L’ultimo flash dell’Agenzia Ansa è lapidario…”Il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, ha sospeso il Consiglio comunale di Melito Porto Salvo avviando la procedura per lo scioglimento dell'organismo per infiltrazioni mafiose. Il Consiglio era gia' stato sciolto dopo le dimissioni della maggioranza dei componenti l'organismo che avevano fatto seguito all'arresto, con l'accusa di associazione mafiosa, del sindaco, Gesualdo Costantino. Il Comune sara' gestito adesso da tre commissari prefettizi.
MA A MELITO PORTO SALVO & DINTONI, DOVE NON HA VOTATO NEMMENO IL 50 %, NON INTERESSANO LE ELEZIONI POLITICHE? IN PIENO SPOGLIO, ARRIVA LA NOTIZIA DELLO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DECISO DAL PREFETTO DI REGGIO CALABRIA, VITTORIO PISCITELLI, CHE INVIERÁ ORA TRE COMMISSARI
Gli esperti (e le proiezioni lo confermano) ritengono, che il dato rilevante sia la possibile ingovernabilità futura. Il centrodestra, infatti, è in vantaggio al Senato: la coalizione guidata da Pdl e Lega sarebbe al 32 % contro il 30 % dell'alleanza guidata da Pd e Sel. Scelta Civica con Monti intorno al 9 %. Rivoluzione Civile è all'1,7%. Per quanto riguarda i singoli partiti, il Pd è al 25 %, il M5S è al 24,9%, il Pdl al 24 %, Scelta Civica per Monti 9 %, Lega Nord al 4,5%, Sel al 3%. Dati che, osservano gli esperti, se confermati renderebbero difficile formare un Governo. Dunque, il rischio di tornare alle urne è concreto. Veramente eccezionale appare la situazione nel Melitese. Più della metà, degli elettori, della città di Melito, ha disertato le urne. Consegnate inoltre, numerose schede bianche (76) o nulle (188). Il PDL (27%) al Senato, ha vinto su tutta la linea, davanti al PD (21 %) e M5S-Grillo (15 %), poi Monti (6 %), quindi Ingroia (1 %) ed ultimo Giannino (0 %). Ma anche alla Camera:Pdl (22 %), Pd (18%), M3S (15 %), Monti (5%), Ingroia (1 %) Giannino ( 0 % ), salvo eventuali trascurabili ‘spostamenti’ di percentuale
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO (RC)-Un cittadino ci confessa…”Prima che iniziasse lo spoglio, ho tentato di guadagnare una postazione utile per poter seguire le operazioni. Tempo perso. Non c’era nessuno. Ma come?!…Mi sarò sbagliato…-Scusate ma lo spoglio quando comincia? -Signoreeeeeeee!!!!!!!!!!??????????? Guardi che lo spoglio è già cominciato. Lei non è sordo e neppure cieco…-Dio mio che figuraccia!-Ma scusate, i rappresentanti di lista dove sono, desaparecidos?-Questo lo ignoriamo. Mica possiamo mandargli una raccomandata con ricevuta di ritorno…-Ci perdonino, ma nessun cittadino vedo qua dentro, nemmeno uno di conto.-La Legge non dice che noi del seggio dobbiamo contattare il pubblico. L’importante è, che tutte le operazioni si svolgano nella piena osservanza della legalità, trasparenza e rigore morale degli atti…”. Anche lo scrivente ha avuto la stessa idea, ma per ragioni diverse. Il risultato non è cambiato di molto. Per curiosità abbiamo fatto il giro dei seggi. Approfittando del raro momento di temperatura “accessibile”. Per tutta la giornata di ieri, Barbabianca, figlio degenere del “generale Inverno”, non ha fatto altro che soffiare certi spifferi maligni e velenosi. Il Mongibello, dirimpettaio e capriccioso, imparruccato sino alle pendici, ha coperto tutta la montagna di Catania. Seggi deserti, strade deserte, corridoi deserti.
