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Oppido Mamertina, ma don Saro Mammoliti, l'ex "play-boy di Castellace", è un finto pentito?

Mammoliti arrestato REGGIO CALABRIA, 22 NOV - I carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, diretto dal colonnello Lorenzo Falferi, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della Dda, nei confronti di tre presunti affiliati alla cosca Mammoliti-Rugolo della 'ndrangheta. Sono accusati di estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni, furto, danneggiamento e incendio. Il gruppo criminale, ha la sua base operativa a Castellace di Oppido Mamertina ed estende la sua influenza in tutta la piana di Gioia Tauro; se non oltre. Zona sprofondata nel Medioevo. "Il Capitolare di Mersen" (o Meerssen)

REGGIO CALABRIA ARRESTATO IL MAMMASANTISSIMA PENTITO DON SARO
MAMMOLITI, ("L'EX PLAY BOY DI CASTELLACE", PRESUNTO "VASSALLO")
ASSIEME AI DUE FIGLI FRANCESCO ED ANTONINO 

Libera, insieme alla cooperativa Valle del Marro, ha diramato una nota: "Un plauso alla magistratura e alle forze dell'ordine. E' stato dato un segnale forte di presenza dello Stato; essenziale, perché ai
cittadini ed alle imprese sane del territorio, che sono la maggioranza, venga restituito il valore della libertà d'impresa, del senso civico della crescita nella legalità. Gli attentati subiti dalla cooperativa, non hanno fermato e non fermeranno la scelta, l'impegno, la determinazione di Libera e della sua rete, nell' opera di restituzione alla collettività in Calabria, come in tante altre parti del Paese, di quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia. Come Libera, insieme alla cooperativa Valle del Marro, ci attiveremo per costituirci parte civile al processo, perché siamo convinti, che anche in quei luoghi è importante accompagnare la ricerca di verità
Domenico Salvatore

Reggio Calabria-Feudo mafioso. Torbido intreccio tra poteri pubblici, interessi privati ed organizzazione malavitose…Ma di che stiamo parlando????!!!! Esproprio proletario, appropriazione o sottrazione indebita, ladrocinio, ruberìa, razzìa, furto con scasso o senza, rapina, scippo, sequestro, confisca delle proprietà altrui. Mobili od immobili. Ancoraaaaa? Hanno a che fare, con le mafie e con questa storia pianigiana?. Del 'duello' o duetto, fra i baroni Cordopatri e la 'ndrangheta; se non del cartello dei Mammoliti-Rugolo, e perfino
con don Saro Mammoliti, ex play-boy di Castellace son piene le
cronache; anche giudiziarie. Siamo negli Anni Settanta, ai tempi del
sequestro di persona di Paul Getty III…"Il 10 luglio 1973 è rapito a
Roma a piazza Farnese dalla 'ndrangheta calabrese, facente capo alle
'ndrine dei Mammoliti, Piromalli e Femia, con la richiesta di un
riscatto di diciassette milioni di dollari. Nel novembre dello stesso
anno, dice Wikipedia, è inviato un suo orecchio per sollecitare
ulteriori pagamenti e alcune fotografie sono fatte pervenire dai
rapitori ai giornali per convincere l'inflessibile e ricchissimo nonno
a pagare il riscatto.Paul Getty III è liberato sull'autostrada
Salerno-Reggio Calabria e ritrovato da un camionista all'altezza di
Lauria in Basilicata, dopo cinque mesi di segregazione e il pagamento
di un miliardo e settecento milioni di lire. È il 17 dicembre del 1973
". Il Corriere della Sera, il 23 dicembre del 1994, titolava…" La
baronessa coraggio: " accuso i clan e lo Stato… "la baronessa
Cordopatri Teresa sfida la famiglia mafiosa dei Mammoliti che nell'
ottobre del 1990 le ha ucciso il fratello e va in tribunale a deporre.
Il killer La Rosa Salvatore e' gia' stato condannato a 23 anni di
carcere". Uno degli avvocati del clan Mammoliti, ha chiesto per lei
una perizia psichiatrica. E lo storico Pantaleone Sergi su La
Repubblica…""Faremo una guerra vera alle cosche, non teorica",
annuncia allora il ministro degli Interni Roberto Maroni, al termine
del conclave antimafia che il ministro, ha voluto a porte sprangate
nel castello di Altafiumara, sullo Stretto di Messina…Querele e
smentite sono fioccate. Ma la reazione degli onorevoli Raffaele
Valensise, Riccardo Misasi e Vito Napoli, dei magistrati Viola, Neri,
Pontorieri, Montera, non turba più di tanto la Cordopatri…". Il 10
luglio 1991, a Reggio Calabria il barone Antonio Cordopatri, fonte
www.vittimemafia.it, fu assassinato sul portone d' ingresso: punito,
perche' si rifiutava di vendere gli uliveti e le terre della famiglia
ai capi della 'ndrangheta. Doveva morire anche la sorella: ma la
pistola del sicario si inceppo'. La sorella dell'ucciso, baronessa
Teresa Cordopatri, che ha denunciato Francesco Mammoliti, poi
condannato all'ergastolo, è stata costretta a svolgere personalmente i
lavori agricoli, aiutata da volontari delle associazioni antimafia,
perché non riusciva a trovare manodopera per le intimidazioni dei
mafiosi.

