Festival del Film di Roma: i vincitori e l'esclusiv a con il vincitore
In una sala gremita di pubblico e addetti ai lavori, tra fischi e
applausi, dopo 9 giorni fitti di proiezioni e incontri, sono stati
annunciati i vincitori del Festival Internazionale del Film di Roma
2012.Su FestivalTube è possibile rivivere i momenti salienti del Festival e ascoltare le interviste ai vincitori.
A vincere il Marc'Aurelio D'oro Marfa Girl di Larry Clark che ha rilasciato nei giorni scorsi un'intervista esclusiva alle telecamere di FestivalTube, svelando in anteprima alcuni scoop e dichiarandosi fan del canale.
Per scoprire l’intervista integrale con Larry Clark: clicca qui.
Gli altri film più premiati sono stati:
"Alì ha gli occhi azzurri" di Claudio Giovannesi - vedi il Critic's Cafè su FestivalTube
"The Motel Life" dei fratelli Polsky - vedi il Critic's Cafè su FestivalTube
"E la chiamano estate" di Paolo Franchi - vedi il Red Carpet con l'intervista a Isabella Ferrari
Di seguito i vincitori nel dettaglio.
Marc’Aurelio d'Oro per il miglior film - Marfa Girl di Larry Clark
Premio per la migliore regia - Paolo Franchi per "E la chiamano Estate"
Premio Speciale della Giuria - "Alì ha gli occhi azzurri" di Claudio Giovannesi
Premio per la migliore interpretazione maschile - Jeremie Elkaim per "Main dans la main"
Premio per la migliore interpretazione femminile - Isabella Ferrari per "E la chiamano estate"
Premio a un giovane attore o attrice emergente - Marilyne Fontaine per "Un enfant de toi"
Premio per il migliore contributo tecnico - Arnau Valls Colomer per "Mai Morire"
Premio per la migliore sceneggiatura - The Motel Life dei fratelli Polsky
Premio BNL del pubblico - The Motel Life dei fratelli Polsky
Premio CinemaXXI (riservato ai lungometraggi) - "Avanti Popolo" di Michael Wahrmann
Premio Speciale della Giuria – CinemaXXI (riservato ai lungometraggi) - "Picas" di Laila Pakalnina
Premio CinemaXXI Cortometraggi e Mediometraggi - "Pahinida" di Ana-Felicia Scutelnicu
Premio Prospettive per il Miglior Lungometraggio - "Cosimo e Nicole" di Francesco Amato
Premio Prospettive per il Migliore Documentario - "Pezzi" di Luca Ferrari
Premio Prospettive per il Migliore Cortometraggio - "Il gatto del Maine" di Antonello Schioppa
CINEMA: FRANCESCO BRUNI, A FESTIVAL ROMA HO VISTO ALCUNE OPERE SORPRENDENTI Roma, 17 novembre 2012 - "E' stata un'esperienza molto piacevole, abbiamo visto opere molto belle, alcune davvero sorprendenti". Questo il commento sulla settima edizione del Festival del Cinema di Roma del regista Francesco Bruni, presidente della Giuria della sezione 'Prospettive Italia'. Un'edizione dove, secondo Bruni, ha trionfato la storia del cinema italiano. "In parte ho contribuito anche io -dice il regista- perche' ero fra i testimoni del film di Giuliano", spiega Bruni, riferendosi alla sua partecipazione al documentario 'Quattro volte vent'anni' di Marco Spagnoli sul regista Giuliano Montaldo. "Ho visto -conclude Bruni- pero' anche il lavoro su Carlo Verdone che e' stato straordinario".
FESTIVAL ROMA: ALI' DI GIOVANNESI VINCE PREMIO OPERA PRIMA - Ali' ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi vince il premio Opera prima e seconda alla settima edizione del Festival di Roma
FESTIVAL ROMA: MENZIONE SPECIALE A RAZZABASTARDA - Menzione speciale ad Alessandro Gassmann per Razzabastarda alla settima edizione del Festival internazionale del film di Roma assegnato dalla giuria Premio Opera prima e seconda
FESTIVAL ROMA: COSIMO E NICOLE VINCE PROSPETTIVE ITALIA - Cosimo e Nicole di Francesco Amato vince Prospettive Italia nella sezione lungometraggi alla settima edizione del Festival Internazionale del film di Roma. Pezzi di Luca Ferrari e' il miglior documentario, Il gatto del Maine di Antonello Schioppa vince per il miglior cortometraggio.
