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Operazione Saggezza, ma la 'ndrangheta, puntava anche sulla compravendita elettorale?

Operazione Saggezza, condotta sul territorio dell'area jonica tra i comuni di Antonimina, Ardore, Canolo, Ciminà e  Platì (Cirella). Il procuratore aggiunto della DDA, Nicola Gratteri ha detto:''L'indagine odierna è stata resa possibile dalla capillare distribuzione degli uomini dei Carabinieri sul territorio, una peculiarità tipica del sistema italiano. Un'attività nata dal lavoro di osservazione di piccole stazioni dei Carabinieri composte da 3 o 4 persone, in paesini lontani dai circuiti mediatici o di comunicazione. Se non fosse stato per loro non saremmo qui''. La "Corona", secondo quanto emerso, vedeva al vertice un anziano "uomo d'onore", Vincenzo Melia, affiancato da Luigi Varacalli e dai due suoi più stretti consiglieri, Nicola Romano e Nicola Nesci, ed aveva la funzione di raggruppare le 'ndrine dei centri meno importanti per dare loro, così riunite, un peso maggiore di quanto non ne avrebbero avuto singolarmente, nell'ambito criminale della 'ndrangheta. Le accuse:associazione a delinquere, estorsione, porto abusivo e detenzioni di armi, usura, esercizio abusivo del credito, truffa, furto, intestazione fittizia, infiltrazione in appalti e forniture pubbliche e condizionamento del voto

BOVALINO (RC) LA ‘NDRANGHETA HA MESSO LE MANI ANCHE NEI…”BAGNI” DELLA TERME DI ANTONIMINA? L’OPERAZIONE CONDOTTA DAI CARABINIERI DEL COMANDO PROVINCIALE, DIRETTO DAL COLONNELLO LORENZO FALFERI, IN SINERGIA CON IL GRUPPO DI LOCRI, IL ROS ED IL GOC. UNA QUARANTINA GL’INDAGATI, INVISCHIATE ALMENO UN CENTINAIO DI PERSONESCOPERTOUN NUOVO “LIVELLO-GRADINO”

Tra gli arrestati anche l'ex Presidente della Comunità Montana ''Aspromonte Orientale'' Bruno Bova. Il Procuratore capo della Procura della Repubblica f.f. di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza:''Un'attività intensa e ben coordinata   frutto di un lavoro molto lungo che ha prodotto le ben 2000 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare emessa per un'operazione che ha consentito di scoperchiare gli affari illeciti di ben cinque locali di 'ndrangheta, riuniti nel livello intermedio denominato ''Corona''. Un…’innocua”rapina ad un imprenditore, ha condotto gl’inquirenti su una pista molto importante. Gli altri arrestati sono: Bruno Bova di 55 anni, Giuseppe Cataldo di 55 anni, Marcello Cirillo di 54 anni, Pierino Fazzari di 46 anni, Teresa Fazzari di 60 anni, Vincenzo Fazzari di 56 anni, Salvatore Fragomeni di 57 anni, Giovanni Furfaro di 45 anni, Carmelo Ietto di 66 anni, Giovanni Macri' di 57 anni, Rocco Ilario Maiolo di 29 anni, Antonio Napoli di 30 anni, Bruno Parlongo di 50 anni, Felice Parrotta di 76 anni, Antonio Pasquale Pelle di 40 anni, Massimo Pelle di 38 anni, Giuseppe Perre di 75 anni, Carmine Pollifroni di 40 anni, Giuseppe Raso di 71 anni, Giuseppe Romano di 47 anni, Fabio Salvini di 32 anni, Marco Salvini di 30 anni, Massimo Siciliano di 42 anni, Antonio Spagnolo di 52 anni, Bruno Vallelonga di 57 anni, Rocco Bruno Varacalli di 45 anni, Bruno Zaffino, di 48 anni. Due arresti non sono stati eseguiti;  perché l'indagato si trova all'estero, oppure, perché il destinatario del provvedimento si e' reso irreperibile.
Domenico Salvatore