Nel 2004 le è stata inviata una richiesta di risarcimento danni in
seguito ad un suo esposto al Csm, in cui chiedeva spiegazioni su
"disattenzioni", che a suo avviso, c'erano state, da parte degli
inquirenti nel periodo precedente alla morte del fratello, quando
erano stati denunciati i Mammoliti. L'esposto che doveva rimanere
riservato, è diventato di dominio pubblico e quattro magistrati, che
si sono ritenuti calunniati e diffamati, hanno intrapreso azione
legale". Per capire bene, "perché", siano nate le mafie ed abbiano
attecchito, al Sud e soprattutto, 'come' si siano sviluppate, è
necessario fare un po' di chiarezza storica. Abbiamo più volte detto e
scritto, relata refero, non solo perché 'Repetita iuvant', ma per
amore di verità storica, che il Feudalesimo ed i suoi retaggi
medievali, nel Mezzogiorno d'Italia, non siano mai tramontati. Non
soltanto su questo canale d'informazione. Ma non è una boutade o
peggio una trovata giornalistica. Carlo quinto disse :" sul mio regno
non tramonta mai il sole!!!"Carlo V, regnava su tre continenti,
Spagna, Germania, Italia, possedimenti africani e sudamericani. Il suo
dominio quindi era talmente esteso in latitudine che c'era sempre un
territorio illuminato dal sole. Sebbene la 'ndrangheta sia estesa su
tutto il pianeta. Cosa, che non era riuscita, nemmeno ad Alessandro
Magno ed all'Impero Romano. Il feudalesimo è un forma di
organizzazione politica del territorio e di strutturazione economica
della società che segna il periodo storico successivo alla caduta
dell'impero romano e precede lo sviluppo della borghesia artigiana e
mercantile, che si ha a partire dall'anno mille in Italia ed in
Europa.

Le strutture feudali rimangono in vigore nell'Europa occidentale e
centrale per tutto il medioevo e nei primi tre secoli dell'Età
Moderna, anche se in misura via via minore. Nell'Europa dell'est le
strutture feudali saranno molto più stabili ed in Russia la servitù
della gleba sarà abolita solo nel 1861, a testimonianza del permanere
di vincoli personali persistenti sul ceto contadino. Il feudalesimo
come fenomeno storico, pur connotandosi come fenomeno di lungo
periodo, ha la sua fase di più intensa e massiccia diffusione nel
periodo che va dai secoli IX e XIII, ma elementi di tipo feudale si
riscontrano anche prima e dopo questi termini. Infatti, già al tempo
dell'impero romano, esisteva la "villa fortificata", che era una sorta
di dimora e di azienda agricola autosufficiente, sorta di
anticipazione del sistema curtense tipico del feudalesimo. La nascita
e la diffusione di tale struttura va di pari passo con la decadenza
delle città e con la progressiva autonomia territoriale
dell'aristocrazia romana, che, da un certo momento in poi, tende ad
organizzarsi sul territorio indipendentemente dai vincoli (
fiscali, amministrativi, economici, militari...) posti dallo stato
romano. Al tempo del Sacro Romano Impero ( 800 d.c ), nonostante il
tentativo di Carlo Magno di restaurare l'idea imperiale, non vi è più
un'organizzazione politica accentrata e l'unità coincide precariamente
con la persona del sovrano, che controlla i marchesi e i conti posti a
capo delle circoscrizioni in cui è diviso l'impero stesso. In altri
termini si parla di una federazione di stati, ciascuno con proprie
leggi e istituzioni, tenuta insieme dall'alta autorità di Carlo Magno.
Dopo la morte di Carlo l'unità dell'impero si dissolve e la signoria
territoriale ( dominatus loci ) dei grandi e medi feudatari dà vita al
particolarismo feudale, che solo lentamente approderà alla nascita dei
primi stati nazionali.

