PROVINCE: GOVERNO VARA RIORDINO, PASSANO DA 86 A 51
COMPRESE LE CITTA' METROPOLITANE. DA GENNAIO SOPPRESSE LE GIUNTE
(di Paolo Teodori) -
Roma 31 ottobre 2012 - Il Governo ha ridotto drasticamente il numero delle Province italiane, portandole - nelle Regioni a statuto ordinario - da 86 a 51, comprese le 10 citta' metropolitane. Dopo il decreto legge di riordino approvato oggi a Palazzo Chigi, l'esecutivo si e' detto soddisfatto, tant'e' che al termine della riunione del Cdm, i ministri Patroni Griffi e Cancellieri hanno sottolineato che la ''la riforma si ispira ai modelli europei, dove ci sono tre livelli di governo''. Inoltre, hanno ribadito, il decreto consente, in pieno spirito di spending review, di razionalizzare le competenze, in particolare in materie specifiche per le Province, come la gestione delle strade e delle scuole. Per il riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale ''vedremo in futuro - ha aggiunto Patroni Griffi - visto che la legge sulla spending review concede a questi enti 6 mesi in piu' di tempo, a parte la Sardegna, che e' gia' passata da 8 a 4 e la Sicilia, che in questo momento e' impegnata su altro''.
La "nuova Italia" conta 51 Province. Ne ridisegna la mappa il Consiglio dei ministri, che ha approvato il decreto legge di riforma, completando così il percorso di riordino avviato nel mese di luglio. Il decreto prevede la riduzione del numero delle Province a statuto ordinario: si passa da 86 a 51, comprese le città metropolitane. La riforma sarà attiva a partire dal 2014 e a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici.
GIUNTE PROVINCE - Dal primo gennaio prossimo saranno soppresse e il Presidente potra' delegare l'esercizio di funzioni a non piu' di 3 consiglieri provinciali.
CITTA' METROPOLITANE - Dal primo gennaio 2014 diventeranno operative (si tratta di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) e andranno a sostituire le Province nei maggiori 'poli urbani' realizzando cosi', sottolinea il governo, ''il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e tuttavia rimasto finora incompiuto''.
COMMISSARI AD ACTA - Per rendere effettiva la riorganizzazione delle Province, senza altri interventi legislativi, il governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati e adempimenti preparatori ''garantiti dall'eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta''.
DIVIETO DI CUMULO DEGLI STIPENDI - Il decreto prevede il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi provinciali e comunali. Contestualmente viene confermata l'abolizione degli Assessorati. Gli organi politici dovranno avere, inoltre, sede esclusivamente nelle citta' capoluogo.
NUOVE PROVINCE ATTIVE DAL 2014 - L'effettivo riordino delle Province entrera' in vigore dal 1 gennaio 2014; a novembre 2013 dovranno tenersi le elezioni per decidere i nuovi vertici (che, come nuovo ente di secondo livello, secondo quanti previsto dal decreto Salva-Italia, potranno esprimere un consiglio provinciale e il presidente della Provincia, con la relativa soppressione della Giunta).
RICORSI - Sui ricorsi - ce n'e' ad esempio uno pendente in Consulta, il 6 novembre prossimo, sollevato dalle Regioni in tema di sistema elettorale per le nuove Province - Patroni Griffi ha ribadito la volonta' del governo di andare avanti ''con il nostro timing perche' crediamo nella legittimita' degli atti''. Il decreto legge del governo trova l'Unione delle Province d'Italia (Upi) decisamente critica: il presidente Giuseppe Castiglione critica le ''forzature fatte su alcuni territori'', disapprovando la decisione di voler cancellare le giunte dal prossimo gennaio. Quasi polemico il suo vice Antonio Saitta, secondo il quale ''la volonta' di voler cancellare l'elezione da parte dei cittadini degli organi di governo delle Province risponde alla stessa impostazione autoritaria e a nessun altra logica''.
L'ASSETTO - Dal prossimo primo gennaio verranno meno le giunte provinciali. Nella fase di transizione sarà possibile per il presidente delegare non più di tre consiglieri. E questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014. Il riassetto non prevede comunque che siano nominati dei commissari nella fase di transizione. Solo da un eventuale inadempimento dell'obbligo nei termini potrebbe scattare la nomina di un commissario ad acta per garantire i passaggi intermedi funzionali alla transizione. Il decreto prevede inoltre il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e l'abolizione degli assessorati. Quanto agli organi politici, questi dovranno avere sede esclusivamente nelle città capoluogo.