CINEMA: FESTIVAL ROMA, NON TUTTI I POST SU FACEBOOK SONO STATI RIMOSSI 'LA NATURA E IL LINGUAGGIO DI ALCUNI COMMENTI SONO STATI GIUDICATI INAPPROPRIATI' La pagina Facebook del Festival internazionale del Cinema di Roma "e' stata aperta per scopi prioritariamente promozionali e informativi. Il profilo istituzionale del Festival impone la moderazione delle discussioni associate ai singoli post. La natura dei commenti e il linguaggio utilizzato in alcuni post sono stati giudicati inappropriati. Questo non significa che siano stati rimossi tutti i commenti negativi. E' sufficiente visitare il profilo del Festival e scorrere i diversi post per verificare come siano tuttora presenti commenti critici". E' quanto afferma in una nota l'organizzazione del Festival del Cinema di Roma, a proposito di una domanda posta da un giornalista riguardante la gestione dei social network nel corso della conferenza stampa di chiusura del Festival.
CINEMA: VALENTINA CERVI, A FESTIVAL ROMA FILM ITALIANO SI E' DIFESO BENISSIMO 'MOLTO DISPIACIUTI PER POLEMICHE SU PELLICOLA DI FRANCHI, MALEDUCATE E FUORI LUOGO' - "Un'esperienza bellissima, stancante ma emozionante, dove il cinema italiano si e' difeso molto bene". Cosi' Valentina Cervi, unica italiana nella giuria del Festival del Cinema di Roma, commenta all'Adnkronos la sua esperienza da giurata. "Sono tanti i film che mi hanno colpito -dice Cervi- mi e' piaciuto molto quello della Donzelli, quello di Paolo Franchi e poi Peter Greenaway e Mike Figgis, anche se questi ultimi due non erano in concorso". Nessun condizionamento, assicura l'attrice, dovuto alla nazionalita' dei film. "Abbiamo cercato di non farci condizionare da questo -dice- anche perche' se no ognuno avrebbe dovuto combattere per il proprio Paese. Sicuramente i film italiani li ho guardati con un affetto diverso, ma sempre cercando di vedere l'originalita' e la necessita' che aveva il regista di raccontare una storia". Sulle polemiche che hanno accompagnato il film di Paolo Franchi 'E la chiamano estate', Cervi dice: "Siamo rimasti molto dispiaciuti da queste reazioni, che mi sono sembrate molto maleducate, fuori luogo, per un film molto personale e intimo. Sbagliato? Piu' che sbagliato lo definirei coraggioso, un film che si e' messo a nudo e quindi puo' creare dei conflitti". Secondo Cervi "sono cose che non dovrebbero succedere anche quando un film non ti piace. In un altro Paese non sarebbe accaduto, e mi rattrista -conclude- che sia successo proprio nel mio".
FESTIVAL ROMA: OPERAI SU RED CARPET PER FILM SU LOTTA INNSE 'DELL'ARTE DELLA GUERRA' IN CONCORSO,DELEGAZIONI DA TUTTA ITALIA - Oggi sul red carpet del Festival del cinema di Roma, all'Auditorium Parco della Musica, hanno sfilato i 4 operai della Innse di Milano che nel 2009 dopo otto giorni a 20 metri di altezza su un carroponte ottennero la riapertura della fabbrica. Sono loro i protagonisti del documentario 'Dell'arte della guerra', di Silvia Luzi e Luca Bellino, in concorso nella sezione 'Prospettive Italia'. Ma c'erano anche le tute blu della Fiat di Melfi, gli impiegati del call center Almaviva di Roma e di Cinecitta' occupata e altre delegazioni in lotta da tutta Italia a scandire slogan come 'Giu' le mani dalle fabbriche'. 'Almaviva licenzia a Roma e assume al sud intascando soldi pubblici' e 'Senza il mondo dello spettacolo non c'e' cultura: no alla chiusura delle sale cinematografiche, no allo smantellamento di Cinecitta'' alcuni degli striscioni esposti durante la protesta-spettacolo.
CINEMA: MATTHEW MODINE, FESTIVAL ROMA TRA I PIU' IMPORTANTI AL MONDO 'IN QUESTO MOMENTO FONDAMENTALE MANTENERE TUTTE LE MANIFESTAZIONI POSSIBILI' - "Il Festival di Roma e' uno dei piu' importanti al mondo. In questo momento per il cinema e' importantissimo inventare e mantenere tutte le manifestazioni possibili". Lo ha detto all'Adnkronos l'attore e produttore americano Matthew Modine, presidente di giuria del 'Premio Opera Prima e Seconda' al Festival del Cinema di Roma, percorrendo il red carpet verso la cerimonia di chiusura della settima edizione della rassegna. Fare il giurato "e' stato fantastico -ha concluso l'attore- e' meraviglioso poterlo fare a Roma perche' e' una citta' che ho amato fin da bambino".