Ci sono solamente la Polizia Municipale od i Vigili Urbani, caso unico nella storia politica di questa città e la Guardia di Finanza. Polizia di Stato e Carabinieri non ne abbiamo visti. Saranno impegnati in altre operazioni e servizi. Uno scenario irreale, Non ci era mai successo di vedere questo sfondo alle elezioni europee, regionali, provinciali, comunali ed altro tipo. C’era sempre la ressa, la confusione, la baraonda e perfino la ressa, se non la rissa. In qualche singola e singolare circostanza, pure calci e pugni e botte da orbi. Le prime sommarie cattive notizie, propalate a mezza bocca, che parlano di “votazione bulgara” all’incontrario, ci fanno accapponare la pelle. Urne deserte all’80 %? Per parecchie ore, ieri ed anche oggi, si era temuto il black-out della democrazia e della libertà. Non c’è nulla e nessuno a Melito, che possa ordinare ciò. Almeno, questa è la nostra convinzione. Stando alle cifre di ieri sera, sicuramente si sarebbero battuti tutti i record di astinenza dal voto. Poi piano piano si è superato il 30 e perfino il 40%. Ma non di più. Ma che sta succedendo a Melito Porto Salvo, provincia di Reggio Calabria? Ci tornano alla mente le parole del professore Antonio Familiari, leggendaria figura di partigiano, alias “Calabria”. Boicottato sino alla fine dalle istituzioni. Era calabrese? Nonostante fosse un insegnante. Familiari, disse all’auditorium San Giuseppe, pieno come l’uovo, dopo uno scioglimento per mafia, che la città di Tiberio Evoli, Bruno Spatolisano e Pietro Panuccio, non fosse libera, ma succube di sudditanze psicologiche; che il voto fosse vincolato; che la democrazia fosse un optional; che la libertà ancora non fosse arrivata e così via. Solo lui, che aveva un coraggio da leone, poteva affermarlo, di fronte a cinquecento persone, stipate come le sardine in scatola.
Qualche tempo dopo un altro grande, di professione parroco, don Cosimo Latella, andò, sparò ad alzo zero contro la mafia, tutte le domeniche nelle sue celeberrime prediche e nelle altre occasioni, che non mancavano di certo; oltre a fare i nomi dei…”dittatori”, che gli resero la vita difficile, promosse tutta una serie di azioni pastorali ed ecclesiastiche. Sulla scia del vescovo di Reggio e Bova, monsignor Luigi Vittorio Mondello, presidente della CEI Calabria, che non gliele manda a dire alla Piovra. Anche lui vessato, maltrattato, perseguitato ed osteggiato. Se è per questo, anche il Papa beato, defunto Giovanni Paolo II, che tuttavia il 23 maggio del 1993, nella Valle dei templi di Agrigento, lanciò un anatema famosissimo contro la mafia…”Dio ha detto una volta: Non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, qualsiasi mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio…. Nel nome di Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è Via, Verità e Vita, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!”. Alla scadenza naturale del mandato, don Cosimo, chiese ed ottenne, di essere trasferito. Morto, perché il Padreterno lo ha chiamato a sé. Ma i benpensanti, sibilarono, “di crepacuore”. Troppi rospi, ed alla fine è crollato. Non sappiamo quanto abbia pesato sul voto, l’abbandono scandaloso e vergognoso del vasto hinterland, da parte delle istituzioni centrali e periferiche. La zona jonica reggina, meglio nota come Area Grecanica, alias il Basso Jonio, lo hanno confermato gli scandalizzati commissari europei di Bruxelles, inviati speciali della Ue, è senza tema di essere smentiti, la più arretrata della Calabria, d’Italia e d’Europa. Roba da far concorrenza al terzo, quarto e quinto mondo. A prescindere dai tre scioglimenti per mafia di Roccaforte del Greco ed altrettanti di Melito; ma anche di Roghudi e Bova Marina. Rischiano grosso anche Montebello e San Lorenzo e lo stesso Melito, dopo l’operazione ‘ADA’, scatenata dalla DDA di Reggio Calabria, diretta dal procuratore capo della Repubblica f.f. Ottavio Sferlazza, contro il clan degli Iamonte. Lo stesso sindaco Gesualdo Costantino, accusato ed arrestato per questo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, è dentro sino al collo. Non sappiamo quanto abbia pesato anche la cancellazione del punto nascite dell’ospedale “Tiberio Evoli”.
