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Calcioscommesse, crollano le accuse per illecito.

CALCIOSCOMMESSE: CROLLANO ACCUSE PER ILLECITO, 6 MESI A MAURI/IL PUNTO = LA PROCURA FIGC AVEVA CHIESTO 4 ANNI E MEZZO Roma, 2 agosto 2013 - La montagna di accuse ha partorito il topolino. Stefano Mauri, capitano della Lazio, è stato squalificato per 6 mesi dalla Commissione disciplinare nel procedimento nel procedimento relativo alle gare Lazio-Genoa del 14 maggio e Lecce-Lazio del 22 maggio 2011. Il centrocampista, accusato di doppio illecito, è stato sanzionato per omessa denuncia in relazione al match Lazio-Genoa. Per il giocatore, che nell'estate 2012 ha trascorso 7 giorni in carcere, il procuratore federale aveva chiesto uno stop di 4 anni e 6 mesi. La sentenza soft nei confronti di Mauri ha avuto effetti anche sulla posizione della Lazio: il club è stato sanzionato con un'ammenda di 40.000 euro, nulla di lontanamente paragonabile ai 6 punti di penalizzazione chiesti dalla procura. Palazzi avrebbe voluto 3 punti di handicap per Genoa e Lecce: i liguri sono stati prosciolti, come il centrocampista Omar Milanetto, mentre i pugliesi dovranno pagare 20.000 euro. Nessuna sanzione per Massimiliano Benassi e Antonio Rosati, secondo l'accusa coinvolti nella combine della gara tra salentini e capitolini. La sentenza è completata dai 2 mesi patteggiati Carlo Gervasoni, dai 4 comminati a Mario Cassano, dai 6 a Stefano Ferrario e dai 2 anni a Alessandro Zamperini.

 L'accusa si fondava principalmente sulle dichiarazioni rese da Gervasoni, in tempi diversi e ad autorità diverse, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Cremona. L'ex giocatore del Piacenza ha riferito di aver appreso da un appartenente al cosiddetto gruppo degli 'zingarì (l'organizzazione che gestiva il calcioscommesse, ndr) che «lo svolgimento e il risultato del primo tempo della gara Lazio-Genoa del 14 maggio 2011 sarebbero stati alterati mediante un accordo illecito tra le due squadre cui avrebbero partecipato tra gli altri, per il tramite di Zamperini, i deferiti Mauri e Milanetto». Rispetto all'illecito contestato, le parole di Gervasoni «risultano precise, coerenti e costanti, nonchè spontanee». L'incontro tra Mauri e Zamperini, avvenuto a poche ore dall'inizio della partita, non poteva essere finalizzato esclusivamente alla consegna dei biglietti richiesti da Zamperini (accompagnato nell'occasione dello zingaro Hristiyan Ilievski), il cui obiettivo era «proporre l'alterazione del primo tempo» della gara. Se questo elemento pare assodato, «non altrettanto, invece, può dirsi rispetto alla condotta di adesione all'illecito e all'alterazione del risultato contestata a Mauri, atteso che nulla in atti consente di ritenere che egli, dopo aver parlato con Zamperini, si sia adoperato per realizzare quanto proposto»

L'organo giudicante «ritiene non sufficientemente provata la responsabilità di Mauri in ordine all'adesione e alla partecipazione attiva all'illecito contestato, non essendo emerso, in base al materiale probatorio acquisito, alcun elemento, nemmeno di carattere indiziario, in ordine al compimento da parte di Mauri, nei confronti di compagni di squadra neppure individuati, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato della gara». Per la Disciplinare, però, «risulta dimostrata la conoscenza da parte del Mauri dei fatti illeciti programmati dagli altri soggetti coinvolti». Traduzione: Mauri avrebbe dovuto denunciare l«approcciò di Zamperini. Un copione simile si propone anche per il caso Lecce-Lazio: »I due si sono incontrati nella hall dell'albergo presso cui la Lazio era in ritiro la domenica pomeriggio prima della gara«. La circostanza non consente di ritenere che, dopo la consegna dei biglietti a Zamperini (particolare evidenziato anche da Cristian Brocchi nell'audizione del 13 aprile 2012), Mauri si sia poi attivato presso i propri compagni ai fini dell'alterazione della gara. Sicchè, per lo meno allo stato degli atti, in mancanza di riscontri positivi sulle presunte violazioni contestate a Mauri con riferimento alla gara in epigrafe, deve dichiararsene il proscioglimento».

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