FESTIVAL ROMA:TORNATORE,TORNO A PROGETTO LENINGRADO OGGI DOCUMENTARIO SUL REGISTA, 1/1 THE BEST OFFER IN SALA (di Francesca Pierleoni) - A poco piu' di un mese dall'uscita nelle sale del suo nuovo film, The best offer con Geoffrey Rush, prevista per il 1 gennaio, Giuseppe Tornatore arriva al Festival di Roma per il documentario che gli hanno dedicato Luciano Barcaroli e Gerardo Panichi, 'Giuseppe Tornatore. Ogni film un'opera prima'. Un'ora e 40 in cui si ripercorre la sua carriera del regista siciliano, con anche molto materiale inedito, come la visita sul set di Fellini durante le riprese di Una pura formalita', molti super8 che Peppuccio ha girato da ragazzo e soprattutto una lunga conversazione con il cineasta, che parla anche dei progetti mai realizzati. Fra i tanti attori e collaboratori (come Tim Roth, Sergio Castellitto, Sergio Rubini) che parlano di Tornatore c'e' anche il protagonista dell'ultimo film, Geoffrey Rush, che si sofferma sul rigoroso modo di lavorare del cineasta: ''Ho imparato a studiare fino all'ultima virgola della sceneggiatura perche' la ricchezza del personaggio che Giuseppe vuole e' gia' tutta li''', spiega nel documentario. The best offer, che Tornatore aveva definito un ''thriller senza omicidi e una storia d'amore'' con sullo sfondo il mondo delle gallerie d'arte e di prestigiose vendite all'asta e' stato girato a Bolzano, Trieste, Vienna, Praga. ''Rispetto ad altri miei film ho potuto lavorare con molta piu' tranquillita', perche' tutti erano convinti stessi riprendendo invece, un progetto a cui penso da 12 anni, Leningrado. E' successo perche' il produttore interessato all'idea di realizzarlo, ha avuto la felice e l'infelice idea di parlarne. Ora stiamo lavorando con lui a una quadratura del cerchio per renderlo possibile, ci stiamo provando insieme, il condizionale e' d'obbligo. Dopo 12 anni, ho deciso di dire che lo faro' solo una volta che ho finito'' dice sorridendo del film-ossessione che per anni e' stato inseguito invano anche da Sergio Leone. Riguardo il documentario ''ho deciso fin dall'inizio di far accedere i due registi al mio archivio, ma non sono intervenuto affatto sul loro modo di realizzarlo, ho semplicemente risposto alle loro domande... tutte. Ho amato molto il loro stile, frantumando il racconto, lo hanno reso a piu' dimensioni. Poi mi e' piaciuta la loro serieta', hanno accumulato materiali per due anni, hanno fatto un lavoro pazzesco''.
FESTIVAL ROMA: E LA CHIAMANO ESTATE VERSO DUE PREMI - A poche ore dall'annuncio ufficiale dei vincitori della settima edizione del Festival di Roma sembra che E la chiamano estate, di Paolo Franchi, entrera' nel palmares con ben due premi, entrambi importanti. Secondo rumors avrebbe vinto il premio per la migliore regia e la sua protagonista, Isabella Ferrari, quella per la miglior interpretazione femminile. Va notato che se le previsioni fossero confermate verrebbe premiato uno dei lungometraggi in concorso tra i piu' contestati.
CINEMA: ARGENTIN (PD), CALO 30% BIGLIETTI SNATURA ORIGINE POPOLARE FESTIVAL - "Nessuno ha tifato per un flop ma e' certo che la nuova era della Festa del Cinema di Roma ha innanzitutto tradito l'origine popolare dell'evento con un calo di un terzo dei biglietti venduti". Lo afferma in una nota la deputata del Pd, Ileana Argentin. "Guardando, infatti, alla flessione delle vendite di circa un 30% in meno -aggiunge Argentin- non possiamo pensare che ai principali sponsor di questa nuova gestione, Alemanno e Polverini, non sia scattato un campanello d'allarme. E tutto cio' senza fare i conti con la Mostra di Venezia che quest'anno, cosi' come ha reso noto la stampa, ha avuto una flessione del 7,5% con meno film in programmazione di Roma. Numeri che fanno pensare", conclude la deputata del Pd.