I Comitati, di Condofuri e Melito, hanno ritirato migliaia di schede elettorali, in segno di protesta e contestazione. Disaffezione verso la politica? Dejà vu! Sono decenni che al Consiglio Comunale di Melito, non interviene mai nessuno. Salvo qualche rara eccezione. La conservazione reazionaria annidata nella partitocrazia, ma anche nell’associazionismo e nel volontariato, se non nel sindacato e nella cosiddetta ‘società civile’, chiamiamola così, ha alzato palizzate, steccati, recinti, staccionate e barricate, in difesa delle prebende, benefici, rendite vitalizie e lucri. Non c’è pace sotto i bergamotti della ‘Riviera della zagara’. Melito Porto Salvo è stato sciolto per tre volte per mafia; di cui una insabbiata. Ed ora, rischia il quarto scioglimento. Si dice che in quindici anni (1990-2015, siano andati via dal comprensorio melitese ben quindici o ventimila giovani. Uno spopolamento che deve far riflettere; se non spoliazione selvaggia. Ma è sotto gli occhi di tutti, come Melito Porto Salvo, non abbia nessun consigliere od assessore regionale e provinciale. Nessuno deputato, senatore, sottosegretario o ministro. Non c’è nemmeno un cinema od un teatro, degno di questo nome. L’unica valvola di sfogo, sembra essere lo sport. In modo particolare il calcio. Ma anche lì non sono mancate le vicende giudiziarie.
I fatti di mafia, di cui vi abbiamo fornito, in tempo reale ed utile, dettagliatamente, nomi, cognomi, fatti e circostanze. Non è nel nostro costume tuttavia di fare di tutte le erbe un fascio. Ci sono realtà pulite, che operano nelle legalità e con trasparenza. Sino a prova contraria. Per esempio, il Melito Futsal di Mimmo Franco e Gianluca Borruto, partecipante al campionato di serie B di calcio a 5, maschile figc; e, di serie C femminile. Unico raggio di sole, nel deserto dei tartari. Cosa ci offre l’avvenire. Beppe Grillo, Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani, Mario Monti, Antonio Ingroia, Oscar Fulvio Giannino, a modo loro avevano ed hanno ancora in tasca, la formula magica; la panacea per tutti i mali, che affliggono il Bel Paese. Domenico Salvatore
MA A MELITO PORTO SALVO & DINTONI, DOVE NON HA VOTATO NEMMENO IL 50 %, NON INTERESSANO LE ELEZIONI POLITICHE? IN PIENO SPOGLIO, ARRIVA LA NOTIZIA DELLO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DECISO DAL PREFETTO DI REGGIO CALABRIA, VITTORIO PISCITELLI, CHE INVIERÁ ORA TRE COMMISSARI
Domenico Salvatore
MELITO PORTO SALVO (RC)-Un cittadino ci confessa…”Prima che iniziasse lo spoglio, ho tentato di guadagnare una postazione utile per poter seguire le operazioni. Tempo perso. Non c’era nessuno. Ma come?!…Mi sarò sbagliato…-Scusate ma lo spoglio quando comincia? -Signoreeeeeeee!!!!!!!!!!??????????? Guardi che lo spoglio è già cominciato. Lei non è sordo e neppure cieco…-Dio mio che figuraccia!-Ma scusate, i rappresentanti di lista dove sono, desaparecidos?-Questo lo ignoriamo. Mica possiamo mandargli una raccomandata con ricevuta di ritorno…-Ci perdonino, ma nessun cittadino vedo qua dentro, nemmeno uno di conto.-La Legge non dice che noi del seggio dobbiamo contattare il pubblico. L’importante è, che tutte le operazioni si svolgano nella piena osservanza della legalità, trasparenza e rigore morale degli atti…”. Anche lo scrivente ha avuto la stessa idea, ma per ragioni diverse. Il risultato non è cambiato di molto. Per curiosità abbiamo fatto il giro dei seggi. Approfittando del raro momento di temperatura “accessibile”. Per tutta la giornata di ieri, Barbabianca, figlio degenere del “generale Inverno”, non ha fatto altro che soffiare certi spifferi maligni e velenosi. Il Mongibello, dirimpettaio e capriccioso, imparruccato sino alle pendici, ha coperto tutta la montagna di Catania. Seggi deserti, strade deserte, corridoi deserti.
