In data 21 agosto 2014, i Carabinieri del Comando
Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di
indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di 18 affiliati
alla ‘ndrangheta, di cui 2 catturati nella provincia di Reggio Calabria ed i
restanti 16 oggetto di attiva e contemporanea localizzazione – da parte degli
organi di Polizia Federale - in territorio elvetico i quali saranno arrestati
dopo l’espletamento delle procedure estradizionali.
Gli indagati sono tutti componenti dell’articolazione territoriale
denominata “Società di Frauenfeld
(Svizzera)”, dipendente dalla “Locale
di Fabrizia (VV)”, responsabili di associazione di tipo mafioso (artt. 416 bis, commi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e 61
nr. 6 c.p.), aggravata dall’art. 3 lett. B) e C) l.
n. 146/2006 (reato transnazionale) in quanto commesso in Italia e Svizzera da
un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno
stato.
Le indagini, avviate nel gennaio del 2012, nonché la contemporanea fase
esecutiva di queste ore, si sono avvalse anche del contributo investigativo dell’Ufficio
Federale di Polizia della Confederazione Svizzera, in relazione alle attività
svolte in territorio elvetico, per l’utilizzo delle quali, il 17.04.2013,
veniva siglato a Milano, presso gli uffici del Comando Provinciale Carabinieri,
un “accordo su indagini collegate tra il
Ministero Pubblico della Confederazione Svizzera - Divisione Protezione dello
Stato - Reati Speciali e Criminalità Organizzata e la Procura della Repubblica
Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria”.
Nel corso delle indagini svolte da questo Comando - e come
già emerso nel corso dell’operazione “il
Crimine” - è stata documentata la presenza di alcuni esponenti della
‘ndrangheta in Svizzera, in particolare nella città di Frauenfeld, ove esiste
una “Locale” di ‘ndrangheta, il cui
modello strutturale riproduce esattamente quello calabrese. La suddetta
ramificazione criminale, seppur dotata di una certa autonomia, in realtà è
rigidamente dipendente dal “Crimine”
della provincia di Reggio Calabria a cui risponde.
Le investigazioni, infatti,
hanno consentito non solo di confermare l’esistenza e l’operatività – già dagli
anni settanta - della “Locale” di
Frauenfeld, ma anche di individuarne gli associati, i ruoli e le cariche e
soprattutto di verificarne la dipendenza al “Crimine” calabrese, per il tramite di PRIMERANO Giuseppe Antonio, attualmente detenuto in Italia, la cui figura era stata riconosciuta sia in
Calabria, ove era “accreditato” presso il “Crimine” sia all’estero, in Germania
e in Svizzera. Significativa della funzione baricentrica di PRIMERANO erano poi
i contatti pregressi, già registrati durante l’attività d’indagine cd “Il
Crimine” dalle quali emergeva il ruolo apicale del citato PRIMERANO e la sua
influenza nella risoluzione delle controversie criminali, anche internazionali;
proprio PRIMERANO Giuseppe Antonio si rivelava personaggio cui NESCI Antonio
doveva far riferimento per ottenere l’autorizzazione ad estendere il dominio
territoriale oltre che in Svizzera anche in altre località tra cui Singen –
comune tedesco del Baden – Wuttemberg. PRIMERANO,
nel luglio 2013 è stato condannato alla pena di anni tredici di
reclusione poiché ritenuto colpevole del delitto di associazione di tipo
mafioso proprio a seguito dell’operazione “Il Crimine” venendo valutate a suo
carico innanzitutto la posizione direttiva rivestita in seno
all’organizzazione, la sua frequentazione con Oppedisano Domenico cl.’30 con il
quale si intratteneva durante il summit di Polsi nonchè il ruolo
ricoperto in seno alla compagine di appartenenza che lo rendeva – come detto -
diretto referente anche delle locali radicate in Germania.
L’analisi complessiva delle
risultanze investigative hanno consentito per la prima volta in assoluto, di
apprendere dettagli e caratteristiche del contesto criminale elvetico con
riguardo alla struttura di ‘ndrangheta in quel territorio. Il dato essenziale
appurato – sino ad ora inedito -
riguarda la piena operatività da circa 40 anni dell’articolazione di
‘ndrangheta insediata in territorio elvetico ed in particolare nella città svizzera
di Frauenfeld (“… la nostra società è formata da 40 anni …”) con la piena e
diretta rispondenza alla terra d’origine degli affiliati (“… Gli
ho detto…gli ho detto che il “locale” è da 40 anni che “risponde” a Fabrizia …”).
Le intercettazioni effettuate con la collaborazione
dell’Ufficio
Federale di Polizia della Confederazione Svizzera hanno consentito non solo di confermare l’esistenza e l’operatività della
“locale” di Frauenfeld ma anche di individuarne gli associati, di carpirne i
ruoli e le cariche ma soprattutto di verificarne la dipendenza dalla “casa
madre” calabrese. A Freuenfeld è
insediata una comunità di calabresi, associati in una struttura
‘ndranghetista, rispondente al “crimine”, per il tramite di PRIMERANO
Giuseppe Antonio, alla cui testa vi è NESCI Antonio, inteso “cucchiarune”, alias “la montagna della Svizzera”.
