Nella giornata di ieri[1],
in Costa Rica, investigatori della Polizia di Stato e dei collaterali organismi
costaricensi[2]
- al culmine di una proficua attività di collaborazione internazionale curata,
per l’Italia, dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia
di Reggio Calabria con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia, e,
per il Costa Rica dalla Fiscalia Adjunta contra la Delincuencia
Organizada - hanno partecipato all’esecuzione di 7 provvedimenti restrittivi nei
confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili di associazione per
delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dalla
transnazionalità delle condotte.
L’operazione rappresenta l’epilogo dell’inchiesta
denominata Columbus, conclusasi il 7 maggio
scorso con l’esecuzione di 13 provvedimenti restrittivi, eseguiti in Italia e
negli Stati Uniti, nei confronti di un sodalizio ritenuto legato alla ‘ndrangheta ionico-reggina, gestito da
GIGLIOTTI Gregorio, ristoratore calabrese, residente nel Queens a New York, considerato
broker internazionale dedito al traffico
di cocaina fra Costarica, Stati Uniti ed Italia.
L’odierno segmento investigativo - prosieguo
delle indagini promosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio
Calabria e sviluppate anche grazie a rogatorie con gli organismi giudiziari del
Costa Rica e degli Stati Uniti - ha consentito di identificare gli esponenti di
un cartello criminale costaricense legato
a GIGLIOTTI e coinvolto nel traffico internazionale di oltre 3.200 chilogrammi di cocaina[3],
sequestrati nel corso delle indagini in Olanda, Belgio, Spagna e Stati Uniti.
Le attività investigative hanno ricostruito l’organigramma
del sodalizio, la struttura organizzativa, le condotte transnazionali e le rotte
del narco-traffico, consentendo di qualificare i rapporti fra esponenti della ‘ndrangheta e trafficanti attivi nel Centro
- America, in contatto con narcos
colombiani.
L’Autorità giudiziaria di Reggio Calabria ha
emesso, inoltre, 3 provvedimenti
restrittivi nei confronti di GIGLIOTTI Gregorio e della moglie Eleonora LUCIA (tuttora
detenuti a New York), nonché del
figlio Angelo. Nei loro confronti saranno, pertanto, avviate le conseguenti iniziative,
d’intesa con la Procura Distrettuale di New York, a fini estradizionali.
Si svela ulteriormente, in tal modo, lo scenario
dell’inchiesta, disarticolando il potente cartello
criminale, operante in Costa Rica, con l’arresto dei referenti di vertice, operanti
in quel paese, attivi nel traffico internazionale di cocaina verso gli Stati
Uniti e l’Europa. Lo stupefacente, come emerso in precedenti fasi
dell’inchiesta, era destinata al sodalizio transnazionale di GIGLIOTTI
Gregorio, ristoratore di origini calabresi, residente nel Queens (New York), emerso quale broker
criminale legato ad importanti sodalizi della ‘ndrangheta ionico-reggina.
GIGLIOTTI Gregorio, come emerso nel corso delle
indagini culminate con il suo arresto
negli Stati Uniti, da tempo, aveva attivato un canale internazionale per l’approvvigionamento
di cocaina, avvalendosi della costante sostegno logistico ed operativo di
personaggi residenti in Costa Rica. Il
ristoratore calabrese del Queens,
infatti, aveva dimostrato di poter fare pieno affidamento su una rete di contatti ed
una filiera logistica di soggetti in grado di reperire e trasportare ingenti
quantità di droga su rotte transnazionali.
In concreto, l’individuazione della base
logistica utilizzata dal sodalizio è stata possibile, in primo luogo,
attraverso l’analisi delle trasferte e dei movimenti aerei, effettuati da
GIGLIOTTI Gregorio, dai suoi familiari e dei suoi correi, dagli Stati Uniti
verso la capitale costaricense San Josè, a
più riprese, tra il 2012 ed il 2014, con soggiorni di brevissima durata.
A riscontro di quanto emerso dalle
intercettazioni svolte a carico di GIGLIOTTI, sono stati effettuati osservazioni
e pedinamenti transfrontalieri anche nei confronti della moglie LUCIA Eleonora
e di FAZIO Franco[4]
(fiduciario di GIGLIOTTI in
CALABRIA), specie in occasione di trasferte nella capitale costaricense San Josè, registrate tra l’agosto ed il
settembre 2014, nell’immediata vigilia della spedizione di cocaina, poi
intercettata e sequestrata negli Stati Uniti. In tali circostanze di tempi e
luoghi, investigatori costaricensi[5]
- coadiuvati dal F.B.I - hanno documentato non solo la consegna di denaro in
favore di alcuni degli indagati, ma anche identificato compiutamente alcuni dei
principali referenti del cartello
costaricense.
