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| Cava Premia il Prefetto. |
“Un pacchero alla ‘ndrangheta”: così il presidente della Commissione regionale antimafia Salvatore Magarò ogni anno prova a dare un simbolico schiaffo alla organizzazione criminale più potente al mondo con l’assegnazione del pacchero d’argento, il premio ideato dallo stesso Magarò e conferito, insieme al Laboratorio politico-culturale “La Calabria che non c’è” a coloro che improntano la quotidianità delle loro azioni e del loro lavoro alla correttezza, al rispetto delle regole, alla cultura della legalità, giocando sul significato metaforico del termine che letteralmente esprime il concetto di ceffone, di una sonora sberla.
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| I sindaci Acri e Russo premiano Luberto. |
Assai prestigioso il parterre, composto dal prefetto di Cosenza Raffaele Cannizzaro, dal magistrato della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto, dall’editore Florindo Rubbettino, dal comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri Francesco Ferace. Presenti inoltre Francesco Cava, presidente dell’Ance regionale, e Antonella Barbarossa, direttrice del Conservatorio di Musica “Fausto Torrefranca” di Vibo Valentia.
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| Acri, Rubbettino, Cannizzaro, Luberto, Ferace, Magarò. In piedi Bruno. |
La serata di Magarò, che non interviene ma il cui operato viene più volte sottolineato dalla parole di apprezzamento degli ospiti, è intrisa di sostanza oltre che di forma. Perché il confronto sollecitato dal moderatore, è serrato.
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| L'intervento del colonnello Ferace. |
Il colonnello Ferace è il primo ad alzarsi in piedi. Tesse le lodi dell’Arma, ricorda l’esempio del generale Dalla Chiesa e passa in rassegna i risultati migliori ottenuti in questo territorio, compresa la recente operazione di Rossano che include anche la contestazione del rivoluzionario capo d’imputazione ex articolo 513 del codice penale (turbamento della libertà dell’industria e del commercio).
Ferace si lamenta della mancata collaborazione dei cittadini nei comuni della Provincia ma allo stesso tempo fa notare come negli ultimi sei mesi si siano verificate solo 122 rapine nei 155 comuni e che la Calabria non sia esattamente quel Far West descritto oltre i confini regionali. E altresì valorizza il ruolo della donna, che ha acquisito un certo grado di emancipazione. Non passa inosservato però un suo attacco ai giornalisti, rei a parer suo di sensazionalizzare fatti di cronaca e di terrorizzare eccessivamente la popolazione per quanto riguarda la criminalità, trasformando le figure di normali delinquenti in leggendari boss.
Il clima si fa sempre più interessante quando in chiusura scende in campo il prefetto, stavolta in piedi piuttosto che seduto. Premiato da Francesco Cava anche per il protocollo d’intesa Prefettura-Comuni sugli appalti, Cannizzaro è durissimo contro il sistema vigente e rivela che a breve renderà nota la lista di quelle amministrazioni che, pur avendo sottoscritto il protocollo, vantandosi a suon di comunicati di aver aderito alla iniziativa antimafia, poi nella pratica non hanno rispettato i patti. Anche in questi atteggiamenti Cannizzaro individua uno dei grandi mali della Calabria, insieme ad altre cattive pratiche come l’abitudine delle persone a ricoprire per lungo tempo i medesimi ruoli in seno alle istituzioni e l’abitudine dei cittadini a vedere certi comportamenti illegali consolidati che diventano nella percezione comune “sopportabili e legali”. Secondo Cannizzaro anche magistrati e forze dell’Ordine operano per troppo tempo e fanno famiglia nello stesso territorio, rendendosi più vulnerabili e corruttibili. Sono questi i “paccheri” forti e più diretti nella serata del presidente Magarò.
Un ulteriore riconoscimento è stato attribuito a Suor Carolina Iavazzo, collaboratrice dell’indimenticato Don Pino Puglisi brutalmente assassinato dalla mafia a Palermo nel 1993. Il premio le sarà consegnato il prossimo 10 luglio a Castiglione Cosentino da Monsignor Vincenzo Bertolone, Vescovo di Catanzaro e postulatore della Causa di Beatificazione del parroco di Brancaccio.
PACCHERO D’ARGENTO 2013
Le motivazioni
A Raffaele Cannizzaro, Prefetto di Cosenza
promotore del protocollo d'intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti e concessioni di lavori pubblici. Uomo concreto, uomo delle istituzioni, ma pure prefetto-scrittore che sa riflettere sulle strategie e gli strumenti del prefetto, nella nostra epoca, nel governo della complessità.
Il Suo è un pacchero teorico-pratico.
A Vincenzo Luberto, magistrato della DDA di Catanzaro
semplicemente perché alla criminalità e ai bazooka si risponde con la perseveranza, con l’intelligenza, col diritto. E forse pure con questo pacchero.
A Florindo Rubbettino, editore
figlio d’arte, tipografo e editore, imprenditore, produttore di cultura e di civiltà. Tra le tante iniziative editoriali, tutte di qualità, spicca “non bacio le mani”. Una collana di paccheri tascabili, veloci, pacifici e acuminati.
A Francesco Ferace, colonnello dei Carabinieri
Comandante provinciale di Cosenza. Con il suo instancabile impegno ha assicurato alla giustizia pericolosi esponenti della criminalità organizzata. Uomo retto, gentile e soprattutto molto efficace, grazie a lui possiamo dormire sogni tranquilli.




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