D'altro canto, però, strutture e soprattutto diritti di tipo feudale (
intesi come controllo diretto su un territorio più o meno ampio, con
potere di coercizione sui suoi abitanti ) rimarranno in vigore anche
dopo la nascita dei comuni nel XII e XIII secolo. Nell'Italia
meridionale, al tempo di Federico II, esistono ancora signori
feudali, chiamati baroni, il cui potere locale verrà però ridotto,
temporaneamente, con le costituzioni melfitane, che tendono a
riservare al sovrano tutte le giurisdizioni territoriali. Al Nord,
fonte www.parodos.it, molti signori feudali invece si inurbano e fanno
sentire il loro potere direttamente dal comune, conservando i loro
vecchi diritti sul contado. La fase consolare del comune coincide
appunto con il prevalere di questo elemento aristocratico di origine
feudale. Nacque la castellania, un sistema gerarchico
piramidale…duchi, marchesi, conti, baroni, visconti. Dipendenti dal
sovrano. I proprietari erano spesso portati a rinunciare al loro stato
di rischiosa libertà in cambio di protezione. Ma per capire ancora
meglio le mafie del Sud Italia serve, imparare a memoria "Il
Capitolare di Mersen" (o Meerssen); un testo normativo dell'847, con
cui si invitavano gli uomini liberi a individuare un capo, scelto tra
il re o tra i signori più potenti del territorio, per ottenere
protezione. Prescriveva inoltre che tale rapporto non potesse essere
risolto se non per una giusta causa. Promulgato da Carlo il Calvo
nell'847, a Meerssen, nei Paesi Bassi. Significato e conseguenze. La
norma, si poneva l'obiettivo di smilitarizzare i ceti più bassi, ma
con essa andava affermandosi il principio secondo cui, i vassalli,
dovessero obbligatoriamente seguire il re solo contro nemici
stranieri. In questo modo il capitolare sanciva un passaggio di poteri
dalla sfera regale a quella dei vassalli e l'avanzata di un sistema di
rapporti di potere che costituiva la base per l'affermazione di una
società di tipo feudale.

