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Guardia di Finanza, le operazioni del 15 novembre 2012

DENUNCIATE 54 PERSONE CHE HANNO PRESENTATO FALSE ATTESTAZIONI ISEE PER OTTENERE CONTRIBUTI DAL COMUNE DI CASTEL VOLTURNO.
I Finanzieri della Compagnia di Mondragone hanno completato l'ultima fase di una vasta operazione che, durante il corrente anno, ha verificato le posizioni reddituali e patrimoniali di diversi nuclei familiari che, nel 2009, hanno presentato nei comuni di Castel Volturno e Mondragone, richieste finalizzate ad ottenere aiuti finanziari, in virtù delle disagiate condizioni economiche.
I regolamenti comunali, infatti, prevedono che i cittadini meno abbienti possono presentare, tramite autocertificazione, richieste di contributi quali borse di studio, erogazioni economiche "una tantum" per coloro che si trovano senza reddito (c.d. reddito di cittadinanza), assegni di maternità e sovvenzioni per il pagamento degli affitti.
Proprio in relazione all'erogazione di borse di studio, sono stati effettuati mirati controlli, mediante l'incrocio di complessi dati e notizie, finalizzati a verificare la correttezza delle autocertificazioni presentate dai cittadini per ottenere contributi integrativi.
L'articolata operazione di servizio, durata circa 3 mesi, ha consentito alle Fiamme Gialle di individuare 54 soggetti che hanno presentato al Comune di Castel Volturno false attestazioni ISEE (Indicatore della Situazione Economico Equivalente), recanti redditi inferiori a quelli effettivamente percepiti, al fine di essere collocati in una posizione utile in graduatoria per ottenere l'erogazione degli aiuti economici.
I predetti soggetti sono stati tutti denunciati alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per "falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico". Alcuni di essi, come accertato dai Finanzieri, avevano richiesto gli aiuti economici anche se erano, tra l'altro, proprietari di immobili e vetture di lusso.
L'attività posta in essere dalla Guardia di Finanza di Mondragone, oltre ad inibire l'erogazione dei benefici a favore delle persone a cui non spettavano, consentendo un immediato risparmio per le casse comunali di oltre 20 mila euro, ha consentito di recuperare a tassazione 300 mila euro di redditi non dichiarati.
In totale l'operazione "SOLDI FACILI 2012" ha permesso di deferire all'A.G. un totale di 234 persone, recuperare a tassazione 750 mila euro e consentire un risparmio agli Enti interessati di circa 450 mila euro.
Intanto, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nella persona del sostituto procuratore Dott.ssa Antonella Cantiello, ha già esercitato l'azione penale nei confronti dei soggetti segnalati durante la prima fase dell'operazione.




