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Fossato si ferma per rendere omaggio a Maria Stellittano ed accompagnarla all'ultima dimora

Moglie del vigile urbano Antonio Musolino era stata accompagnata dai familiari verso il Pronto Soccorso del nosocomio reggino, ma non ci è mai arrivata. Deceduta a soli 60 anni. La piangono inconsolabili il marito ed i figli, ma anche i fratelli Carmelo, residente in Francia e Giovanni
FOSSATO JONICO (RC) MARIA STELLITTANO, STRONCATA A POCHI METRI DAGLI OSPEDALI RIUNITI
Domenico Salvatore

Fossato (Reggio Calabria) - I morti non si contano più. A Fossato, alle falde dell’Aspromonte, si contano oramai i vivi. Si fa più in fretta. E non si corre il rischio di dimenticare i nomi. Il paese del giudice Nino Tripodi, del sindaco (di Fossato Calabro) Leone Sgrò, è oramai una ghost town, se non un “villaggio fantasma. Sono rimasti ‘quattro gatti’, che non rinunceranno mai a risiedere nel loro Fossato e guai a chi lo tocca. Lì, c’è la memoria storica; i luoghi della memoria. La piazza, sempre più deserta, anche nei giorni di festa. Il cimitero, sempre più affollato, zeppo di cappelle mortuarie, colombai e tombe sparse.

Una sterminata distesa di fotografie, marmi, portafiori e croci. Il campo sportivo infestato dalle erbacce, oramai senza squadra. Uno spazio enorme per quei quattro ragazzini che credono di essere… Totti, Balotelli, Toni, Gilardino e Zanetti. Il torrente Jovani, coperto con il finanziamento di Giacomo Mancini, perennemente infestato dall’inquinamento sotterraneo ed ambientale.

La spazzatura viene raccolta in cassonetti pieni di rifiuti sino all’orlo, che stazionano lì per mesi e mesi. La chiesa intitolata a Maria Santissima del Buon Consiglio, vecchia di tre secoli, oramai poco affollata e frequentata dai residui fedeli. Come sono lontani i tempi della buon’anima Don Angelo Meduri, che per sessant’anni, ha curato le anime di questo centro agricolo-pastorale. C’era sempre l’en plein ed i fedeli sostavano in piazza.

Il portone di bronzo fa bella mostra di sé, ma ci piaceva di più quello ligneo, opera di artigiani locali. Il campanile risuona ancora ma il din-don-dan, non è al naturale. Funziona col microchip. Piazza municipio o del popolo è piccola ma sembra Piazza Tien-an-men. Si vedono solamente e non sempre, il cavaliere Pepè Federico, direttore delle poste in pensione; il farmacista Giuseppe Sgrò; Cosimo e Memè; il barbiere Nicola ed alcuni vecchietti che vanno alla posta a ritirare la pensione. Le scuole (tre sedi, con  tredici classi alle Elementari e corsi completi alle medie), ridotte all’osso pronte a gettare la spugna; forse l’anno prossimo. Moltissimi ‘fossatoti’sono morti di tumore o leucemia, ma non si è capito bene, se la causa sia da ascrivere all’ambiente inquinato e nauseabondo; alle campagne infestate di erbicidi; alle acque all’arsenico e comunque non potabili; ai cibi non compatibili od all’aria poco salùbre.

Poco credibile invece, la favola delle discariche fantasma o dei ripetitori deleteri. Perché non si vuole guardare la distesa dei tetti di amianto, che copre il paese? I Commissari, campa cavallo che l’erba cresce, potrebbero inventarsi qualche rimedio. Ma se ne laveranno le mani, come Ponzio Pilato. Imitando, non solo in questo, i sindaci che si sono succeduti. Stanno morendo tutti, uno alla volta. Ma nessuno, muove un dito o scrive un rigo su questa tragedia, in parte evitabile; si queste questioni. Transeat per i vecchi, se non anziani.

