

Dopo l’arresto del “supremo”, CONDELLO Domenico
aveva assunto la guida dell’organizzazione criminale dirigendone gli affari,
soprattutto nel traffico di stupefacenti e di armi, nell’infiltrazione negli
appalti, nel controllo del racket delle estorsioni.
La storia della cosca Condello si intreccia con la
storia della guerre di mafia a Reggio. Nella seconda metà degli anni ‘80 i
Condello-Imerti si staccarono
dal clan De Stefano (uscito vincitore dalla prima guerra combattuta contro il
clan Tripodo, contrario ad immettersi nel traffico di droga) di cui fino alla
metà dei ’70 avevano fatto parte iniziando un sanguinosissimo scontro
combattuto a colpi di kalashnikov e autobombe che alla fine lascerà sul terreno
più di seicento morti.
Era il lontano 10 ottobre 1985 allorché, in Villa
San Giovanni, un’autovettura Fiat 500 imbottita di esplosivo e posteggiata
accanto all'autovettura blindata del noto
boss IMERTI Antonino
cl.1946 - cognato del CONDELLO Domenico - veniva fatta esplodere con
comando a distanza. La deflagrazione aveva provocato la morte di tre persone - SPINELLI Umberto, PALERMO Vincenzo e PALERMO Angelo - guardie del corpo di IMERTI Antonino - ed il ferimento
di quest'ultimo e di BUDA
Natale, persona che notoriamente svolgeva la mansioni di autista del boss.
Il 13 ottobre, a soli tre giorni di distanza, nel
rione Archi di Reggio Calabria e cioè nel cuore del suo regno, veniva ucciso
Paolo DE STEFANO, capo incontrastato dell’omonima famiglia. Assieme a lui cadeva il fido
picciotto PELLICANÒ Antonino. I
due, che si trovavano in stato di latitanza, stavano viaggiando a bordo di una
moto intestata a SARACENO Bruno (classe 53), affiliato alla
cosca DE STEFANO e più volte segnalato
quale autista di DE STEFANO Orazio nel periodo della latitanza di questi.
Quest’episodio rappresenta l’inizio della “carriera criminale” del CONDELLO Domenico nelle file del nuovo “federamento” anti – destefaniano;
difatti, a seguito di tale episodio delittuoso veniva colpito da un’ordinanza
di custodia cautelare in carcere, emessa in data 21.10.1985, per il reato di
duplice omicidio, porto e detenzione abusiva di armi ed altro.
In data 30.07.1986 veniva colpito da un Mandato di
Cattura emesso dal Giudice Istruttore presso il Tribunale di Reggio Calabria
per duplice omicidio ed altro.
In data 11.10.1986 veniva colpito da un Mandato di
Cattura emesso dal Giudice Istruttore del Tribunale di Reggio Calabria per
associazione di tipo mafioso.
In data 07.12.1990 veniva colpito dall’ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Assise di Appello di Reggio
Calabria per inosservanza degli obblighi impostigli dell’A.G., a seguito di
scarcerazione per decorrenza dei termini della custodia cautelare, per
associazione di tipo mafioso ed altro.
In
data 22.05.1992 veniva colpito da un Ordine di carcerazione emesso dalla
Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria, dovendo espiare la pena
di anni 6, mesi 1 e giorni 17 di reclusione per violazione art. 416 bis C.P..
In
data 03.04.1993 veniva colpito dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dall’Ufficio GIP di Reggio Calabria, per associazione di tipo mafioso ed
altro.
In
data 25.03.2004 veniva colpito dall’Ordine di carcerazione della Procura
Generale della Repubblica c/o la Sezione di Corte di Appello di Reggio
Calabria, dovendo espiare la pena
dell’ergastolo per omicidio.
Le
recenti operazioni concluse dall’Arma sul capoluogo reggino (Indagini META,
LANCIO e REGGIO NORD), che hanno interessato gli affiliati alle cosche
“CONDELLO” e “DE STEFANO-LIBRI”, tra cui lo stesso CONDELLO Domenico, hanno
confermato le sinergie criminali, nel corso del tempo instauratesi e
consolidatesi tra le citate consorterie, in passato sanguinosamente
contrapposte ed oggi nuovamente federate per privilegiare il perseguimento di
obiettivi illeciti condivisi. In tal senso, particolarmente significativa è
risultata l’accertata costituzione di un organismo
decisionale unitario, al vertice del quale era stato posto CONDELLO
Pasquale, coadiuvato da DE STEFANO Giuseppe, il cui ruolo di raccordo era
svolto proprio da CONDELLO Domenico e LIBRI Pasquale, allo scopo di assicurare
il rispetto delle regole elaborate e la ripartizione dei proventi tra le
diverse locali del capoluogo.
Durante
la sua latitanza, CONDELLO Domenico ha continuato a gestire con autorità le
strategie della cosca di riferimento, imponendo la propria leadership sui
diversi gruppi criminali del capoluogo reggino nella ripartizione delle
attività criminali tra le diverse cosche locali.
L’intervento andrà
pertanto ad incidere in maniera significativa sulle dinamiche evolutive della
‘ndrangheta reggina, ponendo fine all’ascesa del CONDELLO, ormai proteso ad
estendere la propria influenza criminale anche al di fuori del capoluogo
reggino.
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