La Camera finanzia la scuola non statale con 223 milioni: è una
concessione incostituzionale e ancora più assurda perché attuata
mentre gli istituti pubblici ed il suo personale sono sottoposti ad
una severa spending review. Se quei fondi fossero affidati
all'istruzione pubblica si sbloccherebbero in un colpo solo il
problema degli inidonei, degli insegnanti soprannumerari e le
assunzioni del persona Ata.
Mentre si continuano a tagliare risorse e personale alla scuola
pubblica, la Commissione Bilancio della Camera approva il
finanziamento immediato di 223 milioni di euro da destinare agli
istituti non statali. Come se non bastasse, i parlamentari, con
consensi bipartisan, fanno cadere anche il vincolo del tetto minimo di
alunni per la classe. L'Anief ritiene che è giunta l'ora di opporsi a
questa sperequazione di trattamento. Che diventa ancora più clamorosa
perché attuata in un momento storico particolarmente critico per le
finanze dello Stato.
"La concessione di finanziamenti alle scuole non statali - commenta
Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato Confedir per la
scuola – rappresenta una vera beffa per l'istruzione pubblica: mentre,
infatti, si adotta una severa spending review e si decide di
riallocare su settori in sofferenza i risparmi derivanti dai tagli
nella pubblica amministrazione, in particolare nella scuola, come se
nulla fosse si continua a finanziare un servizio pubblico gestito da
privati. Un servizio che, tra l'altro, continuerà a non rispettare i
requisiti minimi per la costituzione delle classi, resi invece sempre
più severi agli istituti statali".
L'Anief ricorda, inoltre, che a seguito delle ultime approvazioni
delle leggi di stabilità due scuole pubbliche su dieci sono state
cancellate. E negli ultimi giorni si starebbe anche pensando di
ridurre fortemente il Fondo d'Istituto, per evitare l'assurdo aumento
unilaterale dell'orario settimanale dei docenti in servizio nella
scuola secondaria di primo e secondo grado. Mentre non c'è Governo,
neanche quello dei tecnici, che osa mettere in discussione, anche in
parte, le risorse che lo Stato devolve incostituzionalmente alle
scuole private. Alle quali, di fatto, "noleggia" quel servizio
educativo di cui avrebbe esclusiva competenza.
"Ma lo Stato – continua Pacifico – non può continuare a comportarsi in
questo modo: non può abdicare al suo diritto-dovere di educare al
meglio le generazioni del domani, garantendo un'istruzione ed una
ricerca di qualità. Giustificando questo grave limite con la mancanza
di fondi adeguati. Destinare quei 223 milioni di euro alla scuola
pubblica risolverebbe in un colpo solo il problema degli inidonei,
degli insegnanti soprannumerari, ad iniziare dagli Itp, e
sbloccherebbe quelle assunzioni del persona Ata che si sono andate a
perdere – conclude il sindacalista Anief-Confedir - nei meandri
burocratici dei ministeri dell'Istruzione e dell'Economia".
17 novembre 2012
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