LA D.I.A. DI BOLOGNA
SEQUESTRA BENI PER UN VALORE DI OLTRE
CINQUE MILIONI DI EURO
La Direzione Investigativa Antimafia di Bologna
ha sequestrato beni mobili ed immobili per un valore complessivo di
oltre 5 milioni di euro, riconducibili
all’imprenditore quarantottenne CONTE
Girolamo, pregiudicato di origine pugliese, residente in provincia di
Modena.
Il
provvedimento ablatorio è stato adottato
dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Taranto, su proposta del Direttore della Direzione
Investigativa Antimafia, Arturo DE FELICE, nell’ambito di una articolata e ampiamente
sperimentata strategia che mira ad aggredire i patrimoni illecitamente
accumulati dalle organizzazioni mafiose.
In
sintesi sono stati sequestrati:
Ø capitale
sociale ed intero compendio aziendale della “HAMMER srl” con sede in Modena
e dedita alla costruzione di edifici residenziali;
Ø capitale
sociale ed intero compendio aziendale della “WHITE QUEEN srl” con sede in Modena e dedita al noleggio di
autovetture;
nonché
decine di beni immobili, autovetture e svariati rapporti finanziari.
A
carico del Conte, nel provvedimento appena eseguito, tra l’altro si legge:
”.. Conte ha commesso reati associativi gravi a scopo di lucro (di stampo mafioso
e in materia di narcotraffico e armi) per tutto il quadriennio ricompreso tra
il 1990 e il 20.07.1995 ,
interrompendoli coattivamente per effetto della misura cautelare in carcere che
attingeva anche i suoi sodali”… omissis …Ciò premesso in linea di principio e di interpretazione, sulla scorta
di quanto è dato evincere ….omissis…
dagli atti allegati nei due volumi della
D.I.A. …..omissis …. E da quelli
acquisiti d’Ufficio dal Tribunale a completamento, il Conte Girolamo risulta
soggetto inquadrabile sotto il profilo soggettivo nella categoria … omissis… di indiziato, cioè di
appartenente alle associazioni di cui all’art. 416 bis c.p. … omissis.... la proposizione si
atteggia in termini di assoluta certezza in quanto nel caso di specie la
condizione sufficiente di indiziato di appartenenza ad un sodalizio criminale
ex art. 416 c.p. …… omissis... resta
pienamente assorbita dalla prova indiziaria prima omissis …. e giudiziaria poi, consacrata nella sentenza di condanna
alla pena di anni dieci di reclusione pronunciata dal Tribunale di Taranto il
2.6.1998…divenuta irrevocabile nel 2001…
omissis”.
CONTE,
infatti, è stato destinatario della
Misura di Prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. nel 2003 (poi revocata nell’aprile del 2006).
Nel
decreto all’epoca (6 ottobre 2003 )
emesso dal Tribunale di Taranto – Ufficio Misure di Prevenzione, tra l’altro si
legge: “…omissis …con sentenza del Tribunale di Taranto, I Sezione
Penale, del 02 giugno 1998 - parzialmente
riformata in appello (sentenza emessa dalla Corte di Appello di Lecce…omissis...irrevocabile 27 febbraio 2001 ) - è stata
accertata l’esistenza e l’operatività nella provincia di Taranto dal 1990 al
1994 di associazione a delinquere di stampo mafioso diretta da Putignano
Carmelo e Attorre Domenico, nonché di un parallelo sodalizio armato…omissis… dedito al traffico di sostanze
stupefacenti…omissis… con la
medesima sentenza del Tribunale di Taranto in data 2 giugno 1998 è stata altresì
accertata l’appartenenza al medesimo clan mafioso del proposto CONTE
Girolamo, omissis…”.
Gli accertamenti patrimoniali svolti dalla D.I.A.
di Bologna hanno interessato anche i familiari ed i conviventi di
Conte, i cui possedimenti risultano comunque riconducibili allo stesso. In
particolare sono stati eseguiti
puntuali e rigorosi accertamenti che hanno riguardato, per un arco temporale compreso tra il 1999 ed il 2013
tutti i cespiti in qualunque modo riconducibili al Conte, allo scopo di documentare la netta
sproporzione tra il patrimonio reale e quanto dichiarato ai fini delle imposte
o all’attività economia esercitata.
Al riguardo il Collegio
della Prevenzione ha precisato che: “… omissis … il carattere continuativo –
dai tempi immediatamente successivi alla condanna che ne consacrava lo status
di soggetto mafioso e dedito a lucrativi traffici delittuosi, in avanti, e,
sino a quelli attuali – della grave sproporzione tra i redditi lecitamente
conseguiti (redditi da lavoro dipendente e d’impresa) rispetto al tenore di
vita, come espresso dagli incrementi patrimoniali di che trattasi, dunque,
consente di operare il sequestro nei termini di cui alla proposta .... …omissis…”.
L’odierno
risultato di servizio conseguito dagli uomini della D.I.A. di Bologna rappresenta una conferma
della solidità delle investigazioni patrimoniali a suo tempo esperite, in
quanto afferisce alla quasi totalità dei cespiti proposti,
e testimonia l’impegno profuso nel contrasto all’illecita accumulazione di
ricchezze da parte delle organizzazioni
mafiose.
Bologna,
1 aprile 2014.
La Direzione Investigativa Antimafia di Bologna sta eseguendo in provincia di Modena, un decreto di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Taranto, di beni mobili e immobili, riconducibili ad un pregiudicato di origine pugliese.
Il valore complessivo dei beni da sequestrare supera i 5 milioni di euro.
Bologna, 1 Aprile 2014
Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
Cell.: +39 338 10 30 287
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