Operazione Gdf, capo organizzazione boss con base a Ravenna
Mani 'ndrangheta su videoslot,
arresti e sequestri per 90 milioni
L'organizzazione, secondo le indagini, gestiva in tutta Italia i settori del gioco online. La base operativa in Emilia, ramificazioni in molte regioni italiane, ma anche in Romania e Gran Bretagna
La Guardia di Finanza sta eseguendo 29 ordinanze di custodia cautelare ed oltre 150 perquisizioni nei confronti di un'organizzazione che secondo le indagini gestiva in tutta Italia i settori del gioco on line e delle videoslot manomesse. A capo dell'organizzazione un boss della 'ndrangheta con base a Ravenna. I finanzieri hanno anche sequestrato beni per oltre 90 milioni di euro.
L'organizzazione, secondo quanto accertato dai finanzieri, aveva la base operativa in Emilia e ramificazioni non solo in Italia (Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) ma anche in Romania e in Gran Bretagna. A capo dell'organizzazione ci sarebbe un boss della 'ndrangheta, trasferito in Emilia-Romagna dove deve scontare un provvedimento di 'obbligo di firma', con precedenti per diversi reati tra cui traffico internazionale di droga e armi.
Il blitz scattato stamattina ha impegnato - rende noto l'Ansa - circa 800 finanzieri di diversi comandi italiani, che stanno eseguendo le 29 ordinanze (18 delle quali di custodia cautelare in carcere) e 150 perquisizioni in numerose sale da gioco dove erano state piazzate dall'organizzazione le videoslot manomesse (per occultare i reali volumi di gioco) o dove era possibile collegarsi con i siti di gioco on line illegali.
L’indagine, iniziata nel 2010, ha preso l’avvio da un episodio di sequestro di persona condotto da alcuni componenti del gruppo criminale
Intercettazione di 'ndrangheta: "Spariamo in bocca a Tizian"
La minaccia contenuta in una telefonata registrata nell'ambito dell'inchiesta sulle slot machine in Emilia Romagna, che oggi ha portato 29 arresti in tutta Italia ed al sequestro di beni per quasi cento milioni di euro
Intercettazione di 'ndrangheta: "Spariamo in bocca a Tizian" (ansa)
"Spariamo in bocca a Tizian". La minaccia di morte nei confronti di Giovanni Tizian, giornalista della Gazzetta di Modena e collaboratore di Repubblica e l'Espresso, è emersa da un'intercettazione realizzata nell'ambito dell'inchiesta Slot machine contro la 'ndrangheta. L'operazione, condotta dalla guardia finanza di Bologna, ha svelato un giro di video slot machine truccate e di gioco online (diffuso su territorio italiano ed estero) gestito da appartenenti alla criminalità organizzata.
A dirigere l'attività illecita era, dalla provincia di Ravenna, un elemento di spicco della 'ndrangheta. Le fiamme gialle dall'alba hanno iniziato a eseguire in tutta Italia 29 ordinanze di custodia cautelare (l'accusa è associazione a delinquere) e mettendo sotto sequestro beni per oltre 90 milioni di euro.
Il nome di Tizian è emerso dalla telefonata fra il presunto capo della banda, Nicola Femia e l'imprenditore Guido torello; il primo si lamenta degli articoli che Tizian aveva cominciato a scrivere sulla "Gazzetta di Modena" evidenziando i legami di Femia con la criminalita' organizzata calabrese. "O la smette o gli sparo in bocca", dice Torello. Da quella chiamata, gli inquirenti decidono di mettere sotto tutela il giornalista.
Mani 'ndrangheta su videoslot,
arresti e sequestri per 90 milioni
L'organizzazione, secondo le indagini, gestiva in tutta Italia i settori del gioco online. La base operativa in Emilia, ramificazioni in molte regioni italiane, ma anche in Romania e Gran Bretagna
La Guardia di Finanza sta eseguendo 29 ordinanze di custodia cautelare ed oltre 150 perquisizioni nei confronti di un'organizzazione che secondo le indagini gestiva in tutta Italia i settori del gioco on line e delle videoslot manomesse. A capo dell'organizzazione un boss della 'ndrangheta con base a Ravenna. I finanzieri hanno anche sequestrato beni per oltre 90 milioni di euro.
L'organizzazione, secondo quanto accertato dai finanzieri, aveva la base operativa in Emilia e ramificazioni non solo in Italia (Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) ma anche in Romania e in Gran Bretagna. A capo dell'organizzazione ci sarebbe un boss della 'ndrangheta, trasferito in Emilia-Romagna dove deve scontare un provvedimento di 'obbligo di firma', con precedenti per diversi reati tra cui traffico internazionale di droga e armi.
Il blitz scattato stamattina ha impegnato - rende noto l'Ansa - circa 800 finanzieri di diversi comandi italiani, che stanno eseguendo le 29 ordinanze (18 delle quali di custodia cautelare in carcere) e 150 perquisizioni in numerose sale da gioco dove erano state piazzate dall'organizzazione le videoslot manomesse (per occultare i reali volumi di gioco) o dove era possibile collegarsi con i siti di gioco on line illegali.
L’indagine, iniziata nel 2010, ha preso l’avvio da un episodio di sequestro di persona condotto da alcuni componenti del gruppo criminale
Intercettazione di 'ndrangheta: "Spariamo in bocca a Tizian"
La minaccia contenuta in una telefonata registrata nell'ambito dell'inchiesta sulle slot machine in Emilia Romagna, che oggi ha portato 29 arresti in tutta Italia ed al sequestro di beni per quasi cento milioni di euro
Intercettazione di 'ndrangheta: "Spariamo in bocca a Tizian" (ansa)
"Spariamo in bocca a Tizian". La minaccia di morte nei confronti di Giovanni Tizian, giornalista della Gazzetta di Modena e collaboratore di Repubblica e l'Espresso, è emersa da un'intercettazione realizzata nell'ambito dell'inchiesta Slot machine contro la 'ndrangheta. L'operazione, condotta dalla guardia finanza di Bologna, ha svelato un giro di video slot machine truccate e di gioco online (diffuso su territorio italiano ed estero) gestito da appartenenti alla criminalità organizzata.
A dirigere l'attività illecita era, dalla provincia di Ravenna, un elemento di spicco della 'ndrangheta. Le fiamme gialle dall'alba hanno iniziato a eseguire in tutta Italia 29 ordinanze di custodia cautelare (l'accusa è associazione a delinquere) e mettendo sotto sequestro beni per oltre 90 milioni di euro.
Il nome di Tizian è emerso dalla telefonata fra il presunto capo della banda, Nicola Femia e l'imprenditore Guido torello; il primo si lamenta degli articoli che Tizian aveva cominciato a scrivere sulla "Gazzetta di Modena" evidenziando i legami di Femia con la criminalita' organizzata calabrese. "O la smette o gli sparo in bocca", dice Torello. Da quella chiamata, gli inquirenti decidono di mettere sotto tutela il giornalista.

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