FESTIVAL ROMA: NO CENSURA FB MA MESSAGGI INAPPROPRIATI - Il Festival di Roma replica alla domanda di un giornalista che aveva fatto intendere che sul sito Facebook della manifestazione ci fosse censura per i messaggi negativi legati a questa settima edizione con una nota in cui si dice che non e' stata operata alcuna censura ma piuttosto rimossi alcuni post giudicati inappropriati. ''In relazione alla domanda riguardante la gestione dei social network nel corso della conferenza stampa di chiusura del Festival Internazionale del Film di Roma - il Festival sottolinea - che la pagina Facebook e' stata aperta per scopi prioritariamente promozionali e informativi. Il profilo istituzionale del Festival impone la moderazione delle discussioni associate ai singoli post. La natura dei commenti e il linguaggio utilizzato in alcuni post - sottolinea il comunicato del Festival - sono stati giudicati inappropriati. Questo non significa che siano stati rimossi tutti i commenti negativi. E' sufficiente visitare il profilo del Festival e scorrere i diversi post per verificare come siano tuttora presenti commenti critici''.
FESTIVAL ROMA: PREMI COLLATERALI, VINCONO MARAZZI E 1942 TORTA A SORPRESA PER IL COMPLEANNO DI CLAUDIA PANDOLFI - Una torta di compleanno glassata di bianco e di rosso, a piu' piani, accompagnata da un 'Buon compleanno' cantato dalla platea della Sala Petrassi, per festeggiare Claudia Pandolfi, madrina della manifestazione, che oggi compie gli anni, e' stata fra le sorprese, della breve cerimonia dei premi collaterali al Festival di Roma. La Pandolfi, visibilmente sorpresa, si e' scherzosamente buttata in ginocchio e ha finto di immergere la faccia nel dolce, prima di lasciare il palco con il premio Lancia, appena ricevuto. Tra gli altri vincitori, annunciati da Giulia Bevilacqua e dal direttore del Festival Marco Muller, che e' anche servito da traduttore, per l'inglese e il cinese, due riconoscimenti sono andati all'epico 1942 di Feng Xiaogang: il PremiO A.I.C. per la fotografia e la Farfalla Agiscuola, entrambi ritirati dal direttore della fotografia Lu Ye. I Soliti Idioti e Checco Zalone sono saliti sul palco per consegnare i premi Taodue, quello Camera d'oro per il miglior regista emergente a Alina Marazzi per Tutto parla di te e quello per il produttore del film, Gianfilippo Pedote. La piu' lunga ovazione e' andata a Nino Baragli, maestro italiano del montaggio, che ha lavorato fra gli altri con Pasolini, Leone, Montaldo, Zampa. Il montatore ha ricevuto a sorpresa una targa dall'Amc (Associazione Italiana Montaggio Cinematografico e Televisivo), dopo aver a sua volta consegnato il premio dell'associazione per il montaggio, andato a Hughes Winborne e Fabienne Rawley per The Motel Life. Stringendo la mano di Allan Polsky, regista con il fratello Gabe del film, che ha ritirato il riconoscimento, Baragli gli ha detto: ''Il segreto per fare bene questo lavoro e' amarlo, come ho fatto io in tanti anni''. Inoltre a Paolo Sassanelli per Cosimo e Nicole e' andato il premio L.A.R.A. (Libera Associazione Rappresentanza di Artisti) per il miglior interprete italiano, mentre il Premio Enel Cuore al cinema sociale e' stato assegnato a El ojo del tiburon di Alejo Hoijman. La cerimonia si e' conclusa con un'altra sorpresa: il premio dell'associazione Sorridendo Onlus, che si dedica al tema della diversita' a 360 gradi, consegnato da Mary Calvi a Marco Muller ''per lo slancio che ha dato al cinema a livello nazionale e internazionale''.
FESTIVAL ROMA: GASSMAN, RACCONTO LE VITE AI MARGINI RAZZABASTARDA OPERA PRIMA. NEOREGISTA, A PAPA' SAREBBE PIACIUTO (di Francesca Pierleon i) - Raccontare ''una storia che mi ha molto coinvolto, su chi sta ai margini della societa', dove romeni,italiani, cinesi, sono tutti sulla stessa barca''. Cosi' Alessandro Gassman, spiega la scelta di debuttare alla regia con Razzabastarda, presentato nella sezione Prospettive Italia al Festival di Roma. Il film, che arrivera' in sala a febbraio 2013 distribuito da Moviemax, e' tratto da Cuba and his Teddy Bear, il dramma che di Reinaldo Povod, che l'attore e regista ha portato per tre anni nei teatri italiani con il titolo Roman e il suo