il luogo in cui avvenne il battesimo del
fuoco dell'allora Battaglione Carabinieri Paracadutisti "Tuscania". Il
Battaglione – al comando del Magg. Edoardo Alessi - dislocato al bivio
di Eluet el Asel durante il ripiegamento del dicembre 1941, si rese
protagonista di una tenace resistenza all'avanzata inglese, che gli
valse una Medaglia d'Argento al Valor Militare e l'ammirazione degli
stessi avversari che affermarono, tramite la voce di Radio Londra che
i Carabinieri "si erano battuti come leoni e che fino ad allora, in
Africa, non avevano mai incontrato così accanita resistenza".
L'8 settembre 1943 iniziò il drammatico periodo dell'occupazione
nazista. L'Arma, rimasta a presidio dei propri Comandi, si
caratterizzò di fatto come unico riferimento per le popolazioni in
balia della ferocia degli occupanti. Di questo periodo molti sono gli
episodi di eroismo da parte di militari dell'Arma sintetizzati nelle
successive tavole. Il 19 luglio 1943, il Comandante Generale dell'Arma
dei Carabinieri Generale Azolino Hazon ed il Capo di Stato Maggiore
Colonnello Ulderico Burengo rimasero uccisi nel corso di un
bombardamento Alleato mentre si adoperavano per dare manforte alla
popolazione della Capitale. Il 23 settembre 1943 a Palidoro (Roma), il
Vice Brigadiere Salvo d'Acquisto, Comandante della Stazione di Torre
in Pietra, fece olocausto della sua giovane vita autodenunciandosi
quale autore di un attentato costato la vita ad un militare tedesco,
salvando da fucilazione 22 civili innocenti. Analogamente, il 12
agosto 1944, a Fiesole (FI), tre giovani Carabinieri, Alberto La
Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, sacrificarono la loro
vita per salvare dieci ostaggi della comunità di Fiesole. Il 24 marzo
1944 a Roma, 335 italiani, tra cui 12 Carabinieri di ogni grado,
furono giustiziati all'interno delle Fosse Ardeatine in segno di
rappresaglia per l'attentato di via Rasella avvenuto il giorno
precedente.
L'Arma partecipò, inoltre, alla lotta per la Resistenza con il "Fronte
Clandestino di Resistenza dei Carabinieri", che poteva contare su
circa 6000 unità.
Dopo lo sfondamento della "Linea Gotica" da parte degli Alleati, i
Carabinieri combatterono ovunque nelle formazioni della Resistenza,
spesso organizzandole in reparti militarmente strutturati, ed entrando
alla testa delle loro formazioni nelle città liberate. Nella guerra di
liberazione le perdite dell'Arma sono state di 2735 caduti e 6521
feriti. La Bandiera venne decorata, per le operazioni svolte, con la
Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la Repubblica ed il 28
giugno il Senatore Enrico De Nicola nominato Presidente Provvisorio
dello Stato, venne scortato al Palazzo del Quirinale dal "3° Squadrone
Carabinieri a Cavallo, denominazione assunta dal Reparto "Carabinieri
Guardie del Re", ossia i Corazzieri. Nel 1948 i Corazzieri vennero
ufficialmente denominati "Carabinieri Guardie del Presidente della
Repubblica".
L'Arma, nel secondo dopoguerra, fu nuovamente impegnata a garantire
sicurezza alle comunità, affrontando molteplici problematiche, vecchie
e soprattutto nuove. Mentre nel Nord del Paese si manifestò con
insolita efferatezza la criminalità urbana, in Sicilia prese forma un
inquietante sentimento di pseudo-indipendentismo, in nome del quale
operavano agguerrite formazioni banditesche. In Alto Adige, ancora,
trovava facile terreno il terrorismo a sfondo etnico, mentre in
Sardegna imperversavano pericolose bande criminali, soprattutto nelle
provincie di Nuoro e di Sassari.
Le tavole del Calendario di quest'anno si concludono con il
riferimento ai quattro alberi piantati sul Monte delle Rimembranze, a
Gerusalemme, in onore di altrettanti militari dell'Arma proclamati
"Giusti tra le Nazioni" per aver salvato dalla morte numerosi
cittadini ebrei altrimenti destinati ai campi di sterminio.
--
Luigi Palamara
Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 347 69 11 862
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