Ci sono solamente la Polizia Municipale od i Vigili Urbani, caso unico nella storia politica di questa città e la Guardia di Finanza. Polizia di Stato e Carabinieri non ne abbiamo visti. Saranno impegnati in altre operazioni e servizi. Uno scenario irreale, Non ci era mai successo di vedere questo sfondo alle elezioni europee, regionali, provinciali, comunali ed altro tipo. C’era sempre la ressa, la confusione, la baraonda e perfino la ressa, se non la rissa. In qualche singola e singolare circostanza, pure calci e pugni e botte da orbi. Le prime sommarie cattive notizie, propalate a mezza bocca, che parlano di “votazione bulgara” all’incontrario, ci fanno accapponare la pelle. Urne deserte all’80 %? Per parecchie ore, ieri ed anche oggi, si era temuto il black-out della democrazia e della libertà. Non c’è nulla e nessuno a Melito, che possa ordinare ciò. Almeno, questa è la nostra convinzione. Stando alle cifre di ieri sera, sicuramente si sarebbero battuti tutti i record di astinenza dal voto. Poi piano piano si è superato il 30 e perfino il 40%. Ma non di più. Ma che sta succedendo a Melito Porto Salvo, provincia di Reggio Calabria? Ci tornano alla mente le parole del professore Antonio Familiari, leggendaria figura di partigiano, alias “Calabria”. Boicottato sino alla fine dalle istituzioni. Era calabrese? Nonostante fosse un insegnante. Familiari, disse all’auditorium San Giuseppe, pieno come l’uovo, dopo uno scioglimento per mafia, che la città di Tiberio Evoli, Bruno Spatolisano e Pietro Panuccio, non fosse libera, ma succube di sudditanze psicologiche; che il voto fosse vincolato; che la democrazia fosse un optional; che la libertà ancora non fosse arrivata e così via. Solo lui, che aveva un coraggio da leone, poteva affermarlo, di fronte a cinquecento persone, stipate come le sardine in scatola.