STATUTO SPECIALE - Del riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale, il governo si occuperà «in seguito», ha spiegato il ministro Patroni Griffi a Palazzo Chigi, «visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più».
LA MAPPA - Di seguito la nuova mappa delle Province dopo l'approvazione del decreto legge relativo al loro riordino:
PIEMONTE: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli.
LIGURIA: Imperia-Savona, Genova, La Spezia.
LOMBARDIA: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia.
VENETO: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia.
EMILIA ROMAGNA: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini.
TOSCANA: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.
MARCHE: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno.
UMBRIA: Perugia-Terni. - LAZIO: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone.
ABRUZZO: L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti.
MOLISE: Campobasso-Isernia.
CAMPANIA: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno.
PUGLIA: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce.
BASILICATA: Potenza-Matera.
CALABRIA: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria.
Il Riordino delle Province la CARTINA
Ecco di seguito la nuova mappa delle Province dopo l'approvazione del decreto legge relativo al loro riordino:
Ecco la mappa degli accorpamenti, le province delle regioni a statuto speciale non subiranno cancellazioni o accorpamenti (un'occasione sprecata, ndr):
Roma 31 ottobre 2012 - Il Governo ha ridotto drasticamente il numero delle Province italiane, portandole - nelle Regioni a statuto ordinario - da 86 a 51, comprese le 10 citta' metropolitane. Dopo il decreto legge di riordino approvato oggi a Palazzo Chigi, l'esecutivo si e' detto soddisfatto, tant'e' che al termine della riunione del Cdm, i ministri Patroni Griffi e Cancellieri hanno sottolineato che la ''la riforma si ispira ai modelli europei, dove ci sono tre livelli di governo''. Inoltre, hanno ribadito, il decreto consente, in pieno spirito di spending review, di razionalizzare le competenze, in particolare in materie specifiche per le Province, come la gestione delle strade e delle scuole. Per il riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale ''vedremo in futuro - ha aggiunto Patroni Griffi - visto che la legge sulla spending review concede a questi enti 6 mesi in piu' di tempo, a parte la Sardegna, che e' gia' passata da 8 a 4 e la Sicilia, che in questo momento e' impegnata su altro''.
Tagliati 35 enti. Patroni Griffi: «La riduzione processo irreversibile». Il nuovo modello dal 2014
La "nuova Italia" conta 51 Province. Ne ridisegna la mappa il Consiglio dei ministri, che ha approvato il decreto legge di riforma, completando così il percorso di riordino avviato nel mese di luglio. Il decreto prevede la riduzione del numero delle Province a statuto ordinario: si passa da 86 a 51, comprese le città metropolitane. La riforma sarà attiva a partire dal 2014 e a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici.
GIUNTE PROVINCE - Dal primo gennaio prossimo saranno soppresse e il Presidente potra' delegare l'esercizio di funzioni a non piu' di 3 consiglieri provinciali.
CITTA' METROPOLITANE - Dal primo gennaio 2014 diventeranno operative (si tratta di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) e andranno a sostituire le Province nei maggiori 'poli urbani' realizzando cosi', sottolinea il governo, ''il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e tuttavia rimasto finora incompiuto''.
COMMISSARI AD ACTA - Per rendere effettiva la riorganizzazione delle Province, senza altri interventi legislativi, il governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati e adempimenti preparatori ''garantiti dall'eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta''.
DIVIETO DI CUMULO DEGLI STIPENDI - Il decreto prevede il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi provinciali e comunali. Contestualmente viene confermata l'abolizione degli Assessorati. Gli organi politici dovranno avere, inoltre, sede esclusivamente nelle citta' capoluogo.
NUOVE PROVINCE ATTIVE DAL 2014 - L'effettivo riordino delle Province entrera' in vigore dal 1 gennaio 2014; a novembre 2013 dovranno tenersi le elezioni per decidere i nuovi vertici (che, come nuovo ente di secondo livello, secondo quanti previsto dal decreto Salva-Italia, potranno esprimere un consiglio provinciale e il presidente della Provincia, con la relativa soppressione della Giunta).