Nelle campagne calabresi del XIX secolo (campane e siciliane) gli
agricoltori, fonte Wikipedia, erano ancora sfruttati. I grandi
proprietari terrieri, risiedevano a Palermo o in altre grandi città e
affittavano i loro terreni a gabellotti con contratti a breve termine,
che, per essere redditizi, costringevano il gabellotto a sfruttare i
contadini. Per evitare rivolte e lavorare meglio, al gabellotto
conveniva allearsi con i mafiosi, che da un lato offrivano il loro
potere coercitivo contro i contadini, dall'altro le loro conoscenze a
Palermo, dove si siglavano la maggioranza dei contratti agricoli. Noi
siamo convinti e persuasi che la mafia sia nata con l'uomo, questa è
una nostra tesi o ipotesi. A rileggere la Storia di Roma Antica,
rivedere le versioni latine, aneddoti, proverbi, motti, sentenze,
aforismi, detti, adagi e massime, si possono cogliere qua e là le
tracce della parola e del significato mafioso. Comunque
l'atteggiamento, uso e costume. Il comunicato stampa ufficiale
dell'Arma Benemerita…"Il Comando Provinciale di Reggio Calabria ha
eseguito un'Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. presso
il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 soggetti, appartenenti alla
'ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca
"MAMMOLITI - RUGOLO", operante a Castellace di Oppido Mamertina (RC)
ed in tutta la piana di Gioia Tauro (RC), responsabili dei reati di:
- Estorsione aggravata (629 C.P.);
- intestazione fittizia di beni (L.7 agosto 1992 n. 306 art.
l2 quinques);
- furto aggravato (624 C.P.);
- danneggiamento (635 C.P.);
- incendio (423 C.P.).
Tutti aggravati dall'aver favorito un sodalizio di tipo mafioso (L.
203/1991 art. 7). Le investigazioni, avviate dai Carabinieri nel
gennaio 2012, hanno documentato le modalità attraverso le quali gli
affiliati alla cosca si garantivano l'effettivo, seppur non formale,
possesso di fondi agricoli in Castellace di Oppido Mamertina, Palmi e
Oppido Mamertina, intimidendo i relativi proprietari e perpetrando
furti di legname, incendi boschivi e numerosi danneggiamenti. In
particolare, sono state accertate le seguenti condotte criminose:
- un'estorsione perpetrata costringendo 2 prestanome a
sottoscrivere una scrittura privata per l'acquisizione di fondi
agricoli nel comune di Palmi, che venivano ceduti e gestiti di fatto
dalla cosca mediante intestazioni fittizie;
- una tentata estorsione perpetrata costringendo i soci di una
cooperativa sociale a rifiutare l'assegnazione da parte dello Stato
dei beni confiscati alla cosca stessa nel comune di Castellace di
Oppido Mamertina;
- una tentata estorsione perpetrata costringendo il
proprietario di un fondo a cederne la titolarità ed il godimento.
Contestualmente all'esecuzione del provvedimento restrittivo, i
Carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di
numerosi fondi, per un valore complessivo di 2 milioni di Euro
circa.Reggio Calabria, 22 novembre 2012
Contestualmente all'esecuzione del provvedimento restrittivo, nei
confronti dei 3 soggetti, appartenenti alla 'ndrangheta nella sua
articolazione territoriale denominata cosca "MAMMOLITI - RUGOLO",
operante a Castellace di Oppido Mamertina (RC) i Carabinieri del
Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito anche un decreto
di sequestro preventivo di numerosi fondi, per un valore complessivo
di 2 milioni di Euro circa, illecitamente acquisiti.I particolari
dell'operazione saranno resi noti agli organi d'informazione nel corso
di una conferenza stampa, che sarà tenuta presso il comando
Provinciale dei Carabinieri dal Procuratore della Repubblica f.f. di
Reggio Calabria, dott. Ottavio Sferlazza e dal Procuratore della
Repubblica di Palmi, dott. Giuseppe Creazzo alle ore 11.00 di oggi.Le
investigazioni del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio
Calabria, avviate nel gennaio 2012, hanno documentato le modalità
attraverso le quali gli affiliati alla cosca "MAMMOLITI - RUGOLO" si
garantivano l'effettivo, seppur non formale, possesso di fondi
agricoli in Castellace di Oppido Mamertina, Palmi e Oppido Mamertina,
intimidendo i relativi proprietari e perpetrando furti di legname,
incendi boschivi e numerosi danneggiamenti. In particolare, sono state
accertate le seguenti condotte criminose:
- un'estorsione perpetrata costringendo 2 prestanome a
sottoscrivere una scrittura privata per l'acquisizione di fondi
agricoli nel comune di Palmi, che venivano ceduti e gestiti di fatto
dalla cosca mediante intestazioni fittizie;
- una tentata estorsione perpetrata costringendo i soci di una
cooperativa sociale a rifiutare l'assegnazione da parte dello Stato
dei beni confiscati alla cosca stessa nel comune di Castellace di
Oppido Mamertina;
- una tentata estorsione perpetrata costringendo il
proprietario di un fondo a cederne la titolarità ed il godimento."