Qualche tempo dopo un altro grande, di professione parroco, don Cosimo Latella, andò, sparò ad alzo zero contro la mafia, tutte le domeniche nelle sue celeberrime prediche e nelle altre occasioni, che non mancavano di certo; oltre a fare i nomi dei…”dittatori”, che gli resero la vita difficile, promosse tutta una serie di azioni pastorali ed ecclesiastiche. Sulla scia del vescovo di Reggio e Bova, monsignor Luigi Vittorio Mondello, presidente della CEI Calabria, che non gliele manda a dire alla Piovra. Anche lui vessato, maltrattato, perseguitato ed osteggiato. Se è per questo, anche il Papa beato, defunto Giovanni Paolo II, che tuttavia il 23 maggio del 1993, nella Valle dei templi di Agrigento, lanciò un anatema famosissimo contro la mafia…”Dio ha detto una volta: Non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, qualsiasi mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio…. Nel nome di Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è Via, Verità e Vita, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!”. Alla scadenza naturale del mandato, don Cosimo, chiese ed ottenne, di essere trasferito. Morto, perché il Padreterno lo ha chiamato a sé. Ma i benpensanti, sibilarono, “di crepacuore”. Troppi rospi, ed alla fine è crollato. Non sappiamo quanto abbia pesato sul voto, l’abbandono scandaloso e vergognoso del vasto hinterland, da parte delle istituzioni centrali e periferiche. La zona jonica reggina, meglio nota come Area Grecanica, alias il Basso Jonio, lo hanno confermato gli scandalizzati commissari europei di Bruxelles, inviati speciali della Ue, è senza tema di essere smentiti, la più arretrata della Calabria, d’Italia e d’Europa. Roba da far concorrenza al terzo, quarto e quinto mondo. A prescindere dai tre scioglimenti per mafia di Roccaforte del Greco ed altrettanti di Melito; ma anche di Roghudi e Bova Marina. Rischiano grosso anche Montebello e San Lorenzo e lo stesso Melito, dopo l’operazione ‘ADA’, scatenata dalla DDA di Reggio Calabria, diretta dal procuratore capo della Repubblica f.f. Ottavio Sferlazza, contro il clan degli Iamonte. Lo stesso sindaco Gesualdo Costantino, accusato ed arrestato per questo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, è dentro sino al collo. Non sappiamo quanto abbia pesato anche la cancellazione del punto nascite dell’ospedale “Tiberio Evoli”.
I Comitati, di Condofuri e Melito, hanno ritirato migliaia di schede elettorali, in segno di protesta e contestazione. Disaffezione verso la politica? Dejà vu! Sono decenni che al Consiglio Comunale di Melito, non interviene mai nessuno. Salvo qualche rara eccezione. La conservazione reazionaria annidata nella partitocrazia, ma anche nell’associazionismo e nel volontariato, se non nel sindacato e nella cosiddetta ‘società civile’, chiamiamola così, ha alzato palizzate, steccati, recinti, staccionate e barricate, in difesa delle prebende, benefici, rendite vitalizie e lucri. Non c’è pace sotto i bergamotti della ‘Riviera della zagara’. Melito Porto Salvo è stato sciolto per tre volte per mafia; di cui una insabbiata. Ed ora, rischia il quarto scioglimento. Si dice che in quindici anni (1990-2015, siano andati via dal comprensorio melitese ben quindici o ventimila giovani. Uno spopolamento che deve far riflettere; se non spoliazione selvaggia. Ma è sotto gli occhi di tutti, come Melito Porto Salvo, non abbia nessun consigliere od assessore regionale e provinciale. Nessuno deputato, senatore, sottosegretario o ministro. Non c’è nemmeno un cinema od un teatro, degno di questo nome. L’unica valvola di sfogo, sembra essere lo sport. In modo particolare il calcio. Ma anche lì non sono mancate le vicende giudiziarie.
I fatti di mafia, di cui vi abbiamo fornito, in tempo reale ed utile, dettagliatamente, nomi, cognomi, fatti e circostanze. Non è nel nostro costume tuttavia di fare di tutte le erbe un fascio. Ci sono realtà pulite, che operano nelle legalità e con trasparenza. Sino a prova contraria. Per esempio, il Melito Futsal di Mimmo Franco e Gianluca Borruto, partecipante al campionato di serie B di calcio a 5, maschile figc; e, di serie C femminile. Unico raggio di sole, nel deserto dei tartari. Cosa ci offre l’avvenire. Beppe Grillo, Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani, Mario Monti, Antonio Ingroia, Oscar Fulvio Giannino, a modo loro avevano ed hanno ancora in tasca, la formula magica; la panacea per tutti i mali, che affliggono il Bel Paese. Domenico Salvatore


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