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Lettera di Padre Manuel Casillas. Non tutto è perfetto, ma c’è un grande desiderio di migliorare e di crescere.

Carissimi Caterina e Gianni,

Tanti saluti a voi e ai cari amici di Motta San Giovanni. Mi fa piacere che tutto sia andato bene nella VII Americana del Trofeo Ciccio Verduci. Ho visto i video che avete fatto e mi sono rallegrato nel vedervi tutti bene e contenti di poter ricordare lo sposo ed il fratello che tanto avete voluto bene. Mi congratulo con tutti voi per l’esempio che mi date di fraternità e di volervi tanto bene all’interno delle vostre famiglie. 


Ho visto che ancora il Kenya è il paese che coglie il primo premio e ho sentito che la data per la VIII Americana del Trofeo sarà il 2 Agosto 2015 Dio piacendo. Ho visto e sentito Gianni che alla fine della gara diceva che il ricavato sarà devoluto a padre Manuel. Vi ringrazio per la vostra amicizia e il vostro grande cuore che ancora continua non solo a ricordarmi, ma anche a raccogliere fondi per la mia missione sudafricana. 

Sono contento di poter condividere ancora una volta con voi parte della mia esperienza missionaria qui in Africa. Colgo l’occasione per raccontarvi la visita che ho fatto in Uganda dal 13 Luglio al 2 Agosto. Come ben sapete questo paese ha sofferto tanto negli ultimi anni a motivo delle guerre interne che hanno causato tante morte e miseria alla popolazione. Avevo visitato l’Uganda, chiamata “la perla dell’Africa” per la sua bellezza e anche perché culla del Nilo, il fiume più lungo del mondo, nel 1979 l’anno in qui ero stato inviato per visitare i nostri missionari comboniani messicani in quel paese, arrivavo poche settimane dopo la caduta di Amin Dada la gente aveva tanta paura c’erano ancora sparatorie qua e là. Poi nel 1996 quando c’era ancora la guerra civile causata dal “Lord’s ressitance army”, questa volta ero rimasto colpito dalla voglia di vivere della popolazione perché finalmente era arrivata la pace. Arrivando all’eroporto di Entebbe l’aeroporto internazionale ho trovato effficenza e ordine; dall’aeroporto che si trova a 40 km dalla capitale Kampala c’è un traffico intenso. Una macchina dietro l’altra e poi una “foresta” di motorini che portano dei passeggeri da una parte all’altra… Abbiamo impiegato un’ora e mezzo. 

Sono andato poi insieme agli altri comboniani alla cittadina di Gulu che si trova al Nord; ho visto tante mamme giovani con i loro bambini e ci sono tanti posti dove viene venduto cibo di ogni colore e sapore… A Gulu il nostro incontro si è svolto in due settimane. Eravamo riuniti missionari comboniani presenti nell’Africa di lingua inglese che lavoriamo nella formazione di futuri missionari, un totale di 25 missionari, 18 dal continente africano e il resto provenienti dall’Europa e dall’America Latina. Abbiamo sentito delle conferenze in relazione al nostro lavoro di formatori, in seguito abbiamo avuto tempo per la condivizione tra di noi che si è rivelata molto utile e arricchente. 

Durante le due domeniche che eravamo a Gulu siamo andati dalle comunità cristiane vicine, non sapendo la lingua locale, abbiamo celebrato l’Eucaristia in inglese con qualche traduzione, ma tanti dei fedeli conoscono bene la lingua inglese. Le celebrazioni sono state veramente belle grazie alla participazione dei fedeli, la maggior parte  studenti delle numerose scuole presenti nei dintorni di Gulu. Nella seconda domenica abbiamo visitato alcune delle missioni ed opere portate avanti dai nostri confratelli. Abbiamo visitato il cimitero dove sono sepolti tanti dei nostri missionari e tante delle suore missionarie comboniane. 

Mi ha colpito il lavoro e la passione con la quale hanno lavorato, lungo i 100 anni di presenza dei comboniani e delle missionarie comboniane in Africa. 12 missionari sono stati uccisi e senza dubbio sono dei veri martiri. 

Loro hanno versato il loro sangue per l’amore alla gente e per avere deciso di restare con loro nonostante la guerra. Mi sono sentito orgoglioso di essere missionario e comboniano. Un fatto che colpisce è il grande numero di giovani che vedi e trovi ovunque. Si parla di 19 milioni in tutto il paese. Le scuole sono più di 20.000 e tanti di esse sono “boarding schools” cioè offrono alloggio e cibo agli studenti e studentesse oltre all’insegnamento. 

Non tutto è perfetto, ma c’è un grande desiderio di migliorare e di crescere. Concludo condividendo con voi la grande gioia che ho sentito e che tutt’ora ho nel cuore vedendo i risultati dello sforzo e della dedicazione dei nostri missionari. Prego anche per voi affinché il buon Dio benedica le vostre famiglie e il vostro paese di Motta San Giovanni.

Vostro,

p. Manuel Casillas Hernández



Fonte: Trofeo Verduci: http://www.trofeoverduci.it/2014/08/20/lettera-di-padre-manuel-casillas/

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