Anief: Miur annuncia
altri concorsi, ma la scuola non ha bisogno di spot
Per approvare il nuovo reclutamento è indispensabile il parere delle
commissioni Cultura di Camera e Senato: che ad oggi non hanno ancora ricevuto
alcuna proposta.
Il concorso a cattedra per 11.542 nuovi docenti deve
ancora essere avviato: solo ieri sono terminati i tempi di presentazione delle
domande. Si parla di oltre 300.000 candidati. Anche i Tfa sono fermi alle
selezioni, e comunque i 21.000 partecipanti non potranno abilitarsi prima della
prossima estate. Eppure il ministero dell’Istruzione continua a concentrarsi sul
nuovo corso di reclutamento del personale. Secondo alcune indiscrezioni
giornalistiche, già nei prossimi giorni il ministro dell’Istruzione, Francesco
Profumo, sarebbe intenzionato a firmare il regolamento che per la prima volta
introduce una cadenza periodica dei concorsi di tipo biennale: al termine dei
due anni decadranno tutti gli idonei non ancora assunti e le graduatorie dove verranno
inseriti.
Ma secondo l’Anief se queste sono le intenzioni del
Miur stiamo assistendo ad una sorta grande spot. Forse utile all’avvicinarsi
della competizione elettorale politica. Ma non di certo al bene dalla scuola e
di chi vi opera.
“Per bandire un
concorso con modalità innovative – sostiene Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – il Ministero deve
necessariamente superare
l’art. 400 del D.Lgs. 297/1994, il cosiddetto Testo Unico, che prevede il
rinnovo dei concorsi ogni tre anni. E per farlo, Profumo deve per forza
introdurre un regolamento attuativo della legge 244/2007, approvata durante la
gestione Fioroni, legato alla formazione iniziale. Solo che per concludere
questo passaggio è obbligatorio il passaggio in Parlamento”.
“L’esame delle
commissioni Cultura di Camera e Senato – continua Pacifico - non è facoltativo. Come ribadito nella legge
296 del 2006, oltre che nella 133 del 2008. E lo stesso obbligo riguarda la
revisione delle classi di concorso di insegnamento. Quelle che sempre il
ministro Profumo avrebbe promesso di approvare entro pochissimi mesi, in modo
da utilizzarle proprio per il concorso a cattedra del prossimo anno. Ma a
quanto risulta all’Anief, i parlamentari deputati a tali verifiche ad oggi non
hanno ancora nemmeno ricevuto le proposte ufficiali su nuovi concorsi e
insegnamenti. Come si fa allora a continuare a prendere in giro centinaia di
migliaia di aspiranti docenti, dal momento che i tempi per il nuovo reclutamento
non sono ancora maturi?”.
A questo punto, secondo l’Anief non vi sono dubbi: il
ministro Profumo farebbe bene, nei pochi mesi di mandato rimasti, ad adottare
una politica meno fantasiosa e più di sostanza.
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