cucciolo, per circa 300 repliche e 280mila spettatori. ''Questo e' un testo di cui ho sentito per la prima volta parlare nel 1984 perche' a Off Broadway l'ha rappresentato per sei settimane Robert De Niro. Essendo un suo grande fan ho voluto leggerlo, e mi ha profondamente colpito - spiega Gassman-. E' un testo che ha grandissimo cuore, per il modo in cui racconta un rapporto irrisolto trasformato per sentirlo piu' vicino, in un padre romeno. Le nostre periferie oggi, assomigliano molto a quelle di cui parla Povod''. In tre anni a teatro ''e' stato un viaggio meraviglioso, anche se gia' dall'inizio sentivo che il cinema sarebbe stato la dimensione giusta. Ho adattato la storia con Vittorio Moroni e dai sette personaggi dello spettacolo, siamo passati ai 40 nel film''. Nel progetto, aggiunge ''ho coinvolto molti degli attori che ho incontrato in questi anni, e li ringrazio tutti per il supporto, anche perche' hanno accettato un compenso minimo''. Protagonista e' Roman (Alessandro Gassman) un immigrato romeno che vive in Italia da 30 anni. Lui non e' riuscito ad andare oltre i giri dello spaccio di cocaina e la piccola delinquenza, ma per il figlio Nicu (Giovanni Anzaldo), che ha allevato senza mamma, Roman vuole un'esistenza diversa e migliore. Pero' l'ambiente in cui il ragazzo e' cresciuto, costringera' i personaggi a scelte drammatiche e definitive. Nel cast, fra gli altri, anche Manrico Gammarota, Matteo Taranto, Madalina Ghenea, Michele Placido, Sergio Meogrossi, Nadia Rinaldi. Gassman spiega che la sua prima regia e' andata 'liscia' al di la' delle aspettative: 'Il personaggio di Roman era gia' dentro di me in maniera viscerale, e dopo una settimana di riprese mi sono preoccupato, perche' veniva tutto naturale. Una bella sorpresa e' stata anche che il film finito e' molto vicino a come l'avevo pensato''. Fra le scelte nette c'e' stata quella del bianco e nero: ''L'avevo immaginato da subito cosi, anche perche' si ricollega a un film che ho molto amato L'odio di Kassovitz, di cui Razzabastarda e' un cugino alla lontana. Quelle periferie francesi erano molto vicine a quelle in Italia adesso''. A chi gli chiede se pensa suo padre avrebbe apprezzato questo debutto, il neoregista, risponde: ''Penso lo avrebbe amato perche' racconta una storia credibile ma non totalmente realistica, e avrebbe apprezzato molto soprattutto il lavoro dei miei attori''.
CINEMA: FESTIVAL DI ROMA, MENO PAGANTI MA CRESCONO GLI ACCREDITATI FERRARI, SFORZO RIPAGATO E CI SONO PRESUPPOSTI PER PROSSIME EDIZIONI - Meno 15% di incassi da biglietti (320mila euro) rispetto all'anno scorso (380mila). E' questa la foto della settima edizione del Festival scattata oggi nel convegno di chiusura della rassegna capitolina. "Un dato in linea con il calo del settore" dice il direttore generale di Fondazione Cinema per Roma Lamberto Mancini. Ma i numeri non finiscono qui: "Piu' 15% gli accreditati, giornalisti, fotografi e televisioni +17%, di cui +10% gli italiani e +50% gli internazionali, e il raddoppio degli accrediti culturali agli studenti universitari, passati da 700 a 1330", prosegue Mancini. 1.140 articoli sulla stampa (120 al giorno), 3.164 su web (300 al giorno), 345 lanci di agenzie, 50 servizi tv e radio al giorno, 852 articoli della stampa estera, e sul fronte social network +12% pagine visualizzate sul sito del festival e 22mila fan su Facebook. 70 i lungometraggi in cartellone, 15 medi e 63 corti, piu' 31 titoli delle retrospettive, per un totale di 178 film, con sul fronte proiezioni (94% in digitale), 75 anticipate stampa e 550 repliche. Un focus anche sul mercato, ovvero The Business Street: quasi 700 accreditati, con gli ospiti internazionali scesi da 350 a 300 rispetto all'anno scorso, i buyers da 260 a 190; 22 i convegni business, con 2mila partecipanti, 2 incontri col pubblico piu' 18 a CinemaXXI, seguiti da un totale di 3.500 persone. "Un festival pluralistico e contraddittorio anche nella risposta dei media" dice il direttore Marco Muller, mentre il presidente Paolo Ferrari parla di "risultati finali molto, molto positivi: sforzo ripagato, e ci sono i presupposti per le prossime edizioni, Roma merita un grande avvenimento".
