Le dichiarazioni del capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, in cui si evince che il Governo guidato dal servo dei banchieri Mario Monti non riconoscerà lo stato di calamità per le popolazioni del Pollino vittime del terremoto dello scorso 26 ottobre, risultano essere l’ennesima offesa per la nostra terra. È vergognoso come questa Italia non riesca ad essere unita nemmeno nella tragedia, e che la Calabria, e tutto il Sud, venga riconosciuto solo in termini di sfruttamento. Numerose sono le abitazioni e le strutture dichiarate inagibili in questi giorni nelle zone colpite dal terremoto, su tutte l’ospedale di Normanno che addirittura pare non potrà più riaprire, ma la situazione potrebbe aggravarsi già prossimamente.
Lo sciame sismico, infatti, in questi giorni ha continuato la sua attività indebolendo ulteriormente un territorio già fragile e pesantemente colpito da dissesto idrogeologico, e le piogge che si stanno abbattendo e che continueranno per tutta la stagione, rischiano di aggravare e creare ulteriori danni a strutture, persone ed al patrimonio naturale ed ambientale del Pollino, oltre a mettere a rischio anche la normale fruizione dei servizi essenziali. Un intero territorio, che invece di essere tutelato e sfruttato per creare un’economia oggi fatiscente, potrebbe essere seriamente compromesso se non si interviene sin da subito con soluzioni decise e risolutive, le cui risorse sarebbero facilmente disponibili se venisse riconosciuto lo stato di calamità naturale per le zone terremotate.
Occorre, pertanto, che la Regione Calabria si faccia promotrice di questa importante battaglia per i diritti delle popolazioni colpite dal terremoto, che non hanno bisogno solo della nostra solidarietà e del nostro sostegno morale, ma hanno bisogno soprattutto che gli vengano riconosciute attenzioni ed attuati interventi strutturali che prevengano nuove tragedie, e che facciano finalmente ripartire il vivere normale e civile con una prospettiva di crescita e di sviluppo. Se Roma ed il resto dell’Italia resta sordo ai bisogni dei calabresi, allora questi stessi attraverso i suoi rappresentanti istituzionali, animati dall’amore per la propria terra e disinteressati dagli interessi dei rispettivi partiti, devono farsi carico e promotori delle istanze del Popolo e della terra di Calabria. I briganti
Lo sciame sismico, infatti, in questi giorni ha continuato la sua attività indebolendo ulteriormente un territorio già fragile e pesantemente colpito da dissesto idrogeologico, e le piogge che si stanno abbattendo e che continueranno per tutta la stagione, rischiano di aggravare e creare ulteriori danni a strutture, persone ed al patrimonio naturale ed ambientale del Pollino, oltre a mettere a rischio anche la normale fruizione dei servizi essenziali. Un intero territorio, che invece di essere tutelato e sfruttato per creare un’economia oggi fatiscente, potrebbe essere seriamente compromesso se non si interviene sin da subito con soluzioni decise e risolutive, le cui risorse sarebbero facilmente disponibili se venisse riconosciuto lo stato di calamità naturale per le zone terremotate.
Occorre, pertanto, che la Regione Calabria si faccia promotrice di questa importante battaglia per i diritti delle popolazioni colpite dal terremoto, che non hanno bisogno solo della nostra solidarietà e del nostro sostegno morale, ma hanno bisogno soprattutto che gli vengano riconosciute attenzioni ed attuati interventi strutturali che prevengano nuove tragedie, e che facciano finalmente ripartire il vivere normale e civile con una prospettiva di crescita e di sviluppo. Se Roma ed il resto dell’Italia resta sordo ai bisogni dei calabresi, allora questi stessi attraverso i suoi rappresentanti istituzionali, animati dall’amore per la propria terra e disinteressati dagli interessi dei rispettivi partiti, devono farsi carico e promotori delle istanze del Popolo e della terra di Calabria. I briganti
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