Reggio Calabria 3 novembre 2012 - Franco Quattrone nel novembre del
1992, venti anni fa, si trovava in carcere per un provvedimento di
custodia cautelare del Gip di Reggio Calabria e sempre in via
cautelare rimase agli arresti per oltre un anno, perché a quel primo
provvedimento in rapida successione ne seguirono altri quattro. Due in
particolare furono devastanti: l'accusa di essere uno dei mandanti
dell'omicidio dell'On. Ligato e, successivamente, di associazione
mafiosa.
Col tempo venne ampiamente prosciolto da qualsiasi tipo d'accusa e,
quindi, potremmo dire ipocritamente che la giustizia in fondo
funzionò. Certo, ma pur funzionando non riuscì a restituire a Franco
un pezzo della vita trascorsa in galera. Il carcere non gli avrebbe
restituito la sua attività politica, né il suo ruolo sociale già
spazzato via dal vento dell'indignazione preventiva che ciclicamente
spira nel nostro paese, dove si fa solo finta che non si è colpevole
sino a quando non c'è una condanna definitiva.
Franco Quattrone quando fu arrestato era Presidente della Camera di
Commercio di Reggio Calabria e segretario regionale della Democrazia
Cristiana. Tutti riconoscevano la sua " forte " preparazione
culturale e le sue grandi capacità politiche.
Tanti giudicavano Franco " gracile" per carattere. Il periodo
trascorso in carcere, schiacciato da decine di accuse giudiziarie,
dalla condanna dell'opinione pubblica, dal dissolvimento del potere,
dall'abbandono di tanti che lo frequentavano nei periodi d'oro, fece
invece emergere un uomo lucido e determinato, una persona serena che
accettava le situazioni, anche quelle inspiegabili come il
trasferimento dal carcere di Reggio ad altro carcere "nascosto" a
familiari e difensori. Quattrone era lucidamente consapevole di avere
fatto degli errori nella vita , chi è senza peccato scagli la prima
pietra , ma sapeva di non avere mai commesso i reati per cui era stato
imprigionato.
Soprattutto, aveva una fortissima fede in Dio
Posso testimoniarlo per avere vissuto intensamente quella sua
esperienza come avvocato difensore e come amico personale. Dopo
l'uscita dal carcere e la raffica di assoluzioni niente tornò come
prima. Non perse la sua vivacità intellettuale e la sua capacità di
analisi e di proposta, ma non ebbe più la voglia e forse s'indebolì in
lui la forza di spendersi nella vita pubblica perché probabilmente il
pessimismo aveva avuto il sopravvento. Spesso nemmeno una assoluzione
giudiziaria serve a restituire l'onore tolto da una indagine
giudiziaria perché nella società e nella politica sono presenti
sentimenti ed istinti primitivi che ti ricordano l'arresto e non
l'assoluzione e su questo la riflessione è sempre di attualità.
Franco Quattrone, ha dato un contributo importante di crescita alla
città. Dapprima con la sua esperienza di Presidente dell'Ospedale
Riuniti, e via via di consigliere ed assessore comunale, deputato,
sottosegretario. Sicuramente avrebbe dato un altro contributo nella
seconda parte della sua vita da Presidente della Camera di Commercio.
Ma eventi, indipendenti dalla sua volontà e dalle sue scelte, non
hanno consentito di verificarlo. Ciao Franco, che la terra ti sia
finalmente lieve.
Demetrio Battaglia
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