Le investigazioni hanno contribuito a fornire una sostanziale
conferma all’esportazione del modello ‘ndranghetistico in altre nazioni; tale
organizzazione infatti è stata “clonata” realizzando una struttura analoga a
quella tradizionalmente tipica del territorio calabrese, con evidenti stretti
legami di dipendenza con l’organismo di vertice in Calabria, pur conservando
una certa autonomia, relativamente alle classiche forme di manifestazione
mafiosa, al punto che una delle estrinsecazioni più tangibili dell’esistenza
stessa di cellule associative, l’esistenza delle “locali” e delle “società”
e il cursus honorum all’interno di queste, necessitano del
riconoscimento e del beneplacito degli organi direttivi centrali calabresi.
Si è scoperto quindi come
l’organizzazione criminale stanziata da decenni in Svizzera abbia riprodotto la
consolidata gerarchia delle strutture ‘ndranghetistiche calabresi con
riferimento dunque ai ruoli, cariche e gradi ed ai consueti incontri in “società” con le stesse modalità, formule
e rituali di quelli adottati dalle “locali”
di ‘ndrangheta esistenti in Calabria. In merito alle “Società” è emerso peraltro come l’associazione sia
organizzata mediante una suddivisione “verticale” tra “maggiore” – di cui fanno
parte gli esponenti più anziani e con pregressa militanza nelle cosche reggine
– e la “minore” di cui fanno parte gli esponenti di più recente affiliazione.
Nel
corso delle riunioni di ‘ndrangheta, proprio Antonio NESCI dettava ed impartiva
le disposizioni per la conduzione delle attività illecite tipiche del sodalizio
criminale: incitando i più giovani – ai quali assicurava la sua disponibilità
ed il proprio sostegno - ad occuparsi del
traffico di droga (“…chi vuole lavorare può lavorare,…c’è il “lavoro” su tutto:
estorsioni, coca, eroina, tutto c’è!...(inc)… 10 chili, 20 chili al giorno ve
li porto…io!...Personalmente!...”). Ulteriori riferimenti alle attività delittuose emergevano nelle
conversazioni intercettate, laddove i presenti parlavano di vari fatti inerenti
l’associazione mafiosa, facendo riferimento ad altri
“locali” di ‘ndrangheta, a ‘ndrine ed a regole mafiose, a contrasti con altri
“locali”, alla dipendenza da Fabrizia (“…Il locale di Frauenfeld lo voglio che
risponde a Fabrizia, perché Fabrizia è dove sono nato io…”), ad omicidi ed estorsioni la cui decisione era
demandata a coloro i quali disponessero di cariche speciali (“…se
dobbiamo parlare di omicidi, di estorsioni, di cose, ci riuniamo quei tre,
quattro, cinque, come ho sempre detto, io non sono…io non mi tiro indietro…”) o ancora alla solidarietà nei confronti di
PRIMERANO, detenuto, ed alla raccolta di denaro per il sostentamento della sua
famiglia (“…Allora, è successo adesso che ha avuto una disgrazia questo Ntoni
PRIMERANO, tutti quanti noi all’inizio se vi ricordate, ci siamo messi
d’accordo per raccogliere la “colletta” per Ntoni PRIMERANO, noi delle cariche
speciali…”).
L’attività investigativa
ha consentito di rilevare, oltre agli elementi attinenti la consolidata
presenza ed operatività ultradecennale in Svizzera dell’organizzazione
criminale, personaggi con relativi gradi, doti e cariche ricoperte; nei
dettagli, è emerso che:
-
NESCI Antonio, fosse in possesso della carica di “mastro
disponente” della “società di Frauenfeld”
che si è scoperto fosse dipendente dalla
“casa madre” della “locale di Fabrizia”
il cui capo locale era rappresentato da PRIMERANO Giuseppe Antonio, a sua volta subordinato a OPPEDISANO Domenico
e quindi al “Crimine” (“…(…)… più la Svizzera e lui voleva fare il capo
mafia di qua, diciamo lui voleva dirigere…il direttore!..... voleva fare il
direttore, però questo non è possibile, ma non glielo lasciavano nemmeno…
là…Fabrizia, pure là, Fabrizia gliel’hanno negato, non solo il Crimine”), assumendo le decisioni più rilevanti, (“Il locale di Frauenfeld lo voglio che
risponde a Fabrizia, perché Fabrizia è dove sono nato io” …(…)…. “ogni anno si deve rispondere al Crimine”)
impartendo le disposizioni o comminando sanzioni agli altri associati a lui subordinati,
decidendo e partecipando ai riti di affiliazione curando rapporti con le altre
articolazioni dell’associazione, dirimendo contrasti interni ed esterni alla
locale di appartenenza. In particolare si occupava del coordinamento della
locale di Frauenfeld e dei contatti con gli esponenti di spicco della
“Provincia”, come PRIMERANO Giuseppe Antonio ed esponenti della cosca MAZZAFERRO
(“poi siamo andati in quell’altro “coso”
e dissero tutti quanti : “ Che no, non siete in regola!” Che all’epoca eravamo
sulla linea dei “MAZZAFERRO” …(…)…“ Dice che sono andati lì sotto dai
MAZZAFERRO”…(…)… “ma loro gli hanno
detto no, che voi siete venuti qua, avete perso il viaggio... se non c'è Totò
qua per...” ”E la marina, gli ha
detto no, gli ha detto se qua non viene PRIMERANO”);
L’operazione
è stata avviata questa notte allorquando si è avuta conferma della presenza sul territorio calabrese di Nesci Antonio in compagnia
di ALBANESE Raffaele di anni 60 anch’egli raggiunto dal medesimo provvedimento
con l’accusa di fare parte della società di Frauenfeld.
Reggio Calabria, 22 agosto
2014.
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