Si tratta di soggetti operanti nello Stato
centro americano, in contatto con esponenti colombiani dei cartelli del narcotraffico, che, avvalendosi di
società di import-export nel settore
della frutta e di altre derrate alimentari, hanno esportato ingenti
quantitativi di cocaina verso porti degli Stati Uniti e dell’Europa (Olanda,
Spagna e Belgio).
L’organizzazione criminale costaricense oggetto
di iniziative giudiziarie congiunte - i provvedimenti sono delle rispettive
Autorità giudiziarie di Reggio Calabria e di San Josè - ha garantito negli anni
carichi di cocaina destinata alla ‘ndrangheta,
evidenziando i seguenti soggetti, considerati vertici e referenti
dell’organizzazione:
1.
GUZMÁN ROJAS Arnoldo de Jesús[6],
2. CAMPOS MORA Juan José de la Trinidad[7],
3. GARCIA ALZUGARAY Ricardo
Jorge[8], detto
il
cubano,
4. MONTERO PICADO German Andres[9],
5. ZUNIGA ARIAS Carlos[10],
6. VELASCO Julio[11], anch’egli cittadino cubano,
7. ZUNIGA ARIAS Hector Aladino[12]
Nel dettaglio, 5 dei soggetti sopra indicati sono
destinatari di distinti e congiunti provvedimenti emessi dall’A.G. di Reggio
Calabria e da quella di San José (Costa Rica), mentre gli altri 2 risultano colpiti da provvedimento
restrittivo nel solo procedimento costaricense.
Il quadro complessivo delle indagini svolte ha
evidenziato una caratteristica, tra le tante, peculiare del sodalizio di
GIGLIOTTI Gregorio: la sua pervasiva capacità di operare su diversi versanti
criminali, agendo tanto sul fronte statunitense e centro americano, quanto su
quello italiano, grazie ai suoi collegamenti con personaggi legati alla
criminalità organizzata calabrese.
Lo schema criminale emerge collaudato e
tipicamente ascrivibile alla tradizionale capacità della ‘ndrangheta di proiettare le sue attività oltre i confini
nazionali, nel settore del traffico internazionale di stupefacenti e altri
settori illeciti.
Sotto
tale profilo, la transnazionalità
delle condotte riconducibili ai sodalizi calabresi trova la sua più naturale
estrinsecazione nella gestione del traffico internazionale di stupefacenti.
L’inchiesta
Columbus,
infatti, ha documentato il profondo radicamento dei sodalizi mafiosi di matrice
‘ndranghetista nella gestione di
flussi di cocaina, proiettati in Nord America ed in Europa, ove possono gestire
basi logistiche, sviluppare alleanze con altri cartelli criminali, reimpiegare
agevolmente ingenti proventi delle attività illecite[13].
Tale aspetto viene
agevolmente disvelato, anche analizzando i seguenti sequestri di cocaina, effettuati nel corso della presente
inchiesta, ascrivibili al sodalizio costaricense che, con ogni evidenza, opera
con il pieno sostegno di soggetti colombiani, radicati nello stato
centro-americano, ragionevolmente legati a potenti cartelli del narco-traffico, tradizionalmente egemoni nel Centro e
Sud America.
·
Sequestro
di 16 chilogrammi, avvenuto nel
febbraio 2014, tra Anversa (BELGIO)
e Rotterdam (OLANDA), riconducibili ad
una società costaricense, emersa anche
in occasione di successivi sequestro a carico di GIGLIOTTI Gregorio, negli
Stati Uniti.
·
Sequestro
di oltre 40 chilogrammi, avvenuto nel
settembre 2014, nel porto di Valencia
(SPAGNA), riconducibili ad una società costaricense, ascrivibile al
sodalizio indagato, già in rapporti commerciali anche con GIGLIOTTI Gregorio.
