MUSEO: LEGAMBIENTE CHIEDE L'OPPORTUNITÀ DI ARRIVARE A SOLUZIONI CONDIVISE CHE RESTITUISCANO SENSO DI IDENTITÀ ALLA COMUNITÀ PUR NELL'INNOVAZIONE
Numerose in questi giorni le polemiche sulla proposta di ampliamento del Museo Archeologico di Reggio Calabria. Legambiente concorda con l'Associazione Amici del Museo sull'opportunità di rinviare la conferenza dei servizi sull'intervento, prevista fra qualche giorno, perché diverse sono le perplessità sullo stesso progetto. Progetto troppo importante per il ridisegno della nostra città per non essere stato affidato ad un percorso di progettazione "partecipata", che avrebbe dato voce alle istanze dei cittadini, superato in corsa i dubbi e le contrarietà che oggi giustamente vengono manifestate, e avviato un processo democratico di scelte per il futuro della nostra comunità, del resto già sperimentato con grande successo alla fine degli anni '90 dall'Amministrazione dell'epoca con i laboratori tra tecnici e cittadini dei Contratti di Quartiere.
È certamente comprensibile la necessità di nuovi spazi espositivi e per le attività museali, e a tal proposito già nel 2007 Legambiente e l'allora Consigliere Comunale Nuccio Barillà intervenne sul progetto di restauro di Palazzo Piacentini con un'interrogazione al Sindaco Scopelliti in cui si chiedeva se «a fronte di una soluzione fortemente impattante mediante opere che snaturano i manufatti esistenti, che ormai fanno parte integrante del paesaggio storico della città, non si ritenga più corretto e più rispettoso della storia della città intervenire con un restauro conservativo sia sul palazzo che sulla piazza» e se «l'obbiettivo condivisibile di "raddoppiare" il Museo non potrebbe concretizzarsi acquisendo e restaurando l'edificio in cui in passato era ubicato il bar Roof Garden, attualmente in stato di estremo degrado, destinandolo a sede espositiva del Museo e a spazi destinati a mostre ed esposizioni artisticamente qualificate».
Dunque, ritenendo ancora attuale e utile questa proposta di acquisizione della struttura del Roof Garden e concordando sulla necessità di ripensare il nostro Museo secondo le tendenze più attuali e innovative che interpretano questi come spazi culturali aperti, polivalenti e fortemente attrattivi, Legambiente non è pregiudizialmente contraria alla realizzazione del nuovo progetto che ne prevede l'ampliamento con uno spazio da realizzare sotto il livello dell'attuale sede stradale del Corso Garibaldi, ma a condizione di rivederne alcune soluzioni architettoniche e di fugare definitivamente alcuni dubbi.
Infatti, se è chiara l'indicazione progettuale di creare una continuità tra la "piazza" interna, che fortemente ha caratterizzato il progetto di restayling del Museo, e Piazza De Nava, è meno comprensibile perché questo si debba realizzare con l'innalzamento di mezzo metro della quota dell'attuale tratto antistante del Corso Garibaldi. Così si andrebbe a modificare il prospetto principale di Palazzo Piacentini e a rompere la continuità del monumentale basamento di pietra scura, creando (e non abolendo, come si sostiene nella relazione del progetto, dato che la piazza è già direttamente accessibile su tre dei suoi quattro lati!) una barriera architettonica che interromperebbe la transitabilità del Corso Garibaldi in caso di emergenze e – perché no? – per la processione della Madonna della Consolazione, quando si potrebbero trovare molte altre soluzioni di disegno e di arredo per sottolineare la "continuità" tra interno ed esterno.
Inoltre, contraddittoriamente si aggiunge nella piazza la cosiddetta "lanterna" che, a nostro giudizio, per quanto si possa contare su materiali trasparenti per la sua realizzazione, costituisce per le sue dimensioni e la sua posizione un elemento di cesura e di forte impatto.
Non sta a noi proporre soluzioni progettuali, ma forse rinunciare ad intervenire – come previsto nel progetto – nella piazza sul lato di Via Romeo per portarla alle dimensioni dell'isolato del Museo, consentirebbe di raggiungere lo stesso scopo più correttamente con la realizzazione in quell'area del sistema di risalita ed uscita dal nuovo spazio ipogeo del Museo. Infatti, si vuole intervenire con un "falso storico" che, a nostro avviso, snaturerebbe l'equilibrio della piazza, che risulta evidente da una "lettura" unitaria di uno dei pochi spazi urbani della nostra città realizzati in coerenza non solo con il Museo, ma anche con gli edifici circostanti, in particolare con il palazzo residenziale su via Tripepi che completa questo spazio secondo canoni culturali tipici del Novecento italiano.