MULLER, LA RASSEGNA RESTA A META' NOVEMBRE - Mancini respinge l'ipotesi di censura rispondendo al cronista che dice di aver ricevuto numerose mail da spettatori che non si sono visti pubblicare commenti negativi sulla pagina Facebook del Festival. "Non mi risulta, faro' una verifica", risponde Mancini. Tra i punti dolenti il forfait di numerose star annunciate a Roma: "E' una domanda da girare a produttori e venditori, anche a Venezia si diceva che mancavano le star, dunque, anche in festival piu' grandi e importanti del nostro", dice Muller, che blocca le date di Roma: "Questa piattaforma e' utile a meta' novembre, a meta' ottobre no, ci sono gia' troppi festival". E la quasi coincidenza tra Roma e Torino: "Torino dovrebbe anticipare a ottobre l'anno prossimo, siamo contenti abbiano accolto al nostra proposta dei primi di febbraio", risponde Muller a muso duro. Ma come vorrebbero alcuni rumors Muller resta o va? "Inizieremo il lavoro per la prossima edizione gia' il 19 novembre: giudicate voi, sarei matto a far salire l'immagine di questo festival per poi abbandonarlo". Gli si chiede dei tanti film italiani in cartellone, con sezione ad hoc (Prospettive Italia) e non solo: "Hanno avuto un grande pubblico, mi sembra una buona giustificazione". Da ultimo, il caso Quentin Tarantino, che Muller promise avrebbe calcato il palco dell'Auditorium con 'Django Unchained': "Aspettiamo notizie, Tarantino sta ancora montando: non raccontiamoci balle, lo si lascia finire, ha un grosso interesse a essere a Roma e festeggiare con noi".
FESTIVAL ROMA: MULLER SULLA DIFENSIVA, VADO AVANTI TANTE CIFRE, SOSPETTO CENSURA SU FB E IMBARAZZO PER TARANTINO (di Francesco Gallo) - Una conferenza stampa di chiusura della settima edizione del Festival di Roma nel segno delle cifre e con una certezza, Marco Muller, direttore artistico della manifestazione resta. Un incontro 'blindato' di cifre, molto sulla difensiva e con qualche imbarazzo come quando ha dovuto giustificare l'assenza di Quentin Tarantino e del suo film 'Django Unchained' di cui era stata annunciata una sorpresa. ''Ho un contratto di tre anni che intendo onorare. Se comincio un progetto di Festival lo porto avanti, sarei matto a mollare baracca e burattini''. Cosi' Muller replica alla domanda se e' vero che lascera' la manifestazione gia' dopo questa prima edizione da lui diretta. La conferenza stampa e' iniziata con tutta una serie di dati forniti dal direttore generale Lamberto Mancini). Intanto c'e' un -15% di incassi e in positivo un 15% in piu' di stampa accreditata. Mancini ha spiegato che e' un dato in linea con la crisi generale aggravato dal fatto che l'anno scorso c'era un lungo ponte che ha favorito la sesta edizione del Festival. Per quanto riguarda la copertura mediatica ci sono stati 1.140 articoli sulla stampa scritta e 3.100 sul web. E ancora 350 lanci di agenzia al giorno e 50 servizi di Tv e radio. Bene anche sulla stampa estera, 85 articoli al giorno. E su Facebook il festival ha avuto 22.000 fan e 378.000 contatti. Per quanto riguarda il mercato gli accreditati sono stati circa 7.00 tra cui 350 ospiti internazionali. Calati i buyers, da 270 a 190, mentre la cifra dei venditori e' rimasta inalterata: 90. Infine i biglietti venduti sono stati l'anno scorso 61.000 contro 47.000 di quest'anno a tutt'oggi. E gli incassi di 320.000 euro a oggi contro i 380.000 dell'anno scorso. Dopo questa lunga esposizione di dati che ha occupato gran parte della conferenza stampa, a parlare e' stato Muller, che ha confermato la date del Festival e per quanto riguarda le mancate star o le brevi apparizioni delle star - si e' parlato di Charlie Sheen, Bill Murray, Jude Law e Adrien Brody - Muller si e' difeso dicendo: ''e' una domanda che va rivolta a produttori e rivenditori. Anche nei miei anni veneziani accadeva la stessa cosa, che erano state anticipate delle star che poi hanno dato forfait''. Mentre sulla vicenda Tarantino e sulla promessa di una sua presenza nell'ambito del Festival, Muller replica con un certo imbarazzo: ''Aspettiamo anche noi la notizia. Siamo in attesa di sapere quando il film sara' pronto. Sappiamo che lo sta ancora montando e che comunque ha interesse a venire a Roma. Ma il giudizio di Muller resta nel segno positivo: ''Le star - dice - arriveranno''. Sul tappeto rosso molti degli ospiti di questa edizione ''hanno sentito l'abbraccio del pubblico romano e cosi' arriveranno le star. Intanto siamo stati invitati al Golden Globe, per la prima volta, una cosa importante che ci permette di avere i giusti contatti''. C'e' chi poi dice che ha avuto segnalazioni di censure delle critiche sul sito Facebook del festival, commenti negativi che non sarebbero stati pubblicati sul social network. A rispondere e' Mancini: ''Non ci risulta nulla. Siamo talmente lontani da questo da aver affidato ad uno specialista esterno la cura del Festival sul social network''. Presente all'incontro anche il presidente della Fondazione cinema per Roma Paolo Ferrari. Da lui inizialmente solo un breve saluto di ringraziamento a Muller e a tutta la squadra del Festival.
