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Messaggio pasquale 2013, gli auguri di Papa Francesco, del Presidente Giorgio, di Melitoonline, la Via Crucis

Come di consueto  è stata trasmessa in mondovisione e live streaming. Surrexit Christus, spes mea, alleluja. Khristós vosskrèsse! Gesegnete, frohe Ostern;  Muito boas Festas! Paz, felicidad y alegría en Cristo resuscitado. A happy, blessed and peaceful Easter to you all.  Saintes et joyeuses Fétes de Pàques! La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. Una Parola che è amore, misericordia, perdono. I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la croce, come Gesù
LA VIA CRUCIS DEL POPOLO ITALIANO E DEL GLOBALIZZATO E GLI AUGURI DEL NOSTRO GIORNALE
Domenico Salvatore

Il messaggio pasquale, che parte da Roma, caput mundi. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano li farà, anche  a due papi, stavolta. Al dimissionario, papa emerito, Benedetto XVI° ed al nuovo, effettivo, papa, appena eletto, Francesco I°, alias Bergoglio. Va in onda la celebrazione del mistero pasquale, Passione, morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo…catturato, flagellato, condannato a morte e crocifisso. Seguitissima la Via Crucis diretta on line e televisiva, al Colosseo e dal Palatino, come da tradizione. ‘Non lasciamoci rubare la speranza’ ammonisce il Pontefice; che è quella poi, che ci consente di guardare al futuro con rinnovata fiducia. Con il cardinale, vicario di Roma, Agostino Vallini, hanno portato la croce nelle 14 stazioni, anche due seminaristi cinesi, un malato dell'Unitalsi, due frati francescani della Custodia di Terra Santa, due religiose dell'Africa e due del Libano, due giovani del Brasile, due famiglie provenienti dall'Italia e dall'India. Nel giorno della Santa Pasqua, il Vescovo di Roma, impartirà la Santa Benedizione urbi et orbi, alla folla, riunita in piazza San Pietro…. “Sancti Apostoli Petrus et Paulus, de quorum potestate et auctoritate confidimus, ipsi intercedant pro nobis ad Dominum.Precibus et meritis beatæ Mariae semper Virginis, beati Michaelis Archangeli, beati Ioannis Baptistæ et sanctorum Apostolorum Petri et Pauli et omnium Sanctorum misereatur vestri omnipotens Deus et dimissis omnibus peccatis vestris, perducat vos Iesus Christus ad vitam æternam. Indulgentiam, absolutionem et remissionem omnium peccatorum vestrorum, spatium verae et fructuosae pænitentiæ, cor semper pænitens et emendationem vitae, gratiam et consolationem sancti Spiritus et finalem perseverantiam in bonis operibus, tribuat vobis omnipotens et misericors Dominus.Et benedictio Dei omnipotentis: † Patris et Filii et Spiritus sancti descendat super vos et maneat semper. I Santi apostoli Pietro e Paolo, nel cui potere e autorità confidiamo, intercedano per noi presso Dio.Per le preghiere e i meriti della beata sempre vergine Maria, del beato san Michele arcangelo, del beato Giovanni Battista, dei santi apostoli Pietro e Paolo, e di tutti i santi, Dio onnipotente abbia misericordia di voi, e, perdonati tutti i vostri peccati, Gesù Cristo vi conduca alla vita eterna.

Dio onnipotente e misericordioso vi dia l'indulgenza, l'assoluzione e il perdono di tutti i vostri peccati, un periodo di pentimento genuino e fruttuoso, un cuore sempre penitente e una conversione della vita, la grazia e il consiglio dello Spirito Santo, e la perseveranza continua nelle opere buone. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre.”. Nella Città Eterna. Ma il rito viene celebrato anche in periferia. “Cristo”, dice don Benvenuto Malara, arciprete, all’Immacolata di Melito Porto Salvo, durante la liturgia ”vittorioso sul male e sulla morte”, si è immolato sulla Croce, per salvare il genere umano; in tutte le navate dell’antica chiesa-madre e subito dopo per le vie della cittadina di Tiberio Evoli, Bruno Spatolisano e  Pietro Panuccio, ma anche di Cesare Minicuci e Mario Mandalari. Ci piace qui di ricordare il saluto del defunto Santo Padre,  Angelo Giuseppe Roncalli…”Diletti figli. Questa è l'ora del saluto affettuoso e della grande benedizione, che voi, Romani e pellegrini di ogni lingua e provenienza, siete venuti a chiedere all'umile successore di San Pietro, nell'atto di scambiare con lui, figli col Padre, l'augurio lietissimo. Occhi luminosi e cuori palpitanti esprimono slancio di amore e fiducia, che si innalzano da questa incomparabile piazza, come da tutte le cattedrali del mondo, in eco festosa all'alleluia pasquale. Ma lo sguardo si dilata a più vasti orizzonti attraverso i collegamenti radiotelevisivi, che simultaneamente adunano popoli vicini e genti lontane….”. e quello del vescovo di Locri-Gerace, Giuseppe  Fiorini Morosini In questi giorni di passione un’immagine rimane fissa nella mia mente: il cammina di Gesù con altre persone.

Tutta la vita pubblica di Gesù è stato un continuo camminare tra la gente e con la gente; ma negli ultimi giorni della sua vita e dopo la risurrezione il suo camminare con gli altri prende una connotazione tutta particolare perché il suo cammino ci rivela il significato della salvezza che ci ha portato. S’invocano i santi doni del Padreterno…Fede, Speranza, Carità, Fortezza, Giustizia, Prudenza, Temperanza…Dare ed avere. Gesù, ci chiede (per entrare nel suo Regno)… sette opere di misericordia corporale:   Dar da mangiare agli affamati. Dar da bere agli assetati. Vestire gli ignudi. Alloggiare i pellegrini. Visitare gli infermi. Visitare i carcerati. Seppellire i morti. E sette opere di misericordia spirituale… Consigliare i dubbiosi. Insegnare agli ignoranti. Ammonire i peccatori. Consolare gli afflitti. Perdonare le offese. Sopportare pazientemente le persone moleste. Pregare Dio per i vivi e per i morti. Il nostro augurio è rivolto a tutte le categorie sociali, ma soprattutto ai nostri lettori sovrani, ai nostri collaboratori; ai nostri inserzionisti ed ai simpatizzanti, al nostro editore Bruna Italia Massara, a ‘Luigi’, vera anima del giornale, deus ex machina. Affinchè possano trascorrere una serena Pasqua assieme ai loro cari. Un saluto speciale: ai disabili, ai carcerati, agli ammalati, ai disoccupati, alle vedove, agli orfani ed alle ragazze-madri, agli oppressi ed ai diseredati. Ma anche  ai governanti, affinchè la smettano di litigare; di premettere i loro interessi personali, individuali e comunque di scuderia e di bottega, rispetto agl’interessi del Paese, sull’orlo di una crisi di nervi; della gente che soffre. Il direttore

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