Reggio Calabria. La democrazia sospesa.
Reggio Calabria 11 gennaio 2013 - Ieri sera a Reggio Calabria, piazza Camagna era gremita di tanti cittadini accorsi in occasione della presentazione del libro “Reggio Calabria. La democrazia sospesa”, voluto dal gruppo parlamentare Camera dei Deputati Il Popolo della Libertà, in cui vengono analizzate le vicende che hanno portato al commissariamento di Reggio Calabria, primo capoluogo di provincia in tutta la storia d’Italia, sciolto per contiguità con organizzazioni mafiose.
Alla presentazione del libro, che è stato distribuito gratuitamente ai cittadini presenti, hanno preso parte diverse autorità, a partire dal Presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, l’ex sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena, Tonino Gentile, vice coordinatore regionale vicario del Pdl, assieme a Jole Santelli, vice presidente della Commissione Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e degli Interni con Lella Golfo, deputata Pdl componente della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo.
A prendere subito la parola Tonino Gentile, che ha affermato come lo scioglimento del Comune sia stato del tutto arbitrario. Per questo motivo ha espresso «solidarietà al sindaco Arena e a Reggio maltrattata da atteggiamenti politicamente scorretti, da un’azione di linciaggio, da clientelismo, che hanno messo in ginocchio Reggio». Ecco perché il partito, Il Popolo della Libertà, è vicino alla città. Rifacendosi al titolo del libro, Gentile ha sottolineato come «questa democrazia sospesa non ci sta bene, deve essere una democrazia compiuta. Il cittadino deve scegliere». Gentile ha inoltre elogiato l’operato del sindaco Arena, «uomo straordinario, ha saputo tenere la testa alta, che non ha piegato la schiena e che con dignità ha saputo difendere questa città dalla barbarie politica ed economica».
Ad intervenire è stata poi l’on. Jole Santelli, la quale si sente molto vicina a Reggio Calabria, in quanto «quello che colpisce Reggio colpisce l’intera Calabria. Il danno d’immagine è fortissimo». Sebbene lo scioglimento del comune, abbia creato numerosi danni alla città, «il lavoro della regione Calabria non si ferma, non si lascia abbattere dagli altri».
A seguire l’on. Lella Golfo, si è soffermata su Reggio come città metropolitana: «Reggio è una città modello, ce la invidiavano tutti. C’è stata una congiura. Qui non doveva esserci la città metropolitana. Siamo cresciuti troppo, abbiamo alzato troppo la testa e quindi tutto quello che hanno fatto, è stato fatto per farci abbassare la testa».
L’ex sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, applaudito a lungo dal pubblico, ha cominciato il suo intervento parlando del libro elogiando il lavoro fatto e «l’obiettività con cui sono stati trattati i fatti». Ha poi parlato di Reggio, «In dieci anni di governo di destra, la città di Reggio, è diventata protagonista, una città modello, guida del Mezzogiorno, che si apriva al futuro, al Mediterraneo. Reggio è diventata così, una tra le dieci città metropolitane, superando trentennio di buio che era seguito ai moti di Reggio, ma questo non è andato bene a qualcuno». Arena ha ribadito il concetto che lo scioglimento del comune «ha sfregiato la città in maniera permanente».
A concludere l’incontro, il Presidente della regione, Giuseppe Scopelliti, il quale ha fortemente sottolineato il fatto che «Reggio ha il compito di ripartire, con fiducia e pazienza. Con sacrificio e con dolore tutti insieme rialzeremo la città». Ha ringraziato il partito, Alfano e Berlusconi che «hanno creduto nella città».
Reggio Calabria può tornare ad essere la città metropolitana di prima, oltre a risollevarsi e ritornare città libera e democratica.
Questo libro era un atto dovuto per la città. - ha aggiunto il presidente della Regione – Tra 20 anni questa pubblicazione ci aiuterà a capire ciò che si è verificato a Reggio negli ultimi anni. Era un atto dovuto da parte del Pdl che ha fatto le sue battaglie per questa città. Stasera presentiamo questo opuscolo, questo libricino per dimostrare che ciò che abbiamo detto non è la pura fantasia. Quando io e tanti altri abbiamo sostenuto che lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria non era una decisione dovuta, ma una scelta politica, non avevamo sbagliato perché basta domandare ai parlamentari che possono raccontare quante volte i ministri della Repubblica hanno riferito che non si può sciogliere Reggio, non ci son gli estremi. Da sindaco ho combattuto le lobby e mettendole in ginocchio a favore della città, perché se la sono divorata per 30 anni e pensavano di farlo per i prossimi 30. Sto pagando quel tipo di coraggio messo in campo, ma non sono soltanto loro perché altrimenti non avrebbero avuto tutta questa forza.
