Roccaforte del Greco (Reggio Calabria) 23 giugno 2015- Sapevamo che fare il nostro mestiere comporta ostacoli, ostruzionismi, minacce, intimidazioni, aggressioni, ingiurie e altro. Mai ci saremmo aspettati però che anche il neo sindaco di Roccaforte del Greco il signor Domenico Penna arrivasse a tanto.
Su nostra specifica richiesta formale e per iscritto abbiamo chiesto l'accredito e la possibilità di riprendere i Consigli Comunali. Una cosa talmente ovvia e scontata che mai ci saremmo aspettati un diniego così perentorio e inopportuno.
Il neo sindaco, probabilmente inesperto nel gestire la cosa pubblica e in barba alla Istituzione da lui rappresentata ha pensato bene di metterci la ciliegina sulla torta.
No alle riprese audio e video e soprattutto no all'accredito. "Relativamente all'accredito stampa questa A.C. valuterà successivamente a quali testate giornalistiche rivolgersi" Ed è questa la ciliegina. (CARRAMMENDULA) non solo valuterà, ma addirittura sceglierà a quale testata rivolgersi. Che razza di risposta è mai questa. Lui decide chi accreditare e chi no? Fateglielo capire che non funziona così.
Lo compatiamo, la sua inesperienza lo porta a usare toni e forme davvero inaccettabili. In ogni caso come nostro costume, ribadiamo: chi non rispetta il lavoro altrui merita solo il nostro disprezzo.
E allora caro signor Domenico Penna indossa l'abito dell'umiltà e chiedi scusa pubblicamente. Non a Luigi Palamara, un giornalista che fa il proprio mestiere, ma all'Istituzione che tu in questo momento rappresenti.
Un passo indietro non ti farebbe male.
Noi di sicuro non ci faremo comandare a bacchetta nè tantomeno soprassederemo sulle tue sortite. Buone o cattive che siano. Sai, dalle mie parti questo si chiama Democrazia, Libertà, Trasparenza, Legalità. E dalle tue?
E adesso servi sciocchi e inutili avanti con le vostre uscite. Scatenatevi a screditarmi. Non penserete che basta qualche cazzata sulle vostre bacheche facebook a condizionarmi o a farmi perdere in credibilità? Suvvia. Avanti servi, il nuovo padrone vi aspetta.
Luigi Palamara

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