di Pierfranco Bruni - C'è una storia tradita. Come molte storie vivono di tradimenti in questo Novecento che comincia con il più letale ferimento che è quello del 1861 in una Italia dissolta nel buco della menzogna.
Ci sono storie che vivono nello spazio dell'impossibile. Ma ormai a cento anni dal Genocidio Armeno (cominciato anni prima) è necessario ricostruire un tragico processo che ha caratterizzato l'intero sistema di un Occidente che ha nascosto e mascherato la civiltà di un popolo profondamente cristiano.
La civiltà cristiana deve cominciare ad essere letta anche attraverso il genocidio perpetrato contro il popolo Armeno che è un popolo cristiano.
Il limite del cristianesimo è quello di legare il giudaico al cristiano. Ma il giudaico ha messo al bando il cristiano. Fino a che punto lo stesso Cristo e poi Paolo possono essere considerati testimoni di fede del Tempio giudaico-cristiana ?
Si apre una discussione che tocca sia il mistero della fede sia la teologia sia l'eresia. Si è Cristiani ortodossi, Cristiani delle Terre promesse, Bizantini e Costantinopoli nel segno della cristianità, ma il giudaismo non può continuare ad essere considerato un trascinamento della attuale Striscia di Gaza.
Lo stesso Cristo e Paolo sono stati traditi del popolo giudaico.
Non si è mai verificato un terrorismo armeno. Gli Armeni sono una civiltà. Un popolo sotto la egemonia massacrante ottomana e la criminalità comunista dei soviet. Gli Armeni stretti nel giogo religioso e politico.
Del mondo ebraico oggi si parla addirittura, a Gaza, di un terrorismo di matrice ebraica.
Siamo in una storia da riscrivere. Senza il consenso della ideologia dominante.
Il giudaismo è altro rispetto al cristianesimo. Perché si supera una teologia e diventa cammino mistico. Siamo in un tempo non disperante ma disperato. Abbiamo bisogno di certezze e di riferimenti che il viaggio del presente non ci offre.
Proprio per questo in una stagione di invasioni quotidiane di popolazioni di organizzazione e formazione islamica dobbiamo sentirci Armeni e Cristiani. Siamo una civiltà di frontiera. Restiamo tale, ma non possiamo smarrire un patrimonio che è tradizione anche oltre una Chiesa che si regge sulla visione giudaico-cristiana.
Andiamo oltre.

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