A tutti quelli che hanno scritto che vi era la contiguità mafiosa, che vi erano gli amministratori che erano conniventi, gli rispondiamo vergogna, avete le carte e sapete quando c'era la connivenza della 'ndrangheta con i sindaci. Ci sono gli atti delle procure. Tirateli fuori. Vergonatevi. Altro che stagioni, primavera e estate. Lì ci sono gli atti delle Procure in cui c'è scritto chi erano i sindaci conniventi con la mafia. Ve lo siete dimenticato? Dovete avere il coraggio di scriverlo. Vergogna. Vergogna. Avete messo in ginocchio una città per il gusto di provare la soddisfazione di vedere eliminata una classe dirigente. E noi siamo rimasti in piedi, con coraggio, con il petto in fuori. Non lo so se questa è una città che sta combattendo la mafia. Il senso di sfiducia la fa da padrona. E laddove non c'è fiducia nelle istituzioni, la mafia si infiltra e diventa prepotente. Hanno fallito tutto».«Oggi si blocca il tapis roulant – conclude il governatore - e dicono che è colpa del “modello Reggio”. Abbiamo servito una città con orgoglio, il tapis roulant è il simbolo dell'innovazione, del grande riferimento culturale. Ignoranti. Andate ad abbeverarvi di cultura e di sapere. Fare amministrazione è una cosa che non può appartenere a tutti perché non bisogna mettere in campo i numeri, ma ci vuole l'amore e la passione per un territorio. Io non sono il Peppe Bova di turno che, nel momento in cui doveva determinare un ricambio, ha pensato di mettere il suo Pinone Morabito alla Provincia. Cioè mettere il mummificio, lì, fermo così. Io ho messo un uomo con gli attributi come Demi Arena. Abbiamo messo gli uomini migliori. Aspettiamo pazientemente ciò che sarà determinato dal Tar del Lazio. Poco importa, noi sappiamo molto bene, in questa città, dove sta la mafia e dove si annida. Noi sappiamo molto bene chi amoreggiava con la mafia e chi la mafia l'ha tenuta sempre fuori».
Valentina Raffa
Reggio Calabria 11 gennaio 2013 - Ieri sera a Reggio Calabria, piazza Camagna era gremita di tanti cittadini accorsi in occasione della presentazione del libro “Reggio Calabria. La democrazia sospesa”, voluto dal gruppo parlamentare Camera dei Deputati Il Popolo della Libertà, in cui vengono analizzate le vicende che hanno portato al commissariamento di Reggio Calabria, primo capoluogo di provincia in tutta la storia d’Italia, sciolto per contiguità con organizzazioni mafiose.
Alla presentazione del libro, che è stato distribuito gratuitamente ai cittadini presenti, hanno preso parte diverse autorità, a partire dal Presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, l’ex sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena, Tonino Gentile, vice coordinatore regionale vicario del Pdl, assieme a Jole Santelli, vice presidente della Commissione Affari Costituzionali della Presidenza del Consiglio e degli Interni con Lella Golfo, deputata Pdl componente della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo.
A prendere subito la parola Tonino Gentile, che ha affermato come lo scioglimento del Comune sia stato del tutto arbitrario. Per questo motivo ha espresso «solidarietà al sindaco Arena e a Reggio maltrattata da atteggiamenti politicamente scorretti, da un’azione di linciaggio, da clientelismo, che hanno messo in ginocchio Reggio». Ecco perché il partito, Il Popolo della Libertà, è vicino alla città. Rifacendosi al titolo del libro, Gentile ha sottolineato come «questa democrazia sospesa non ci sta bene, deve essere una democrazia compiuta. Il cittadino deve scegliere». Gentile ha inoltre elogiato l’operato del sindaco Arena, «uomo straordinario, ha saputo tenere la testa alta, che non ha piegato la schiena e che con dignità ha saputo difendere questa città dalla barbarie politica ed economica».
Ad intervenire è stata poi l’on. Jole Santelli, la quale si sente molto vicina a Reggio Calabria, in quanto «quello che colpisce Reggio colpisce l’intera Calabria. Il danno d’immagine è fortissimo». Sebbene lo scioglimento del comune, abbia creato numerosi danni alla città, «il lavoro della regione Calabria non si ferma, non si lascia abbattere dagli altri».