Pur concordando con Italia Nostra sull'approfondita analisi del progetto, Legambiente, però, rifugge da soluzioni che andrebbero a cancellare la sistemazione dell'attuale Piazza De Nava proponendo, paradossalmente, soluzioni opposte, ma analoghe: lo "spianare la piazza al livello attuale del Corso Garibaldi" proposto da Italia Nostra per noi equivale alla sopraelevazione della piazza al livello della via Tripepi prevista dal progetto di ristrutturazione del Museo, che fu fortemente contestato, anche con un appello sottoscritto da associazioni, intellettuali e cittadini reggini.
Riteniamo, inoltre, che le assicurazioni date dalla Soprintendente Dott.ssa Bonomi durante il Forum, utilmente promosso dagli Amici del Museo, possano rassicurare sulla salvaguardia e la preservazione degli eventuali reperti della necropoli ellenistica - la cui esistenza nel sito in oggetto è largamente documentata - che potrebbero essere messi in luce dallo scavo previsto per la realizzazione del progetto. Forse una maggiore chiarezza andrebbe fatta da parte dei progettisti sulla "flessibilità" della struttura portante dello spazio ipogeo progettato e della possibilità di adattamento della stessa all'esposizione in loco dei reperti eventualmente rinvenuti secondo le tendenze museali più attuali, non esplicitata nella relazione progettuale disponibile.
Dall'altra parte ci preoccupa di più non trovare traccia nella stessa relazione anche del problema della presenza del torrente S. Lucia che, canalizzato in passato, scorre nel sottosuolo dell'area di Piazza De Nava: il Prof. R. Spadea nel suo "Lo scavo della Stazione Lido" ne ricordava «…i grandi argini in laterizio destinati a rallentare l'impeto di improvvise piene», e ancora oggi nei periodi di forti piogge si lamentano danni e infiltrazioni nei locali interrati degli edifici circostanti.
Poco si è detto, invece, sulla Proposta B di sistemazione e valorizzazione delle aree circostanti il Museo - richiesta dal bando del concorso – in cui il progettista dichiara «da una parte di portare avanti le idee della proposta A (ampliamento del Museo) fino alle estreme conseguenze, amplificando al massimo le potenzialità urbane riferite all'immediato intorno del museo, e dall'altra fornire un'idea progetto per l'area larga che arriva fino al mare, proponendo una sistemazione paesaggistica più adeguata al sito».
Questa parte del progetto implica interventi di ridisegno e di arredo dell'area più a nord dell'attuale Lungomare che con ripavimentazioni, elementi di arredo e inserimenti di verde andrebbero a trasformare «…la copertura sterile e inospitale di adesso in una passeggiata ombreggiata e fresca dove si sviluppa la vita urbana». Ovviamente Legambiente è a favore di progetti innovativi che creino nuove opportunità attrattive e di fruizione degli spazi urbani, ma è per noi imprescindibile che ciò avvenga in armonia con il contesto in cui si inseriscono e nel rispetto dei bisogni espressi dalla comunità. Senza volere entrare nell'analisi delle proposte progettuali, sia pure interessanti e attraenti, forse, anche qui, intervenire su un "pezzo" di uno spazio così importante e identitario come il Lungomare, la cui definizione attraverso un progetto "unitario" è costata decenni di attesa e di lotte per ottenerla, richiederebbe una soluzione largamente "condivisa" e non "nascosta" all'interno di un'idea di concorso che parte dalla soluzione del problema di trovare nuovi spazi per le attività museali e arriva alla definizione di un'area di sistema urbano che però "salta" metaforicamente, ma anche fisicamente, il vero nodo di tutta l'area: la riqualificazione di Piazza Indipendenza e del "rudere" del Roof Garden!
Riteniamo che, non essendo ancora il progetto in fase esecutiva, ci siano i tempi per aprire un confronto sul progetto con le realtà cittadine, e dunque chiediamo - certi della disponibilità degli enti interessati, ma soprattutto dell'Arch. Di Battista, progettista di fama - l'opportunità di incontrarsi per arrivare a soluzioni condivise che restituiscano senso di identità alla comunità pur nell'innovazione.
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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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