Qualche appunto da Wikipedia…"Famiglia Mammoliti.Area di origine
Castellace, Calabria.Aree di influenza.Piana di Gioia Tauro, Centro e
Nord Italia, Estero. I Mammoliti sono una 'ndrina di Oppido Mamertina
e Castellace alleata dei Rugolo, alle quali fanno capo i Nava, i
Cosoleto, i Luppino e i Romeo con loro imparentate. Operano nel
narcotraffico e nella gestione di attività agricole, compiono
estorsioni e hanno praticato anche il sequestro di
persona.Storia.Negli anni Cinquanta scoppia una faida con i Barbaro di
Castellace. Viene ucciso Francesco Mammoliti, allora capobastone. Gli
succede il figlio Vincenzo Mammoliti fino alla sua morte nel 1988, il
nuovo capo diventa Saverio Mammoliti. Dopo la seconda guerra di
'Ndrangheta negli anni novanta fanno parte della commissione
provinciale, organo creato ad hoc dalla 'Ndrangheta per meglio gestire
gli affari e le relazioni fra le 'ndrine. Il 10 luglio 1991 viene
ucciso a Reggio Calabria il Barone Antonio Cordopatri, l'accusa cade
sulla 'ndrina Mammoliti in quanto questi volevano ottenere i terreni
della famiglia Cordopatri a costo irrisorio (per esercitare il
predominio territoriale e lucrare profitti) ma il Barone si era sempre
opposto a tali pretese denunciando il tutto all'autorità giudiziaria.
Per tale vicenda viene condannato definitivamente Francesco Mammoliti
come mandante. Sempre in quel periodo il capobastone Saverio Mammoliti
avrebbe nominato capo-società Renato Martorano dove in Basilicata
fondò l'organizzazione criminale dei Basilischi. Nel 1992 scoppia la
cosiddetta faida di Oppido Mamertina che scatenerà ben 22 morti.
L'ultima strage avviene l'8 maggio 1998 con l'uccisione di 5 persone.
Nel 2003, ormai in carcere, Saverio Mammoliti si dissocia.Esponenti di
spicco. Francesco Mammoliti (? - 1954), capobastone ucciso nel 1954 a
colpi di lupara durante la faida coi Barbaro. Saverio Mammoliti(1942),
figlio di Francesco, capobastone, detto Don Saro. Nel 2003 si dissocia
dalla drangheta. Giuseppe Rugolo, capobastone.Domenico Rugolo (1935),
capobastone arrestato nel 2007 Antonino Mammoliti.


Saverio Mammoliti (Oppido Mamertina, 13 dicembre 1942) è un criminale
italiano capobastone della 'Ndrangheta calabrese. Conosciuto come
Saro, e soprannominato il Playboy di Castellace è un capobastone
dell'omonima famiglia. Gli inizi - La faida con i Barbaro e la
latitanza.Saverio è figlio di Francesco Mammoliti, potente capobastone
ucciso ad ottobre del 1954 durante la faida con i Barbaro. Alla morte
prese il comando della 'ndrina il fratello Vincenzo Mammoliti. Quando
muore nell'agosto 1988 Saverio diventa il nuovo capo già nel 1972
scappo dalla custodia cautelare per fuggire dalla faida con i Barbaro
e visse per i successivi 20 anni senza la paura di essere ripreso.Nel
1976, quando era ufficialmente un latitante, si sposò con la
quindicenne Maria Caterina Nava alla chiesa di Castellace, alla vicina
stazione di polizia, e fece visita in ospedale alla nascita di suo
figli. Sequestro e affari nella Piana di Gioia Tauro.Saro Mammoliti il
10 luglio 1973 prese parte al sequestro di John Paul Getty III insieme
a esponenti dei Piromalli, ma nel processo verrà assolto.Nel 1974
investì il ricavo del sequestro in camion con i quali la 'Ndrangheta
vince l'appalto per i trasporti per i container del porto di Gioia
Tauro. Persuasero infine i proprietari terrieri locali a vendergli i
terreni.Traffico di droga. Saverio fu coinvolto anche nel traffico di
cocaina e eroina. Sempre nel 1973 è stato incriminato di traffico di
eroina quando in un'operazione sotto copertura della FBN statunitense
stava fornendo eroina e cocaina. Mammoliti spiegò anche che prima di
un accordo venisse stipulato c'era il bisogno del consenso di 3
persone, Antonio Macrì, Girolamo Piromalli in Calabria e Paolo Violi
in Canada. Fu visto anche a Tangeri in Marocco e ad Amsterdam in
Olanda, nodi internazionali per il traffico di droga e presumibilmente
reinvestì il capitale nella costruzione di Hotel sulla costa
calabrese. Condanne e arresti. Nel 1982 fu condannato a 33 anni di
carcere nel maxiprocesso contro la 'Ndrangheta.

