Nella mattina del 27 aprile 2013, a Medellin
(Colombia), i Carabinieri del ROS e la
Policia Nacional Grupo SIU di Bogotà, nell’ambito di una stretta cooperazione
giudiziaria instaurata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria
con le Autorità colombiane, e grazie al costante supporto assicurato dal
Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e dalla Direzione Centrale
per i Servizi Antidroga, hanno localizzato e tratto in arresto SCIPIONE Santo
Giuseppe, nato a San Luca (RC) il 01.11.1933 alias “Papi”, latitante dal
2006.
Le indagini del ROS, convergenti con quelle della Squadra Mobile di Reggio Calabria, avevano già consentito di localizzare, nella medesima città colombiana, TRIMBOLI Domenico, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi ed arrestato nei giorni scorsi dalla Polizia colombiana.
SCIPIONE Santo, che a Medellin si era ripetutamente
incontrato con TRIMBOLI Domenico, era colpito da un provvedimento restrittivo emesso
nel gennaio 2004 dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale
Procura Distrettuale Antimafia, per associazione finalizzata al traffico
internazionale di sostanze stupefacenti, a seguito dell’operazione DECOLLO,
condotta dal ROS in direzione della cosca MANCUSO di Limbadi.
In tale ambito, nel maggio 2012, era stato
condannato dal Tribunale di Vibo Valentia a 15 anni di reclusione per traffico
internazionale di stupefacenti, dopo essere stato condannato nel luglio 2007
dal Tribunale di Santa Marta per il solo reato associativo, contestatogli
nell’ambito del procedimento collegato colombiano.
L’operazione del ROS aveva infatti documentato un vasto traffico di
cocaina organizzato su scala mondiale dalla cosca MANCUSO di Limbadi (VV) in joint venture con le strutture paramlitari narcoterroristiche
denominate Autodefensas Unidas de
Colombia (AUC).
Le indagini, condotte in collaborazione con la D.C.S.A. e
gli organismi investigativi spagnoli, tedeschi, francesi, colombiani,
venezuelani, statunitensi, togolesi e australiani, avevano consentito, nel
gennaio 2004, l’esecuzione di complessivi 154 provvedimenti
restrittivi con il sequestro di oltre 5000 kg di cocaina e la documentazione
dell’importazione di altri 7800 kg. movimentati tra il Sud America, l’Europa,
l’Africa e l’Australia.
Sotto
il profilo operativo, per la prima volta era stata applicata la normativa
antiterrorismo, che aveva permesso ai carabinieri di operare sottocopertura, in
Italia ed all’estero.
Dopo
che nel febbraio 1999, a Milano, veniva localizzato e tratto in arresto l’allora
latitante MANCUSO Giuseppe[1],
esponente di vertice dell’omonima cosca egemone nell’intera provincia di Vibo
Valentia, le indagini conducevano all’individuazione di un colossale canale di
approvvigionamento della droga dal Sud America, ricostruendo articolazioni,
ruoli, basi logistiche e modalità di smistamento del narcotico.
Veniva quindi documentata
l’operatività della struttura ‘ndranghetista
indagata nel più ampio scenario internazionale, individuando le collaudate
sinergie con altre organizzazioni di rilevanza mondiale e pervenendo al
sequestro di ingentissimi quantitativi di narcotico, diretti all’Italia ed
all’Europa per via marittima. Nella compagine individuata, collegata a gruppi
narcotrafficanti spagnoli ed australiani, si integravano una componente
vibonese facente capo agli indagati BARBIERI Vincenzo[2] e
VENTRICI Francesco[3], i quali utilizzavano
attività imprenditoriali proprie e di complici per mascherare il traffico e
reinvestirne i proventi; una componente colombiana, a sua volta
risultante dei Cartelli fornitori della cocaina e dalle organizzazioni
narcoterroristiche paramilitari denominate Autodefensas
Unidas de Colombia che, ai primi, fornivano supporti logistici e cornici di
sicurezza per la produzione e trasferimento dello stupefacente; una
componente jonico-reggina che aveva in SCALI Natale[4] -
catturato in data 30.10.2003, a Marina di Gioiosa Jonica, dopo 5 anni di
latitanza per traffico internazionale di stupefacenti - e MARANDO Pasquale i
vertici incontrastati dell’approvvigionamento per le locali organizzazioni.
Proprio in tale contesto, aveva
assunto straordinaria rilevanza SCIPIONE Santo[5],
alias PAPI, in quanto responsabile dell’acquisizione del narcotico dai
referenti colombiani di SCALI Natale.
In una circostanza, a causa di alcuni
dissidi nati con un’organizzazione paramilitare fornitrice dello stupefacente,
SCIPIONE Santo, esprimendo forte preoccupazione per la sua incolumità
personale, aveva chiesto proprio allo SCALI Natale di intercedere con i
Colombiani al fine di chiarire la vicenda.

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