Operazione "PAY BACK": Guardia di Finanza scopre 112 lavoratori in "nero".
Il piano d'azione per il contrasto del fenomeno del lavoro "nero" e delle irregolarità nel mondo del lavoro è proseguito con un altro risultato importante: centinaia di assunzioni senza contratto di lavoro, portate alla luce a seguito di un capillare controllo fiscale condotto dalla Tenenza di Ariano Irpino e finalizzato alla verifica, ai fini contributivi, delle posizioni dei lavoratori impiegati in un "Call Center" riconducibile ad una società con sede in Roma.
Tutto è nato da una serie di segnalazioni partite da alcuni lavoratori, indignati per le condizioni di sfruttamento cui erano sottoposti, molte delle quali, "viaggiando" sul più noto "Social Network", non passarono inosservate agli occhi delle Fiamme Gialle che, agli inizi di luglio, fecero scattare il blitz nella sede del "Call Center".
Le indagini dei finanzieri si sono protratte a ritmo serrato per tutta l'estate, e hanno passato sotto la lente d'ingrandimento la documentazione acquisita e le dichiarazioni di centinaia di lavoratori disoccupati, tra cui molti giovani laureati e madri con la necessità di trovare un impiego.
Gli approfondimenti hanno consentito di scoprire che una società di Roma, con importanti sedi operative a Milano, Napoli e in Sicilia, alla fine dello scorso anno aveva deciso di aprire una sede operativa anche nell'Avellinese, per la vendita a distanza di prodotti telefonici di noti "brand" (perlopiù, contratti di telefonia mobile privata e "business"). Grazie all'aiuto di un imprenditore locale (residente nel Nolano, socio in una cooperativa di servizi) la società di Roma individuò una sede ad Ariano Irpino ed iniziò la ricerca del personale (in massima parte, in stato di disoccupazione per avvantaggiarsi degli sgravi contributivi per l'assunzione dei lavoratori nel Mezzogiorno, previsti dalla Legge n. 407/1990), da selezionare ed avviare al lavoro dopo un breve percorso formativo. La società aveva promesso a tutti l'assunzione a tempo determinato con una retribuzione mensile di poco più di quattrocento euro, ma con allettanti incentivi di produzione.
Nel giro di alcuni mesi, si avvicendarono nel "Call Center" oltre un centinaio di lavoratori, molti dei quali decisero di abbandonare ben presto il lavoro, non vedendosi corrisposta alcuna retribuzione, fino a quando, agli inizi di luglio, la protesta di tutti i dipendenti (che decisero di non presentarsi al lavoro) diede luogo ad un veloce "tam tam" di dissenso sul "Social Network", che fece scattare il blitz della Guardia di Finanza.
Gli approfondimenti delle Fiamme Gialle, protrattisi per oltre quattro mesi, hanno portato all'individuazione di 112 lavoratori "in nero" impiegati nel Call Center di Ariano Irpino per oltre 3.500 giornate lavorative, consentendo alla società datrice di lavoro un risparmio di oltre 127.000 euro, tra costi del personale ed oneri previdenziali e contributivi. Alla società, sono state contestate sanzioni amministrative che giungono fino ad un massimo di poco più di 2 milioni di euro.
L'attuale normativa prevede, infatti, che l'utilizzazione di lavoratori "in nero" sia sanzionata con un importo che oscilla tra i 1.500 ed i 12.000 euro per ogni lavoratore non assunto regolarmente, a cui si aggiungono sanzioni dissuasive proporzionate al numero di giornate lavorative effettuate da ciascuno di essi.
Approfondimenti sono tuttora in corso per vagliare le singole responsabilità dei soggetti coinvolti nell'incresciosa vicenda.




FIERA DEL CICLO E DEL MOTOCICLO DI RHO:
LA GUARDIA DI FINANZA A TUTELA DEI MARCHI NAZIONALI

In occasione della settantesima fiera del ciclo e del motociclo - EICMA - che si svolge presso la fiera di Rho (MI), i militari della Guardia di Finanza hanno espletato una serie di controlli preventivi presso gli stand allestiti per l'evento fieristico, vigilando soprattutto sulla corretta e leale concorrenza dei marchi registrati esposti e a tutela dell'immagine degli stessi.
Grazie anche alla consolidata collaborazione con noti marchi nazionali di motocicli, sono stati individuati alcuni stand dove erano state esposte delle vespe uguali, nelle linee, alla vespa modello GT della Piaggio.
Pertanto, i militari del Corpo hanno proceduto al sequestro delle 6 vespe esposte in cinque stand diversi ed alla prevista segnalazione all'Autorità Giudiziaria, per il reato di contraffazione, di due cittadini italiani, di due cittadini cinesi e di un cittadino tedesco.
L'intervento delle fiamme gialle, effettuato ancor prima dell'apertura al pubblico della fiera, ha così portato alla chiusura dei due stand cinesi, poiché non avevano altri motocicli esposti se non quelli sottoposti a sequestro. I veicoli battezzati Roman e Model WL 101 Z, molto simili nelle linee alla vespa GT della Piaggio, saranno sottoposti ad ulteriori controlli tecnici anche di natura meccanica.
Anche lo scorso anno l'intervento della Guardia di Finanza aveva scongiurato l'esposizione di un "clone" dell'Mp3 della nota casa di Pontedera, da parte di un brand cinese.


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Luigi Palamara
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