La rassegnazione è più praticabile, perché è legge di natura. Un bel manifesto, appiccicato sui muri, una fregata di mano e qualche (rara) preghiera; forse una messa, almeno quella del trigesimo e poi, l’oblìo che attenua il dolore. Tuttavia la dipartita di Maria Stellittano, nemmeno sessant’anni, alle soglie della pensione, suscita incredulità, sgomento rabbia, turbamento, collera ed irritazione. Al di là dei disegni divini, di cui si parla poco o niente, negli ambienti,,,’materialisti’. Scoppiava di salute sino a poco tempo fa. Teneva in piedi la sua casa; la sua famiglia (marito e figli). A parte gli acciacchi pre-senili. A quelli, non sfuggono nemmeno Carla Fracci e Rudolf Nureyev; quand’era in vita. Fossato, che sfiorava i cinquemila abitanti nel suo massimo fulgore, con le varie borgate di competenza, si sta spopolando a vista d’occhio.

La…”cura dimagrante”, sta per toccare il fondo del barile. Oramai, solo la pedemontana grecanica, se e quando, potrebbe salvarlo da morte certa. Il famoso “buco” di Calamaci, in grado di unire con Reggio Calabria in soli due minuti o tre. Il paese, si fermerà stamani, per rendere omaggio a Maria ed accompagnarla all’ultima dimora. La figura della scomparsa sarà tratteggiata all’omelìa dal parroco don Daniele Siciliano.

Lo scrivente si unisce al dolore dei parenti, così duramente colpiti negli affetti più intimi… “In Paradiso ti accompagnino gli angeli,/al tuo arrivo ti accolgano i martiri,/e ti conducano nella santa Gerusalemme./Ti accolga il coro degli angeli,/e con Lazzaro povero in terra/tu possa godere il riposo eterno nel cielo./Io sono la risurrezione e la vita./Chi crede in me anche se muore vivrà;/e chiunque vive e crede in me,/non morrà in eterno./Apritemi le porte della giustizia:/entrerò e renderò grazie al Signore./Questa è la porta del Signore/per essa entrano i giusti./Celebrate il Signore, perché è buono;/perché eterna è la sua misericordia./. Aut…Nelle tue mani, Padre clementissimo, /consegniamo l’anima del-la nostro-a  fratello-sorella / con la sicura speranza che risorgerà nell’ultimo giorno/insieme a tutti i morti in Cristo./Ti rendiamo grazie, o Signore,/per tutti i benefici che gli hai dato in questa vita,(come segno della tua bontà/e della comunione dei santi in Cristo./Nella tua misericordia senza limiti,/aprigli le porte del paradiso;/e a noi che restiamo quaggiù/dona la tua consolazione con le parole della fede,/fino al giorno in cui, tutti riuniti in Cristo,/potremo vivere sempre con te nella gioia eterna./Per Cristo nostro Signore./”.

Melitoonline-Mnews.it esprime cordoglio e vicinanza. Perdono la mamma, che ha raggiunto in Cielo i suoi cari genitori, le disperate ed inconsolabili figlie: Caterina ed Antonella. Cantava Francesco Pastonchi…”Una mamma è come un alberogrande/che tutti i suoi frutti dà:/per quanti gliene domandi/sempre uno ne troverà./Ti dà il frutto, il fiore e la foglia,/per te di tutto si spoglia,/anche i rami si toglierà./…” . Ed il  leggendario scrittore e poeta Edmondo De Amicis la dipinse così…” Non sempre il tempo la beltà cancella/o la sfioran le lacrime e gli affanni/mia madre ha sessant’anni e più la guardo/e più mi sembra bella./Non ha un accento, un guardo, un riso/che non mi tocchi dolcemente il cuore./Ah se fossi pittore, farei tutta la vita/il suo ritratto./Vorrei ritrarla quando inchina il viso/perch’io le baci la sua treccia bianca/e quando inferma e stanca,/nasconde il suo dolor sotto un sorriso./Ah se fosse un mio prego in cielo accolto/non chiederei al gran pittore d’Urbino/il pennello divino per coronar di gloria/il suo bel volto./Vorrei poter cangiar vita con vita,/darle tutto il vigor degli anni miei/Vorrei veder me vecchio e lei…/dal sacrificio mio ringiovanita!/. Domenico Salvatore





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