Leggi ci sono, problema è attuazione. Mi impegno ad occuparmene
ROMA, 13 agosto 2014 - «È proprio la conciliazione», tra vita e lavoro, «uno degli interventi che ritengo più necessari nel Jobs Act ma anche nella riforma della pubblica amministrazione».
Lo sottolinea il ministro Marianna Madia in un intervento su Repubblica in risposta alla lettera pubblicata ieri di una madre lavoratrice precaria sul sussidio di maternità negato. Madia, che ha da poco partorito il suo secondo figlio, rimarca come «la maternità non è solo un'esperienza intima, faticosa e meravigliosa, e quindi un diritto che va salvaguardato. È il modo con cui un Paese decide il futuro della sua stessa società».
Un'esperienza resa certo più difficile dalla condizione di lavoratore precario «che accomuna moltissimi italiani e italiane, e sono queste ultime le più esposte a un altro dei punti deboli del nostro sistema: la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».
Le leggi ci sono, osserva, «ma spesso il problema è l'attuazione; facciamo leggi che non vengono applicate, sanciamo diritti che non possono essere concretamente esercitati, il che è quasi peggio perchè assume il sapore della beffa».
Da qui l'impegno: «Se esiste il diritto a percepire un assegno sociale, questo deve poter essere esercitato in tempi rapidi e certi. E la pubblica amministrazione deve essere d'aiuto e non un freno. L'attuazione delle leggi è una responsabilità politica e non amministrativa ed è esattamente lo scarto rispetto al passato su cui ci stiamo impegnando».
«Quando una donna non dovrà scegliere di essere lavoratrice o madre ma potrà esercitare incondizionatamente la propria identità plurima e ricca di diritti», conclude il ministro, «sentirò, in quel momento, di aver fatto il mio dovere».

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