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Andrea Calevo rapito a Lerici: si cerca in Nord Italia.

 La foto di Andrea Calevo diffusa dalla famiglia.
Dipendenti in visita alla famiglia: 'la famiglia sta soffrendo'. Attesa per risposte all'appello di ieri sera.

LA SPEZIA 19 Dicembre 2012 - "Non sappiamo neppure se Andrea Calevo sia ancora vivo". L'affermazione è del procuratore capo di Genova, che coordina la Dda, Michele Di Lecce e dimostra tutte le difficoltà che stanno incontrando gli investigatori che stanno indagando sul rapimento dell'imprenditore spezzino di 31 anni, avvenuto la notte di domenica scorsa nella sua villa sulle alture di Lerici. Ieri sera i familiari aveva rivolto un appello ai banditi per sapere come stava Andrea, ma a distanza di ore non ci sarebbe stata risposta. "Purtroppo, rispetto a ieri, nulla é cambiato, non abbiamo una notizia. Non è ancora certo se i sequestratori siano tre o quattro e abbiamo dubbi anche sulla possibilità che possano essere dell' Est Europa. Ci basiamo sulla testimonianza di una donna (la madre di Andrea Calevo, ndr) fatta sotto choc", ha aggiunto il procuratore specificando che "non è ancora stato possibile restringere il campo delle ricerche".

Gli investigatori che stanno indagando sul sequestro di Andrea Calevo, l'imprenditore spezzino di 31 anni, rapito domenica sera nella sua villa di Lerici, stanno cercando tracce del sequestrato e dei banditi nel Nord Italia, ma non è stato specificato in quali regioni. Intanto si susseguono le manifestazione di solidarietà alla famiglia. Domani sera, il parroco di Romito Magra don Luigi Vegini, che ieri si era proposto come ostaggio al posto di Andrea, ha promosso una fiaccolata. Continuano anche le visite di conoscenti e amici alla madre del rapito, Sandra Podestà. Questa mattina, tra gli altri, è arrivato alla villa un anziano dipendente della ditta Calevo & figli. L'uomo, visibilmente commosso, si è trattenuto qualche minuto con la donna e con la sorella di Andrea, Laura. Quando è uscito non ha voluto parlare.Tra i rapitori dell'imprenditore Andrea Calevo e qualcuno a lui vicino c'é stato un "contatto evanescente, senza richiesta di riscatto". E' quanto si apprende dalla Direzione distrettuale antimafia a Genova. Non è detto, secondo quanto appreso, che il contatto sia avvenuto con i familiari. Il tipo di contatto è stato specificato.

Alcuni dipendenti della Calevo & figlio si sono recati stamani in visita alla famiglia dell'imprenditore rapito domenica scorsa nella villa di Lerici. "Potete immaginare come si senta la signora Sandra" ha detto un anziano lavoratore appena uscito dalla villa. L'uomo, visibilmente commosso, non ha aggiunto altro. La famiglia di Andrea Calevo sta aspettando risposte all'appello diffuso ieri sera, risposte che ancora non sono arrivate. Sul posto è presente anche una troupe della popolare trasmissione 'Chi l'ha vistò che riproporrà la vicenda.

Ma la famiglia smentisce: "Purtroppo al momento non abbiamo notizie sulle sorti di Andrea. Finora non abbiamo avuto contatto alcuno con i rapitori o con qualunque altra persona coinvolta nel sequestro. Per noi è della massima importanza avere informazioni al più presto sul suo stato di salute".

Intorno al contatto nasce dunque un 'giallo'. Ma un amico della sorella di Andrea conferma, precisando pero': 'Non lo definirei sostanziale'.

A sequestrare Andrea è stata probabilmente una banda dell'est specializzata in sequestri mordi-e-fuggi. Non hanno telefonato per mettersi d'accordo sul riscatto, ma si sono accordati prima, durante le fasi del sequestro, con la madre. A lei avrebbero detto: "non ti preoccupare, te lo riportiamo presto". Ma questa è stata la frase finale della trattativa.

Le ricerche dell'imprenditore "sono state estese anche in alcuni paesi esteri", sia apprende dalla dalla Dda, secondo la quale con il trascorrere delle ore prende consistenza la possibilità che l'ostaggio possa essere passato di mano.

Il 'modus operandi' seguito per il sequestro, secondo gli inquirenti è tipico delle bande dell'Est europeo. Fonti investigative hanno riferito che i sequestri di persona delle bande dell'est seguono in genere queste modalità: i sequestratori prendono accordi con i parenti della vittima durante le operazioni di sequestro. Poi portano via il soggetto e lo nascondono per una notte intera. Il giorno dopo lo accompagnano in banca e lo costringono a prelevare tutti i suoi averi. Dopodiché, in genere, la vittima viene rilasciata illesa e in grado di tornare a casa.

Il parroco di Romito Magra, don Paolo Vegini, si è offerto in ostaggio al posto di Andrea Calevo, l'imprenditore rapito nella sua villa di Lerici la notte tra domenica e ieri. L'annuncio è stato fatto dal sacerdote davanti alla villa del rapito. A Romito Magra, nel comune di Arcola, Calevo ha una delle sue attività.

Prosegue, intanto, l'analisi dei carabinieri Racis delle tracce sulla Audi A3 di Calevo, ritrovata nel fiume Magra poco distante dal casello autostradale de La Spezia; e dei tabulati dei due cellulari dell'imprenditore. Particolare attenzione è data anche ai registri delle porte Telepass dei caselli di La Spezia e Sarzana e delle celle telefoniche della zona.


FAMIGLIA RAPITO ALL'ANSA, CHIEDIAMO NOTIZIE SU SALUTE - "Purtroppo al momento non abbiamo notizie sulle sorti di Andrea. Finora non abbiamo avuto contatto alcuno con i rapitori o con qualunque altra persona coinvolta nel sequestro. Per noi è della massima importanza avere informazioni al più presto sul suo stato di salute". Lo dice, con una nota all'ANSA, la famiglia Calevo.

"Siamo fiduciosi nell'operato degli investigatori", prosegue il comunicato della famiglia di Andrea Calevo. "Chiediamo il massimo rispetto della privacy e desideriamo mantenere il riserbo per non intralciare in alcun modo le indagini. Ogni nostra comunicazione avverrà a mezzo comunicato stampa. Preghiamo i media di non contattarci direttamente". La famiglia - che allega alla nota una foto del rapito - prosegue pregando "chiunque abbia informazioni utili di contattare subito i carabinieri. Per questo mandiamo un'immagine recente di Andrea".
Fonte: Ansa.

CALEVO, AZIENDA STORICA - La società spezzina Calevo, da oltre un secolo impegnata nel settore delle costruzioni, è molto conosciuta in Liguria. Ha sede nel Comune di Arcola, produce prefabbricati e materiali per l'edilizia. L'imprenditore sequestrato, Andrea Calevo, 31 anni, è il nipote di Nestore Calevo, il fondatore dell'azienda. La aprì nel 1888 ed oggi la Calevo Nestore & Figlio srl è una delle società edilizie più importanti del levante ligure, un gruppo di quattro aziende di 10 milioni di fatturato, punto di riferimento per l'intera regione. Dopo la scomparsa del fondatore, Nestore, la ditta è passata al figlio Giuseppe, che l'ha guidata fino al 1997, quando è morto. Da alcuni anni alla guida del gruppo è subentrato il figlio di Giuseppe, Andrea Calevo.

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