·
Sequestro
di 44 chilogrammi di cocaina,
avvenuto il 20 ottobre 2014 nel porto di Wilmington
(USA), riconducibili al sodalizio costaricense facente capo all’indagato
MONTERO PICADO German Andres (ditta Tropifrut)
e diretti ad una società di GIGLIOTTI Gregorio;
·
Sequestro
di 3003 chilogrammi di cocaina,
avvenuto il 28 novembre 2014 nel porto di Rotterdam
(OLANDA), anch’esso riconducibili al sodalizio costaricense, facente capo a
MONTERO PICADO German Andres (ditta Commercializadora
de Pina);
·
Sequestro
di 15 chilogrammi di cocaina,
avvenuto il 29 dicembre 2014 nel porto di Chester-Philadelpia
(USA), riconducibili al sodalizio costaricense e diretti ad una società di
GIGLIOTTI Gregorio;
·
Sequestro
di 85 kilogrammi di cocaina,
avvenuto il 7 maggio 2015, rinvenuti all’interno di un container, in partenza dal porto di Moin (Costa Rica) e diretto allo scalo di Anversa (BELGIO), anch’essi riconducibili ad uno degli indagati del
sodalizio costaricense, già in rapporti commerciali con GIGLIOTTI Gregorio.
Le rotte di
approvvigionamento della cocaina, quindi, seguono un consolidato schema, da
tempo tracciato da tutti i potenti sodalizi del narcotraffico internazionale,
teso ad alimentare reti di distribuzione ramificate negli Stati Uniti e nei
paesi del Nord Europa.
La stessa struttura
organizzativa dei sodalizi in argomento utilizza metodologie tipiche e
collaudate; si avvale, infatti, di una rete di referenti e corrieri in
grado di avviare e definire le trattative, procede alla consegna del denaro e
segue tutte le fasi organizzative, tese all’approvvigionamento dello
stupefacente. Tale caratteristica si manifesta in una spiccata mobilità, in grado di sviluppare condotte
convergenti e contemporanee, anche nel territorio di diversi Stati.
Le relazioni criminali
intrattenute in Costa Rica da GIGLIOTTI evidenziano i suoi collegamenti con contesti
internazionali del narcotraffico. Anche
in Costa Rica, infatti, il sodalizio indagato risulta fruire di sostegni
logistici, consistenti in numerose aziende agricole e società commerciali,
destinate prevalentemente alla produzione e successiva commercializzazione di
frutta esotica e tuberi (ananas, banane,
manioca, cassava), di cui lo stato centroamericano è uno dei maggiori
produttori mondiali.
Emerge anche la capacità
di tessere legami con esponenti di eterogenei contesti criminali, operanti su
diversi versanti internazionali. Ad esempio, GIGLIOTTI, era il referente, a New
York, di altri personaggi di origine calabrese, i quali, mantenendo solidi
legami con la terra di origine, hanno replicato il modello criminale ‘ndranghetista, inserendosi nei lucrosi
traffici internazionali di stupefacenti.
Inoltre, sulla base
delle indagini svolte, anche di concerto con organismi olandesi, belgi e
spagnoli, è stato dimostrato che in Costa Rica opera un ampio cartello criminale - ritenuto fornitore anche della cocaina
destinata al sodalizio di GIGLIOTTI Gregorio - dedito a traffici internazionali verso gli Stati Uniti e rotte
europee. A tal riguardo, come detto, risulta che diverse società di import-export costaricensi hanno
spedito, nel corso dell’ultimo anno, diversi carichi di cocaina - sempre
occultati con identiche modalità in scatole contenenti frutta e tuberi -
successivamente sequestrati in porti spagnoli (Valencia), belgi ed olandesi (Anversa
e Rotterdam).
In Calabria i referenti del GIGLIOTTI erano i
fratelli i fratelli VIOLI di Sinopoli (RC), entrambi arrestati
nell’ambito dell’Operazione “Columbus”
del maggio scorso, legati (anche da vincoli di parentela) con la potente
cosca ALVARO, operante nella Provincia di Reggio Calabria, con proiezioni
criminali nel Centro e Nord Italia, posta ai vertici della ‘ndrangheta calabrese.
Il quadro complessivo delle indagini svolte
sull’asse transnazionale Italia - Nord Europa - Stati Uniti - Canada, ha progressivamente
confermato l’incisiva capacità della criminalità organizzata calabrese di
operare su diversi fronti, conquistando in
loco posizioni di rilievo nel controllo delle attività illecite, in primis nel settore del traffico
internazionale di stupefacenti e armi, del riciclaggio e reimpiego di beni di
provenienza illecita.
Da New Bridge a Columbus, fino
all’odierna conclusione, sono state riscontrate, specularmente, modalità
operative, asset organizzativi e
logistici, proiezioni criminali, anche nel settore degli investimenti illeciti
e nel reimpiego di denaro.