A seguire l’on. Lella Golfo, si è soffermata su Reggio come città metropolitana: «Reggio è una città modello, ce la invidiavano tutti. C’è stata una congiura. Qui non doveva esserci la città metropolitana. Siamo cresciuti troppo, abbiamo alzato troppo la testa e quindi tutto quello che hanno fatto, è stato fatto per farci abbassare la testa».
L’ex sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, applaudito a lungo dal pubblico, ha cominciato il suo intervento parlando del libro elogiando il lavoro fatto e «l’obiettività con cui sono stati trattati i fatti». Ha poi parlato di Reggio, «In dieci anni di governo di destra, la città di Reggio, è diventata protagonista, una città modello, guida del Mezzogiorno, che si apriva al futuro, al Mediterraneo. Reggio è diventata così, una tra le dieci città metropolitane, superando trentennio di buio che era seguito ai moti di Reggio, ma questo non è andato bene a qualcuno». Arena ha ribadito il concetto che lo scioglimento del comune «ha sfregiato la città in maniera permanente».
A concludere l’incontro, il Presidente della regione, Giuseppe Scopelliti, il quale ha fortemente sottolineato il fatto che «Reggio ha il compito di ripartire, con fiducia e pazienza. Con sacrificio e con dolore tutti insieme rialzeremo la città». Ha ringraziato il partito, Alfano e Berlusconi che «hanno creduto nella città».
Reggio Calabria può tornare ad essere la città metropolitana di prima, oltre a risollevarsi e ritornare città libera e democratica.
Questo libro era un atto dovuto per la città. - ha aggiunto il presidente della Regione – Tra 20 anni questa pubblicazione ci aiuterà a capire ciò che si è verificato a Reggio negli ultimi anni. Era un atto dovuto da parte del Pdl che ha fatto le sue battaglie per questa città. Stasera presentiamo questo opuscolo, questo libricino per dimostrare che ciò che abbiamo detto non è la pura fantasia. Quando io e tanti altri abbiamo sostenuto che lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria non era una decisione dovuta, ma una scelta politica, non avevamo sbagliato perché basta domandare ai parlamentari che possono raccontare quante volte i ministri della Repubblica hanno riferito che non si può sciogliere Reggio, non ci son gli estremi. Da sindaco ho combattuto le lobby e mettendole in ginocchio a favore della città, perché se la sono divorata per 30 anni e pensavano di farlo per i prossimi 30. Sto pagando quel tipo di coraggio messo in campo, ma non sono soltanto loro perché altrimenti non avrebbero avuto tutta questa forza.
A tutti quelli che hanno scritto che vi era la contiguità mafiosa, che vi erano gli amministratori che erano conniventi, gli rispondiamo vergogna, avete le carte e sapete quando c'era la connivenza della 'ndrangheta con i sindaci. Ci sono gli atti delle procure. Tirateli fuori. Vergonatevi. Altro che stagioni, primavera e estate. Lì ci sono gli atti delle Procure in cui c'è scritto chi erano i sindaci conniventi con la mafia. Ve lo siete dimenticato? Dovete avere il coraggio di scriverlo. Vergogna. Vergogna. Avete messo in ginocchio una città per il gusto di provare la soddisfazione di vedere eliminata una classe dirigente. E noi siamo rimasti in piedi, con coraggio, con il petto in fuori. Non lo so se questa è una città che sta combattendo la mafia. Il senso di sfiducia la fa da padrona. E laddove non c'è fiducia nelle istituzioni, la mafia si infiltra e diventa prepotente. Hanno fallito tutto».«Oggi si blocca il tapis roulant – conclude il governatore - e dicono che è colpa del “modello Reggio”. Abbiamo servito una città con orgoglio, il tapis roulant è il simbolo dell'innovazione, del grande riferimento culturale. Ignoranti. Andate ad abbeverarvi di cultura e di sapere. Fare amministrazione è una cosa che non può appartenere a tutti perché non bisogna mettere in campo i numeri, ma ci vuole l'amore e la passione per un territorio. Io non sono il Peppe Bova di turno che, nel momento in cui doveva determinare un ricambio, ha pensato di mettere il suo Pinone Morabito alla Provincia. Cioè mettere il mummificio, lì, fermo così. Io ho messo un uomo con gli attributi come Demi Arena. Abbiamo messo gli uomini migliori. Aspettiamo pazientemente ciò che sarà determinato dal Tar del Lazio. Poco importa, noi sappiamo molto bene, in questa città, dove sta la mafia e dove si annida. Noi sappiamo molto bene chi amoreggiava con la mafia e chi la mafia l'ha tenuta sempre fuori».
Valentina Raffa
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