Fu arrestato il 9 giugno 1984, accusato di omicidio, ma presto
rilasciato. Il 1º giugno 1992, insieme a sua moglie e ad altre 3
persone viene nuovamente arrestato. Allora veniva considerato la
seconda persona più importante dopo Giuseppe Piromalli Junior in seno
alla mafia calabrese. Fu rilasciato per insufficienza di prove. Viene
arrestato nuovamente il 31 agosto 1992. A casa sua furono trovati
numerosi volantini del politico Riccardo Misasi. L'accusa include
anche il presunto omicidio del barone Francesco Cordopatri, le cui
terre furono espropriate dai Mammoliti, sei attacchi-bomba, 19 incendi
dolosi, la distruzione di 1100 uliveti, limonare e alberi di Kiwi in
15 differenti incursioni, e furto di materiale agricolo. Fu condannato
a 22 anni per estorsione e per associazione mafiosa. Nel 1995 viene
condannato anche all'ergastolo nel processo Mafia delle 3 province.
Dissociazione. Nel 2003, si dissocia dalla ndrangheta. Nonostante ciò,
ricevette un'altra condanna a 20 anni per il suo ruolo nella faida di
Oppido Mamertina scoppiata nel 1992." Il 18 maggio 2003, il Corriere
della Sera, affermava… Si è pentito Saro Mammoliti, capo della cosca
di Castellace (Reggio Calabria), seconda, in Calabria, solo ai
Piromalli. Contro di lui, si batté, negli anni ' 90, la baronessa
Cordopatri, delle cui terre il clan voleva impadronirsi. Mercoledì,
Saro sarà in Assise a Reggio, per la faida di Oppido Mamertina. La
nuova legge sui collaboratori di giustizia
Armando Spataro
Magistrato Componente del Consiglio Superiore della Magistratura
"La nuova legge sui collaboratori di giustizia, approvata in via
definitiva dal Senato il 7.2.2001, è stata accolta da un coro
pressochè unanime di positivi apprezzamenti, il che non impedisce di
rilevarne difetti e lacune: è ragionevole temere, anzi, che essa
determini l'inaridirsi del fenomeno della collaborazione processuale,
che pure tanta parte ha avuto, negli ultimi anni, nel contrasto della
criminalità mafiosa e nell'accertamento delle responsabilità per
gravissimi reati.Naturalmente, non vi può essere dubbio che il
legislatore si sia fatto carico efficacemente di alcuni rilevanti
problemi che la normativa previgente aveva fatto emergere (ad es.,
assenza di adeguate previsioni su protezione e reinserimento dei
testimoni puri, sulle specifiche causali delle erogazioni economiche
possibili in favore dei collaboratori, sul catalogo dei loro diritti,
etc.) e, del resto, alcuni insoddisfacenti aspetti della situazione
preesistente (ad es., difficoltà per ottenere il cambio di identità o
reperire occasioni di lavoro) erano frutto più delle prassi adottate
che delle lacune legislative : vi era bisogno, in ogni caso, di una
normativa che riordinasse il delicato settore . Alcune delle scelte
ora adottate, però, da un lato appaiono di dubbia utilità e
scarsamente comprensibili e, dall'altro, hanno determinato
l'introduzione nell'ordinamento di soluzioni criticabili sul piano
strettamente giuridico.Intanto, va detto che le premesse
giustificative della legge, più volte pubblicizzate dal Governo e da
autorevoli parlamentari, fondate sulla necessità di ridurre
drasticamente il numero dei collaboratori e dei loro familiari ammessi
allo speciale programma di protezione, non hanno tenuto conto del
rapporto confortante tra il numero delle collaborazioni intervenute ed
i risultati ottenuti in sede di indagini. Per quanto attiene alle
dimensioni del fenomeno, poi, sarebbe stato significativo porre in
relazione il numero dei collaboratori con quello degli appartenenti
alle organizzazioni criminali operanti in Italia, anziché, con analisi
assai riduttiva, presentare gli "oltre mille collaboratori" come dato
dimostrativo della impossibilità di gestione del fenomeno: semmai,
alla luce degli straordinari risultati conseguiti dal '92 in avanti,
vi sarebbe stata necessità di interventi legislativi tendenti a
stimolare la crescita quali-quantitativa del fenomeno e non a
determinarne la sua contrazione.E' opportuno, allora, passare in
rassegna le scelte del legislatore che maggiormente destano
perplessità, piuttosto che quelle condivisibili, con la specificazione
che di seguito, quando si citeranno le norme di legge, si farà sempre
riferimento all'articolato dell'originaria L. 15.3.91 n.82, così come
modificata dalla legge di cui qui ci si occupa…". Domenico Salvatore

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