Nel contesto generale - puntualmente emerso nei
diversi filoni di inchiesta - la gestione dello stupefacente rappresenta il
maggiore interesse economico della ‘ndrangheta
ionico-reggina, da tempo impegnata a conquistare fette di mercato sempre più
ampie, grazie alla costituzione di solide basi logistiche nei pressi delle
grandi aree portuali del Nord Europa. La possibilità di approvvigionarsi di
cocaina in Centro e Sud America risulta orientata ad alimentare tanto il
versante nord-americano che quello calabrese e si avvale stabilmente della rete
logistica e di trasporto connessa alle attività imprenditoriali controllate nei
Paesi Bassi e in Belgio.
Tale tessuto connettivo, che definisce il modus operandi delle cosche ionico reggine, appare
caratterizzato da aspetti comuni, sistematicamente ricorrenti nelle inchieste
svolte nel corso degli ultimi anni.
Ø l’infiltrazione
criminale della ‘ndrangheta nei paesi
del Nord America (Canada e Stati Uniti) appare oramai compiuta. In quei paesi la
cosche si sono profondamente radicate, hanno assunto posizioni di rilevo nella
gestione degli affari criminali e si propongono, con sempre maggiore
autorevolezza, quali interlocutori delle organizzazioni dedite al crimine
transnazionale. Grazie anche all’azione progressivamente condotta dal F.B.I. e
dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, sono stati individuati
gli interessi ed i referenti delle potenti consorterie riconducibili alle famiglie
AQUINO-COLUCCIO, originari di Gioiosa Ionica, ed alla famiglia
COMMISSO di Siderno, storicamente radicati in territorio canadese ed
“infiltratisi” a New York e in altre metropoli statunitensi. Lo schema
criminale riscontrato risulta muoversi lungo un’asse di continuità rispetto
alla tradizionale capacità della ‘ndrangheta
di proiettare le sue attività oltre i confini nazionali, assumendo il controllo di settori economici
nevralgici, anche all’estero. Esse hanno instaurato, in quei paesi, consolidati
rapporti imprenditoriali e commerciali, sfociati nella costituzione di
strutture funzionali a gestire importanti flussi di sostanza stupefacente,
proveniente dal Centro e Sud America.
Ø nei paesi del Centro e
Sud America (Guyana, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Brasile, Venezuela)
le cosche della ‘ndrangheta hanno proiettato basi logistiche e strutture operative
che consentono un rapido e continuo approvvigionamento di cocaina, la
predisposizione di trasporti sicuri -
mediante la movimentazione di merci e derrate alimentare destinate
all’esportazione verso il Nord America e l’Europa - nonché la gestione diretta
degli affari, mediante costante garanzia dei pagamenti in favore dei cartelli narcos colombiani e messicani, egemoni
in quell’area. La presenza di fiduciari
e broker delle cosche in quei
territori rappresenta uno degli aspetti meglio documentati da recenti indagini
della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che hanno condotto
anche all’arresto di latitanti di elevatissima caratura, da anni stabilmente
residenti in Centro e Sud America (PANNUNZI
Roberto e TRIMBOLI Domenico,
entrambi arrestati in Colombia nel 2013, PIGNATELLI
Nicola, arrestato nel 2014 a Santo Domingo, BIFULCO Pasquale, arrestato nel 2014 in Perù);
Ø al riguardo, le indagini
hanno esaltato anche la propensione delle cosche
ad assumere il controllo di contesti criminali nei paesi del Nord Europa, ove
da tempo esponenti delle cosche ionico-reggine si sono inseriti nei settori
economici ed imprenditoriali. In tal senso, intere aree di Olanda, Belgio e Germania
si sono progressivamente caratterizzate per la presenza stabile di “locali” di ‘ndrangheta, dirette
propaggini delle strutture originarie, operative in Calabria. Anche in quel
contesto l’infiltrazione nella rete logistica
dei trasporti e nel commercio di merci, fornisce un valido supporto per
la conduzione dei traffici internazionali di stupefacenti, destinati ai più importanti
scali portuali del continente europeo (Rotterdam, Anversa, Amburgo). Ciò a
conferma della tradizionale capacità della ‘ndrangheta
di replicare i propri schemi operativi anche in altre aree del continente
europeo, anche mediante l’imposizione di condizioni commerciali;
Ø la capacità di
movimentazione di ingenti carichi di stupefacente, documentata dall’inchiesta Columbus
(tra il febbraio 2014 e il maggio 2015, sui diversi fronti dell’inchiesta, sono
stati sequestrati oltre 3.200 kg di cocaina), fornisce pieno
riscontro alle cennate dinamiche, rappresentando la cartina di tornasole del meccanismo criminale messo in piedi
dalle cosche calabresi e dai loro
referenti transnazionali nel settore del narco-traffico.
