TERREMOTO: ALLARME 253 FUNZIONARI, "CONDANNATA PROTEZIONE CIVILE"
Roma, 28 ottobre 2012 - "Nei prossimi anni i funzionari di questo Dipartimento rischiano di essere soli nello svolgere il proprio lavoro, soli e indeboliti. Saremo senza il supporto della comunita' scientifica, e' evidente. Soli, perche' quale professionalita' con competenze adeguate accettera', in futuro, "il rischio" di dirigere gli Uffici ad alto tasso tecnico-scientifico, come ce ne sono all'interno del nostro Dipartimento"? Lo scrivono in una lettera aperta 253 funzionari del Dipartimento della Protezione Civile. "La sentenza del 22 ottobre 2012 ha colpito profondamente l'intero sistema della Protezione Civile nazionale e singolarmente ognuno di noi, funzionari e collaboratori del Dipartimento della Protezione Civile. E ha avuto risonanza in tutto il mondo".
E' la Protezione Civile - aggiungono i funzionari - intesa come un Sistema finalizzato alla tutela dell'incolumita' delle persone e dell'integrita' di beni abitativi, produttivi, culturali e ambientali anche attraverso le attivita' di previsione e prevenzione, e non solo quelle di soccorso, che esce condannata da questo processo. Condannata per il passato ma, soprattutto, nelle condizioni attuali, condannata a non avere presente e futuro, nonostante sia presa ad esempio in tutto il mondo. La sola possibilita' per garantire al Paese le azioni che ci competono e' che le istituzioni e i cittadini tornino a supportare il sistema di Protezione Civile ed i suoi operatori, riconoscendone e tutelandone il valore, che coincide con il valore della prevenzione da perseguire con rigore e costanza nel tempo. E non certo con il salvifico intervento all'ultimo minuto: se si confida in questo, la sfida e' persa". "Non possiamo tacere quanto e' nella nostra esperienza diretta. Esperienza diretta - spiegano ancora i funzionari nella lettera - vissuta nel quotidiano e di emergenza in emergenza, al fianco dei colleghi condannati a L'Aquila, che negli anni hanno messo a disposizione la propria indiscussa competenza, professionalita' e passione nelle attivita' di protezione civile, contribuendo al miglioramento dell'intero sistema Paese. E' per questo che, a parte i riconoscimenti personali e le dichiarazioni di stima e di solidarieta' individuali nei confronti di persone con cui e' un onore ed un privilegio lavorare, rimane che quanto accaduto e' grave dal punto di vista sistemico, e potrebbe segnare un punto di non ritorno".
Roma, 28 ottobre 2012 - "Nei prossimi anni i funzionari di questo Dipartimento rischiano di essere soli nello svolgere il proprio lavoro, soli e indeboliti. Saremo senza il supporto della comunita' scientifica, e' evidente. Soli, perche' quale professionalita' con competenze adeguate accettera', in futuro, "il rischio" di dirigere gli Uffici ad alto tasso tecnico-scientifico, come ce ne sono all'interno del nostro Dipartimento"? Lo scrivono in una lettera aperta 253 funzionari del Dipartimento della Protezione Civile. "La sentenza del 22 ottobre 2012 ha colpito profondamente l'intero sistema della Protezione Civile nazionale e singolarmente ognuno di noi, funzionari e collaboratori del Dipartimento della Protezione Civile. E ha avuto risonanza in tutto il mondo".
E' la Protezione Civile - aggiungono i funzionari - intesa come un Sistema finalizzato alla tutela dell'incolumita' delle persone e dell'integrita' di beni abitativi, produttivi, culturali e ambientali anche attraverso le attivita' di previsione e prevenzione, e non solo quelle di soccorso, che esce condannata da questo processo. Condannata per il passato ma, soprattutto, nelle condizioni attuali, condannata a non avere presente e futuro, nonostante sia presa ad esempio in tutto il mondo. La sola possibilita' per garantire al Paese le azioni che ci competono e' che le istituzioni e i cittadini tornino a supportare il sistema di Protezione Civile ed i suoi operatori, riconoscendone e tutelandone il valore, che coincide con il valore della prevenzione da perseguire con rigore e costanza nel tempo. E non certo con il salvifico intervento all'ultimo minuto: se si confida in questo, la sfida e' persa". "Non possiamo tacere quanto e' nella nostra esperienza diretta. Esperienza diretta - spiegano ancora i funzionari nella lettera - vissuta nel quotidiano e di emergenza in emergenza, al fianco dei colleghi condannati a L'Aquila, che negli anni hanno messo a disposizione la propria indiscussa competenza, professionalita' e passione nelle attivita' di protezione civile, contribuendo al miglioramento dell'intero sistema Paese. E' per questo che, a parte i riconoscimenti personali e le dichiarazioni di stima e di solidarieta' individuali nei confronti di persone con cui e' un onore ed un privilegio lavorare, rimane che quanto accaduto e' grave dal punto di vista sistemico, e potrebbe segnare un punto di non ritorno".
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