RomaFilm/ Dati del Festival: meno biglietti, più giovani e stampa Cresce presenza della stampa straniera ma diminuiscono i buyers - Nel giorno di chiusura i dati del primo Festival di Roma diretto da Marco Muller dimostrano un calo nella vendita dei biglietti e degli incassi (-15%), compensato da un aumento del 15% degli accrediti: rispetto all'anno scorso c'è stata una crescita del 17% di giornalisti e fotografi in generale, con un più 50% degli stranieri, mentre gli accrediti per studenti sono passati da 700 a 1300. A presentare i risultati del Festival di quest'anno è stato il direttore generale della Fondazione Cinema per Roma Lamberto Mancini, che ha sottolineato che quest'anno "il festival si è svolto in una settimana normale, mentre lo scorso anno si era svolto durante un lungo ponte festivo". Per Mancini la copertura mediatica è stata "eccellente": con 1140 articoli su stampa, 3164 su web, 345 lanci di agenzia, 50 servizi di tv e radio al giorno, e 852 articoli usciti sulla stampa straniera. Molto cresciuti visitatori del sito del Festival (+12% pagine visualizzate, con +34% di visitatori unici e + 74% di visitatori dall'estero), e un numero di 22mila fan su Facebook. Dai dati esposti da Mancini risulta che sono stati proiettati 178 film in tutto, di 29 nazionalità, ma sembrano leggermente calati i numeri legati al mercato. Gli accrediti sono rimasti invariati (700), ma c'è stata una diminuzione degli ospiti internazionali, una diminuzione dei buyers da 270 a 190, mentre il numero di venditori è rimasto invariato (90): "i buyers però sono diminuiti in tutti i mercati, e visto che nel Festival c'erano tutte anteprime mondiali, il Festival in toto è diventato un potenziale mercato" ha spiegato Mancini. Per quanto riguarda il personale coinvolto nel Festival di quest'anno, Mancini ha reso noto che sono state 472 le persone impiegate e 70 circa i volontari. 50 sono stati gli sponsor e 66 i partner. Alla sezione New Cinema Network hanno partecipato 280 professionisti del settore, di 30 Paesi, con 900 meetings in 3 giorni. 22 sono stati i convegni di business con 2000 partecipanti.
CINEMA: FESTIVAL DI ROMA, ECCO I VINCITORI DEL PREMI COLLATERALI MIGLIOR MONTAGGIO A WINBORNE E RAWLEY, PREMIO ALLA CARRIERA A NINO BARAGLI - Sono stati assegnati oggi, 17 novembre, i Premi Collaterali della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Il Premio Lancia 2012 - Eleganza in movimento e' andato a Claudia Pandolfi; il Premio 'Enel Cuore al cinema sociale' al film 'El ojo del tiburo'n' di Alejo Hoijman, mentre il Premio L.A.R.A. (Libera Associazione Rappresentanza di Artisti) al miglior interprete italiano a Paolo Sassanelli per 'Cosimo e Nicole'. Il Premio A.I.C. Award for the Best Cinematography e' stato assegnato a Lu Yue per '1942', mentre hanno vinto il Premio A.M.C. per il miglior montaggio Hughes Winborne e Fabienne Rawley per 'The Motel Life'. Il Premio alla carriera quest'anno se l'e' aggiudicato Nino Baragli; il Premio Farfalla d'oro Agis scuola e' andato alla pellicola '1942' di Feng Xiaogang. La Tao Due ha assegnato il Premio La camera d'oro 2012 per il miglior regista emergente e il miglior produttore rispettivamente ad Alina Marazzi per 'Tutto parla di te' e a Gianfilippo Pedote per 'Tutto parla di te'.
FESTIVAL ROMA: ALICE,A PULCE NON C'E' PREMIO SPECIALE BRASILIANO MY SWEET ORANGE TREE VINCE EDIZIONE SENZA OMBRA CRISI - My Sweet Orange Tree del brasiliano Marcos Bernstein vince la decima edizione di Alice nella Citta', la sezione parallela e autonoma, dedicata al cinema per ragazzi, del Festival di Roma che si conclude oggi. Il Premio Speciale della Giuria e' andato invece a Pulce non c'e' di Giuseppe Bonito, unico film italiano presente nel Concorso. La sezione, in controtendenza, stando ai dati, con il resto del festival, chiude con un bilancio piu' che positivo: 18.806 presenze, 3.000 in piu' della scorsa edizione, grazie al coinvolgimento di un pubblico molto numeroso e di piu' di 85 classi di scuole medie e superiori, e con la partecipazione di oltre 70 ospiti, italiani e internazionali. ''Pensiamo di confermare questa formula, che ci sembra quella giusta, anche il prossimo anno. Per Alice nella citta' era arrivato il momento di crescere'' spiega Fabia Bettini, direttore artistico della sezione con Gianluca Giannelli. ''E' stato un anno complesso ma anche affascinante per i risultati che abbiamo ottenuto, siamo molto soddisfatti per come e' andata'' aggiunge Giannelli.
