OPERAZIONE “TERRA
BRUCIATA”
In
data 12 giugno 2013, in Villa San Giovanni e Reggio Calabria, i Carabinieri del Comando Provinciale di
Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare
in Carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria (dott. Massimo Minniti) su richiesta
della Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore
Capo dott. Federico Cafiero de Raho e dal Sostituto Procuratore dott. Stefano Musolino),
nei confronti dei seguenti soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta nella sua
articolazione territoriale denominata cosca
LIBRI, operante nel quartiere di Cannavò della zona sud di Reggio Calabria,
responsabili di associazione di tipo mafioso (artt. 61 n. 6, 416 bis co. 1, 2, 3, 6, 8 c.p.) e tentata
estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso (artt. 81 cpv.,
56, 110 e 629 co. 2 c.p. e art. 7 D.L. n. 152/91):
1.
LIBRI
Pasquale, nato a Reggio Calabria il 26.01.1939, attualmente sottoposto agli arresti
domiciliari presso l’abitazione;
2.
BIANCHETTI
Claudio, nato a Reggio Calabria il 06.04.1980;
3.
SINICROPI
Antonino (detto “Antonello”), nato a Reggio Calabria il 18.04.1969.
Le indagini dei Carabinieri, coordinate per la Direzione Distrettuale Antimafia di
Reggio Calabria dal Procuratore
Capo dott. Federico Cafiero de Raho e dal Sostituto Procuratore dott. Stefano Musolino, hanno dimostrato come l’articolazione
territoriale della ‘ndrangheta localmente denominata cosca LIBRI, nonostante
gli innumerevoli attacchi subiti da plurime attività giudiziarie, risulti
ancora oggi particolarmente attiva sul territorio di questo comune. L’attività
investigativa ha consentito di riconfermare che, il capo indiscusso di tale
organizzazione criminale oggi, a seguito del decesso del fratello Domenico
inteso “Mico”, è Pasquale LIBRI, conformemente alle risultanze ottenute nei
processi “TESTAMENTO” e “META”. Si è, inoltre, acclarato come la cosca continui
ad esercitare il proprio potere criminale taglieggiando gli imprenditori edili
impiegati nella realizzazione di lavori sia pubblici che privati.
Significativi sono risultati gli
elementi indiziari raccolti che hanno dimostrato come l’anziano boss Pasquale
LIBRI, dopo essere stato scarcerato per asseriti motivi di salute e sottoposto
alla misura degli arresti domiciliari, anche presso strutture sanitarie, abbia
continuato indisturbato a dirigere la propria organizzazione criminale
impartendo disposizioni ai sodali Claudio
BIANCHETTI e Antonino SINICROPI
e indicando loro le attività criminali da compiere. Indizi che hanno
certificato la notevole caratura criminale dei tre che sono risultati capaci di
apportare un considerevole contributo alla sussistenza della cosca,
estrinsecando una condotta attiva nella consapevolezza di agire nell’interesse
dell’organizzazione mafiosa. L’attività investigativa ha dimostrato come Pasquale
LIBRI, nella qualità di ideatore e mandante, Claudio BIANCHETTI e Antonino
SINICROPI, quali emissari del primo, mediante la minaccia derivante dalla forza
di intimidazione dovuta alla loro appartenenza alla ‘ndrangheta ed in
particolare alla cosca LIBRI, nonché mediante una serie di minacce dirette,
quali avvicinamenti ed intimidazioni anonime ed atti di sabotaggio
dell’attività lavorativa, abbiano vessato un imprenditore edile operante nel
quartiere Condera di Reggio Calabria, tentando di indurlo alla consegna di
50.000 Euro, dapprima facendo intendere all’imprenditore che si trattava di un
“semplice” prestito e successivamente esplicitando in più occasioni che si
trattava di un’imposizione a titolo di “pizzo”. “Non pensare nemmeno di presentarti la prossima volta con una cifra
irrisoria tipo 10.000 euro. Devono essere 50.000” è quanto avrebbero
riferito durante uno degli ultimi incontri all’imprenditore.
L’efficacia delle indagini impediva che
la condotta delittuosa fosse portata a compimento per la tempestiva
individuazione degli autori, che induceva anche la vittima a denunziare i suoi
aguzzini. I risultati ottenuti appaiono apprezzabili in quanto sono risultati
speculari alle risultanze emerse dalla c.d. indagine “COSMOS” in cui rimanevano
coinvolti LIBRI Pasquale, BIANCHETTI Claudio e SINICROPI Antonino, già nel
febbraio 2012, in quanto ritenuti responsabili del reato di estorsione
aggravata dal metodo mafioso in pregiudizio della impresa “BENTINI”, impegnata
nei lavori di realizzazione del “nuovo palazzo di giustizia”. I tre avevano
imposto l’assunzione di maestranze, forniture di beni e servizi necessari per
l’espletamento dei lavori, tra cui quello della ristorazione.
Gli arrestati, dopo le formalità di
rito, sono stati associati presso la Casa di Reclusione di Reggio Calabria.
Reggio,
Calabria, 12 giugno 2013.



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