Allarme tra i dipendenti regionali ed ex lg 34/02 per la sentenza
del Cons. di Stato che annullerebbe le uniche progressioni verticali promosse
dalla Regione.
Trepida attesa dei dipendenti regionali per
l'incontro di lunedi 28/09 c.a. tra i sindacati e la Giunta regionale in
seguito alla sentenza del Consiglio di Stato, che mette in discussione e
annulla tutti gli atti relativi alle progressioni verticali per circa mille
dipendenti di Cat. D1 e D3. È forte la preoccupazione e il disappunto tra i
dipendenti interessati, di cui lo scrivente si fa portavoce, avendone recepito
il malumore e lo sconcerto per un'eventuale applicazione della suddetta
sentenza, il cui danno economico
ricadrebbe sugli stessi, oltre a determinarne la regressione di
carriera.
Per la cronaca, si fa presente che la sentenza
arriva comunque a distanza di circa dodici anni dal concorso, quindi non ci
sarebbe nessuna possibilità di rifacimento delle procedure in linea con il
dettato legislativo e di ripetizione delle prove.
Del resto, all'epoca, le progressioni verticali sono state
fortemente volute dai dipendenti, i quali
con l'appoggio dei sindacati e della RSU riuscirono con denunce e
contestazioni varie a fare annullare numerosissime promozioni effettuate
"motu-proprio" dall'amministrazione regionale precedente. Occorre
ricordare, inoltre, che i consulenti interpellati dagli addetti ai lavori,
pare avessero promosso le procedure del concorso: quelle progressioni verticali
interne, è vero non hanno riservato la quota agli esterni, ma la Regione allora
aveva circa 4.500 dipendenti quindi aprendo agli esterni avrebbe dovuto
procedere all’assunzione di un ulteriore numero di funzionari con relativi
oneri finanziari a carico del bilancio regionale. Certo, le sentenze
vanno applicate, le regole vanno rispettate ma dopo dodici anni...e i
dipendenti che colpa hanno per subirne le conseguenze?
Firmato
Adolfo Romeo
Dirigente Cisl-FP;
Coordinatore
dipendenti lg 34/02.
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