BOVALINO (Reggio Calabria) I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria diretti dal colonnello Lorenzo Falferi, della Locride,  del ROS e del GOC e delle province di Vibo Valentia, Cosenza e Como, hanno eseguito numerose ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della DDA, diretta dal procuratore capo f.f. Ottavio Sferlazza, nei confronti di persone a vario titolo indagate per associazione di tipo mafioso, estorsione, porto abusivo e detenzione di armi, usura, illecita concorrenza volta al condizionamento degli appalto pubblici, minaccia, esercizio abusivo dell’attività di credito, truffa, furto di inerti, intestazione fittizia di beni, con le aggravanti di cui all’art.7 L.203/1991, avendo agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, e della trans nazionalità ex art.3 lett. B) e C) L.146/2006.Avrebbero condizionato gli appalti pubblici con una concorrenza sleale grazie al controllo, diretto o indiretto, di imprese edili e movimento terra oltre a condizionare il libero esercizio di voto, ad esempio, l'elezione del presidente della comunità montana 'Aspromonte orientale, che non è indagato. Sono queste alcune delle accuse contestate alle 40 persone arrestate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. L'operazione, denominata 'Saggezzà, secondo gli investigatori, ha consentito di documentare gli organigrammi e le presunte attività illecite della 'ndrangheta, accertando, l'esistenza e l'operatività di cinque »locali« ad Antonimina (famiglia Romano), Ardore (famiglia Varacalli), Canolo (famiglia Raso), Ciminà (famiglia Nesci) e Cirella di Platì (famiglia Fabiano), e individuandone i vertici. Gli investigatori avrebbero anche individuato gli interessi economici e societari riferibili agli indagati, ed in particolare le attività economiche attraverso le quali avrebbero conseguito i profitti illeciti, accertando anche ipotesi di condizionamento degli appalti pubblici. Le famiglie, secondo l'accusa, avevano la gestione ed il controllo diretto ed indiretto di attività economiche anche nel taglio boschivo in località aspromontane, oltre ad un circuito di usura ed esercizio abusivo dell'attività di credito. Il nome dell'operazione ''Saggezza'', deriva da una  delle conversazioni intercettate nella quale Melia Vincenzo, capo corona, dichiarava di aver ''sempre camminato con saggezza'' e dell'esigenza di rispettare un fratello ''che è più di un fratello naturale''.

La ''Corona'' controllata e coordinata, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti,  dal ''capo corona'', Vincenzo Melia, coadiuvato dai ''consiglieri capi'' Nicola Nesci e Nicola Romano e dai ''consiglieri'' semplici Giuseppe Siciliano e Giuseppe Varacalli è un organismo,   che per la prima volta viene fuori nelle attività di indagine come una sorta di livello di coordinamento intermedio tra i locali di 'ndrangheta e il mandamento della Locride.  Serviva ai boss, anche per regolare le controversie interne tra i diversi locali di 'ndrangheta. Il procuratore Gratteri sottolinea in conferenza che gli ultimi morti in quell'area in ordine di tempo, risalgano a ben 25 anni fa. Da allora, probabilmente grazie al controllo sovraordinato, non ci sono stati più conflitti sul territorio'. Al vertice c’è sempre “La Provincia”, organo supremo di autogoverno della ‘ndrangheta planetaria. In conferenza stampa gli attempati, stupiti e scettici giornalisti, chiedevano e si domandavano, se fosse cambiata qualcosa all’interno della ‘ndrangheta; in modo particolare delle ‘ndrine ricadenti sul territorio a ridosso dei fiumi: il Laverde, il Careri,  il Bonamico, il Pintammati, il Salice, il Condojanni, il Novito ecc. Ieri Cordì, Cataldo, Pelle, Franco, Polifroni, Barillaro, D’Agostino, Belcastro, Filippone, Romeo, Nirta, Strangio ed oggi Romano, Nesci, Melia, Siciliano, Varacalli, Barbaro. Non solo. I livelli di ‘ndrangheta sono cambiati  sono sempre gli stessi?...Provincia, Mandamento, Corona, Locale, ‘ndrina, Rota. Allargano le braccia i procuratori: il fenomeno ‘ndrangheta, non è statico, ma dinamico. Come dire che la “Gramigna”, cambia volto e nome.

