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Polistena, nomine biblioteca. Le minoranze replicano a Tripodi e si interrogano: "Dica cosa c'è dietro"

Polistena (Reggio Calabria) – La minoranza non ci sta e con una vera e propria levata di scudi risponde congiuntamente con un'apposita conferenza stampa alle accuse lanciate dal sindaco Tripodi che attraverso un apposito comunicato aveva bollato come “Prove tecniche di accozzaglia” la mancata nomina dei rappresentanti in seno al comitato di gestione della biblioteca comunale in attuazione di un regolamento datato 1986 e finora mai applicato. Giovanni Laruffa, Enzo Pisano, Giorgia Sorace ed Antonio Baglìo, facendo quadrato, hanno cassato l’uscita del  sindaco come «una reazione scomposta e maldestra, infarcita di epiteti ed offese volgari ed irriferibili» in danno non solo delle minoranze politiche ma soprattutto delle stesse persone che ne fanno parte: «Siamo gente perbene, che lavora si impegna, studia e che ha unicamente a cuore il bene della città – ha esordito Giovanni Laruffa – e non consentiamo a nessuno l’uso di offese gravi e gratuite». In sintesi, tutto parte dalla “riesumazione” di un vecchio inattuato regolamento comunale ripreso per tamponare la mancanza della figura dirigenziale alla guida della preziosa biblioteca-museo visto il pensionamento del precedente direttore Giovanni Russo (poi ricollocato nel ruolo di soprintendente). E doverosa la puntualizzazione: tutti gli incarichi ai membri del comitato di gestione avranno titolo gratuito, senza aggravio di costi per la casse comunali ma a dare la stura alle polemiche è stata la riserva delle opposizioni circa le modalità con le quali la maggioranza ha imposto lo svolgimento dei lavori assembleari. «Non ci sono stati forniti gli strumenti per poter scegliere con serenità – ha affermato Laruffa. Gli elenchi delle associazioni e delle istituzioni scolastiche da consultare ci sono stati consegnati con mail alle 14.14 del venerdì pomeriggio antecedente il consiglio». Sarebbe stato impossibile, dunque, avviare una serena consultazione democratica tra le istituzioni di riferimento ed effettuare così una scelta condivisa, tanto che si è poi reso necessario - sul punto - chiedere (ed ottenere) un rinvio della seduta. Ed è dell’incontro delle convocazioni che le opposizioni hanno voluto dar conto, evidenziando come su 17 inviti ben 8 realtà si siano presentate all’appuntamento per avviare le consultazioni del caso. «Ma sarebbe stato più giusto – riprende il capogruppo Laruffa - che le associazioni si fossero incontrate prima della convocazione del consiglio o magari nel corso dello stesso per poter effettuare le scelte migliori. Ma questo non è stato voluto, mentre è parso chiaro a tutti che la maggioranza ha scientificamente voluto produrre le sue nomine rispetto ad una questione, quella del governo della biblioteca, che riveste una grande rilevanza pubblica». Rimane l’irritazione per come è stata affrontata la questione e la recriminazione principale riscontrata è stata quella di essere stati vilipesi per non aver potuto allargare la base della consultazione, ex ante. Ed una nota a parte ha riguardato la realizzazione della casa della cultura presso palazzo Sigillò per la quale ha spiegato l’ex sindaco «non è vero che non si è voluto realizzare l’opera; semplicemente dalla relazione tecnica si è evidenziato la necessità di render sicura la struttura per non comprometterla seriamente prima di effettuare i lavori di restauro ma per fare ciò occorrevano 3 milioni di euro che non avevamo. Dunque per non perdere anche i finanziamenti ottenuti (poco più di 1 milione di euro) li abbiamo dirottati su altre opere pubbliche, da casa Jerace al centro storico». A margine, l’altro casus belli determinato dalla nomina, in quota maggioranza, di Marcello Borgese quale espressione della Società Mutuo Soccorso, la cui medesima associazione ne ha prontamente smentito - a mezzo missiva indirizzata al sindaco - l’appartenenza e sui cui «ferma restando – hanno dichiarato - la stima per la persona» i rappresentanti della minoranza non hanno intenzione (pur potendo) di entrare nel merito di una eventuale mozione di ineleggibilità, restando quindi tutt’ora fitto il mistero di chi o quale istituzione rappresenti lo stesso Borgese. «Questa amministrazione – ha ripreso poi  gagliardamente Laruffa – ha distrutto tutte le istanze democratiche provenienti dal territorio, a partire dall’annientamento delle consulte. Si tratta di un’assoluta barbarie!» A far eco, Enzo Pisano che ha affermato laconico: «La nostra dimostrata responsabilità è stata scambiata per altro. E la biblioteca, patrimonio culturale di tutta la città, ha assunto pericolosamente senza dubbio le caratteristiche di una proprietà privata, gestita in proprio. Esprimo forti riserve sulla conduzione di questo bene pubblico e se mi sono astenuto dal voto in consiglio per rinnovare fiducia al neo-soprintendente è proprio per questo. Del resto, collima con la mia decisione di non frequentare più il consiglio per non scadere in inutili e continue provocazioni. Aggiungo che personalmente ma anche come minoranze non abbiamo preclusioni verso nessuno ed accetteremo i nomi che segnaleranno le associazioni a patto che ciò avvenga in maniera libera ed autonoma». Dello stesso avviso, confermando in toto le argomentazioni degli altri interlocutori, Giorgia Sorace che ha aggiunto: «L’attuale biblioteca è un labirinto impraticabile. Sulla questione cultura s’è creata l’ennesima polemica inutile. Ma voglio ribadire che per noi la cultura non ha colori politici». In conclusione anche Antonio Baglìo ha inteso mettere la sua firma sulle esternazioni comuni e lo ha fatto con una chiosa pungente e provocatoria. «Sarebbe stato più opportuno  per il sindaco – ha argomentato - confrontarsi su questo tema con le opposizioni avendo un atteggiamento più collaborativo, magari tenendo in considerazione il precedente progetto di riallocazione della biblioteca presso l’androne del palazzo comunale, cancellato d’un tratto dalle opere da realizzare. Prendiamo atto che egli non ha mai smesso di essere in campagna elettorale. Ha ripescato un regolamento del 1986 ad un anno dal voto e mi chiedo perché, visto che il comitato di gestione decadrà all’insediamento della prossima amministrazione e che noi per far valere i nostri rappresentanti dovremmo attendere la nuova  convocazione del consiglio comunale che non si sa bene quando avverrà. Dunque – ha continuato l’esponente di Sel - questo comitato non avrà neanche il tempo di ragionare sulle scelte da fare. Non potrà, come peraltro finora non è stato fatto, valorizzare l’immenso patrimonio documentale, archeologico ed artistico in carico alla biblioteca-museo. Ritengo che il sindaco poteva provvedere diversamente alla nomina di un sostituto dell’ex direttore, anche in via provvisoria. Perché non lo ha fatto? Allora qui ci domandiamo cosa mai ci sia dietro, visto che ciò rappresenta l’ennesima occasione persa ai soli danni della città».

Giuseppe Campisi

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