RICORSI - Sui ricorsi - ce n'e' ad esempio uno pendente in Consulta, il 6 novembre prossimo, sollevato dalle Regioni in tema di sistema elettorale per le nuove Province - Patroni Griffi ha ribadito la volonta' del governo di andare avanti ''con il nostro timing perche' crediamo nella legittimita' degli atti''. Il decreto legge del governo trova l'Unione delle Province d'Italia (Upi) decisamente critica: il presidente Giuseppe Castiglione critica le ''forzature fatte su alcuni territori'', disapprovando la decisione di voler cancellare le giunte dal prossimo gennaio. Quasi polemico il suo vice Antonio Saitta, secondo il quale ''la volonta' di voler cancellare l'elezione da parte dei cittadini degli organi di governo delle Province risponde alla stessa impostazione autoritaria e a nessun altra logica''.
L'ASSETTO - Dal prossimo primo gennaio verranno meno le giunte provinciali. Nella fase di transizione sarà possibile per il presidente delegare non più di tre consiglieri. E questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014. Il riassetto non prevede comunque che siano nominati dei commissari nella fase di transizione. Solo da un eventuale inadempimento dell'obbligo nei termini potrebbe scattare la nomina di un commissario ad acta per garantire i passaggi intermedi funzionali alla transizione. Il decreto prevede inoltre il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e l'abolizione degli assessorati. Quanto agli organi politici, questi dovranno avere sede esclusivamente nelle città capoluogo.
STATUTO SPECIALE - Del riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale, il governo si occuperà «in seguito», ha spiegato il ministro Patroni Griffi a Palazzo Chigi, «visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più».
LA MAPPA - Di seguito la nuova mappa delle Province dopo l'approvazione del decreto legge relativo al loro riordino:
PIEMONTE: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli.
LIGURIA: Imperia-Savona, Genova, La Spezia.
LOMBARDIA: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia.
VENETO: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia.
EMILIA ROMAGNA: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini.
TOSCANA: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.
MARCHE: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno.
UMBRIA: Perugia-Terni. - LAZIO: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone.
ABRUZZO: L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti.
MOLISE: Campobasso-Isernia.
CAMPANIA: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno.
PUGLIA: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce.
BASILICATA: Potenza-Matera.
CALABRIA: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria.
Il Riordino delle Province la CARTINA
Province, via libera al riordino, da 86 diventano 51. In Liguria: Imperia-Savona, Genova, La Spezia. L'Upi: "Forzature su alcuni territori. Sbagliato cancellare le giunte. Adesso incontro con Monti su tagli”
Ecco la mappa degli accorpamenti, le province delle regioni a statuto speciale non subiranno cancellazioni o accorpamenti (un'occasione sprecata, ndr):
- La Lombardia passa da 12 a 7: Varese, Como e Lecco insieme, Monza-Brianza inglobata nell'area metropolitana di Milano, e un'altra provincia sarà formata da Lodi, Cremona e Mantova.
- Il Piemonte passa da 8 a 5: vengono riunite Asti e Alessandria, Biella e Vercelli e ancora Verbano-Cusio-Ossola e Novara.
- Il Veneto vede una riduzione da 7 a 5: sono accorpate Verona e Rovigo, Treviso e Padova.
- L'Emilia Romagna passa da 9 a 5: vanno insieme Piacenza e Parma, Reggio Emilia e Modena, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
- La Liguria passa da 4 a 3 con l'accorpamento di Imperia e Savona.
- La Toscana addirittura da 10 a 4: insieme in un'unica provincia Massa-Carrara, Lucca, Pisa e Livorno; Firenze, Pistoia e Prato insieme, e ancora Siena con Grosseto.
- Le Marche passano da 5 a 3: in base all'accorpamento di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno.
- L'Umbria da 2 a 1: Perugia e Terni insieme.
- Il Lazio passa da 5 a 4: con Latina e Frosinone insieme.
- L'Abruzzo da 4 a 2: L'Aquila e Teramo riunite e Pescara con Chieti.
- Il Molise passa da 2 a 1: Isernia e Campobasso insieme.
- La Campania da 5 a 4: con l'accorpamento di Benevento e Avellino.
- La Puglia da 6 a 4: si accorpano Foggia con Barletta-Andria-Trani e Taranto con Brindisi.
- La Basilicata: da 2 a 1: Matera e Potenza insieme.
- La Calabria passa da 5 a 3: insieme Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia.
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