Muta la forma, ma non la sostanza. Finora erano stati gettonati…la Provincia, i Mandamenti,i locali, le cosche, le ‘famiglie’, i clan. Sebbene, già nell’operazione Armonia, che ha smantellato la’ndrina di Giuseppe Morabito, inteso ‘U Tiradrittu e nel codice di Reggio Calabria o della Santa, sequestrato al padrino di Pellaro  Giuseppe Chilà, arrestato, in zona Macellari, dopo vent’anni di latitanza, il 7 giugno del 1987, si parlasse già di “Corona”. In quel tempo, Anni Ottanta, seconda guerra di mafia a Reggio Calabria, dominavano altre cosche o ‘ndrine… Ambrogio a Pellaro, a sud di Reggio;  Araniti a Sambatello, a nord, sulla strada che si inerpica verso Aspromonte; Barreca a Bocale-Lazzaro, frazioni a sud, fuori città di una ventina di chilometri;  Chilà a Pellaro, frazione a sud, prima della punta omonima;  Condello ad Archi, Villa San Giovanni;  D’Agostino ad Ortì (altra strada che sale all' Aspromonte, sotto il monte Chiarello ); Terreti ( stradina che sale all' Aspromonte costeggiando il torrente Calopinace ); Gambarie, a quarantun chilometri dal centro di Reggio, oltre Santo Stefano in Aspromonte );  De Stefano ad Archi, loro caposaldo;  Fontana a Villa San Giovanni;  Imerti a Villa San Giovanni;  Martino-Tegano a Cannavò e Vinco; Labate a Sbarre (aeroporto);  Libri a Cannavò e Vinco;  Ligato a Pellaro;  Lo Giudice-Rosmini a Santa Caterina;  Morabito A. ad Ortì; Terreti;  Morabito-Latella-Carriago a Gallina e Ravagnese;  Polimeni a Terreti, Ortì; Schindilifà; Rugolino a Catona. Tra gli arrestati anche l'ex Presidente della Comunità Montana ''Aspromonte Orientale'' Bruno Bova. 

Gli agganci dei clan riuscivano infatti ad influenzare pesantemente le dinamiche interne all'ente territoriale tanto da determinarne nel 2007 l'elezione del presidente. In conferenza stampa il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, dichiara:  ''L'indagine   è stata resa possibile dalla capillare distribuzione degli uomini dei Carabinieri sul territorio, una peculiarità tipica del sistema italiano. Un'attività nata dal lavoro di osservazione di piccole stazioni dei Carabinieri composte da 3 o 4 persone, in paesini lontani dai circuiti mediatici o di comunicazione. Se non fosse stato per loro non saremmo qui''. il Colonnello Lorenzo Falferi comandante provinciale ha plaudito all'attività di osservazione capillare  è risultata utilissima grazie alla capacità di ''mettere a sistema dei dati informativi che hanno consentito di prendere le contromisure e in qualche caso anticipare le mosse dell'avversario''.Il Colonnello De Liso, Comandante del Gruppo Carabinieri di Locri, racconta in conferenza stampa:” L'operazione nasce dall'osservazione di un fatto criminoso apparentemente isolato. Un grezzo tentativo estorsivo, una rapina, ai danni ''di un imprenditore impegnato nel cantiere delle Terme di Locri''.  Dall'episodio è iniziata l'osservazione del cantiere   che ha consentito di segnalare l'interesse di due diversi personaggi che si contendevano la zona; e di disarticolare ben cinque locali dall'area jonica. A risolvere la controversia è poi intervenuto il capo 'corona Melia' che ha eliminato il dissidio''. Gl’inquirenti hanno pure riscontrato, una lunga serie di collegamenti fondati sul trasferimento delle regole che hanno consentito di accostare ad alcuni dei soggetti arrestati una serie rapporti di vicinanza con alcuni mandamenti esteri, in particolare in Australia, Canada e Sud America. Da un paesino di appena 700 abitanti come Natile di Careri sia partita la telefonata che ha indicato chi doveva essere il capo crimine di Melbourne.

 L’operazione denominata “Saggezza”, ha consentito di documentare gli organigrammi e le attività illecite dell’associazione di tipo mafioso denominata ‘ndrangheta, accertando, l’esistenza e l’operatività di cinque “locali” di ‘ndrangheta. Dunque la ‘Gramigna’ non getta la spugna. Ed anzi si rinnova, rivitalizza e rinvigorisce, dopo ogni sconfitta, con nuovi adepti, linfa vitale.  Sebbene lo Stato, non solo non arretri di un millimetro, ma insiste sul tasto del sequestro e confisca dei beni mobili ed immobili e sulla certezza, sia della celebrazione dei processi, che delle condanne. A partire dal 41 bis; ma anche migliaia di anni di reclusione ed ergastoli per capi e gregari. Domenico Salvatore









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