Al tal proposito, la progressiva conquista di basi operative in Nord Europa ha
consentito di veicolare in modo agevole i carichi di cocaina, anche verso
acquirenti, appartenenti a variegati sodalizi della criminalità organizzata
italiana e straniera, che appaiono sempre più orientati ad acquistare stupefacente
presso le cosche calabresi, non
potendo fruire di analoghe basi logistiche e relative penetrazioni criminali
all’estero;
Ø le indagini svolte,
infine, hanno confermato la primazia della ‘ndrangheta
calabrese nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Lo sviluppo delle attività criminali e l’evoluzione
strategica della ‘ndrangheta hanno modificato progressivamente gli equilibri,
soprattutto all’estero (Stati Uniti e Canada), rispetto alle altre
organizzazione mafiose, in ragione della prorompente espansione delle cosche
calabresi, di cui anche le attuali vicende investigative rappresentano una
plastica rappresentazione. E’ una conferma, che non necessità di
ulteriori riscontri, in ordine alla pervasiva ed incisiva capacità della ‘ndrangheta di proiettarsi quale modello
criminale di riferimento a livello internazionale, senza privarsi delle proprie
originarie tradizioni, risultando adattabile e flessibile nell’infiltrazione in
diversi contesti territoriali e sociali, ma, al tempo stesso, particolarmente
resistente alle strategie di prevenzione e contrasto.
I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel
corso di una conferenza stampa che si terrà, nella mattinata di oggi, alle ore
11, presso la Questura di Reggio Calabria, alla quale parteciperanno i
magistrati inquirenti ed i vertici degli organismi investigativi.
Reggio
Calabria, 15 ottobre 2015.
[1] le fasi esecutive
dell’operazione in Costa Rica si sono svolte fra le 5.00 e le 10.00 a.m.,
corrispondenti alle ore 13.00-18.00 di ieri in Italia;
[2] Organismo de Investigación
Judicial - Sección de Estupefacientes.
[3] tra i sequestri effettuati, è anche quello di 3003 chilogrammi, avvenuto nel novembre
2014 nel porto di Rotterdam (Olanda), ascritto al sodalizio costaricense
facente capo a MONTERO PICADO German Andres, che è stato arrestato nell’operazione.
[4] Anch’egli arrestato lo scorso 7 maggio nel corso
dell’operazione Columbus ed
attualmente detenuto.
[5] Organismo de Investigación Judicial - Sección
de Estupefacientes.
[6] nato a Santiago Puriscal di San
Jose (Costa Rica) il 24 dicembre 1965.
[7] nato a Heredia
(Costa Rica) il 31 gennaio 1968.
[8] nato a Cuba il 1° marzo 1962, domiciliato in Costa
Rica.
[9] nato a Quesada San Carlos, Alajuela (Costa Rica) il 26
settembre 1982.
[10] nato a Delicias Turrubares San Josè (Costa Rica) il 10
dicembre 1953.
[11] nato il 2 gennaio 1959 a Cuba.
[12] nato il 20 novembre 1948 in Costa Rica.
[13] Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico
internazionale di sostanze stupefacenti, aggravata dalla transnazionalità, su
ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, in data 7
maggio u.s., gli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra
Mobile di Reggio Calabria, con la partecipazione operativa di agenti del Federal
Bureau of Investigation di New York e dell’ Homeland Security, avevano
sottoposto a fermo di indiziato di delitto i seguenti soggetti:
1. FAZIO Franco, nato il 15 marzo
1969;
2. FAZIO Pino, nato a il 21 giugno
1971;
3. VIOLI Francesco, nato il 10 gennaio
1972;
4. VIOLI Carmine, nato il 22 febbraio
1979;
5. CAPARROTTA Basilio, nato il 10
settembre 1961();
6. CAPARROTTA Salvatore, nato il
21.01.1969;
7. PAPALEO Alfonso Santino, nato il 4
novembre 1955;
8. PREITI Nicola, nato il 31 dicembre
1968;
9. BERLINGERI Domenico nato il 11
gennaio 1980;
10. BERLINGERI Cosimo, nato il 17
febbraio 1958;
11. BERLINGERI Domenico;
12. BERLINGERI Antonio, nato il 23
dicembre 1992;
13. CACIA Alessandro, nato il 27
settembre 1983.
Ai fermi, come detto, si
erano aggiungerti gli arresti effettuati a New York, di GIGLIOTTI Gregorio,
della moglie LUCIA Eleonora e del figlio Angelo. Contestualmente erano state
eseguite anche 12 perquisizioni a carico di altrettanti indagati residenti in
Calabria ed Emilia Romagna. Oltre 30 i soggetti indagati per reati inerenti il
traffico di sostanze stupefacenti.
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