FESTIVAL ROMA: DI SCENA LA REALTA' DI SCAMPIA IN TRE STORIE SI TRATTA CIRO, INTERDIZIONE PERPETUA E L'UOMO CON IL MEGAFONO - Al festival di Roma oggi e' anche il giorno di Scampia, tre film sulla complessa realta' della periferia nord di Napoli. Per l'occasione all'Auditorium nel pomeriggio attesi pullman con ragazzi e volontari delle associazioni che operano li'. A Prospettive Italia, saranno programmate tre opere prodotta da Figli del Bronx, con la collaborazione col Centro Territoriale Mammut, Comitato Vele Scampia, Comune di Napoli e in coproduzione con Minerva Pictures Group. Tre storie ambientate in uno dei territori urbani piu' complessi e difficili della periferia nord di Napoli, Scampia. Ed esattamente: il cortometraggio Ciro di Sergio Panariello e i documentari Interdizione perpetua di Gaetano Di Vaio e L'uomo con il megafono di Michelangelo Severgnini. 'Interdizione perpetua' parla della negazione dell'accesso, dell'impossibilita' di partecipare alla vita della societa'. Vite alla periferia di Napoli, Scampia, dove e' negato il diritto a un lavoro, a un reddito, alla sopravvivenza. 'L'uomo con il megafono' racconta sullo sfondo di una Napoli sull'orlo del baratro il ritratto di un piccolo don Chisciotte di periferia, l'ultimo soldato giapponese rimasto a lottare su quell'isola sperduta chiamata Vele di Scampia. O meglio, il ritratto di un moderno Masaniello, di un uomo che 'va di fretta' per salvare il suo popolo. Una vita in trincea da inquilino delle Vele per 30 anni, Vittorio Passeggio lotta quotidianamente per cambiare le politiche sociali e per tenere lontana la morsa della Camorra dalle periferie napoletane. Il corto 'Ciro', infine ha 14 anni. Vive a Scampia. Le sue giornate trascorrono tra la scuola, la salumeria nella quale lavora come garzone e il campo di calcio dove si allena. Nel quartiere non ha molti punti di riferimento se non il suo allenatore di calcio e Anna, sua amica di 18 anni che conosce sin da quando era piccolo. Nel quartiere vive anche Lello, un capozona che simboleggia la ricchezza e il successo, un mito agli occhi di Ciro, circondato da persone che lo ammirano e lo rispettano. Tuttavia, il mito e' destinato lentamente a crollare.
CINEMA: ESCE AL FESTIVAL DI ROMA 'RAZZABASTARDA' DIRETTO E INTERPRETATO DA ALESSANDRO GASSMAN - ''Il viaggio di 'Razzabastarda' nasce nel 1984 off Broadway. Robert De Niro legge Cuba and his 'Teddy Bear' del cubano Reinaldo Povod e lo mette in scena per 6 settimane, con grandissimo successo. Mi sono chiesto perche' un genio come lui l'avesse scelto, l'ho letto e l'ho portato a teatro, trasformando i cubani del Bronx anni '80 nei romeni di oggi, anche perche' quel Bronx assomiglia molto alle nostre periferie attuali''. Il successivo passaggio e' il cinema. 'Razzabastarda', scritto con Vittorio Moroni, diretto e interpretato da Alessandro Gassman e in cartellone alle Prospettive Italia del festival di Roma. Dopo 300 repliche e 280mila spettatori a teatro, Gassman ne ha fatto la sua opera prima, portando sul grande schermo i colleghi di palcoscenico, le maestranze conosciute in 30 anni di carriera e la storia di Roman (lui stesso), romeno in Italia da 30 anni, e il suo sogno, garantire un'esistenza migliore al figlio Nicu (Giovanni Anzaldo), che ha cresciuto senza madre. Nel cast anche Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Matteo Taranto, Madalina Ghenea e Michele Placido.
'MI SONO ISPIRATO ALL''ODIO' DI MATHIEU KASSOVITZ - ''La storia mi aveva molto commosso, il plot centrale e' anche qui sul rapporto padre-figlio, ma volevamo entrate in mondi non esplorati a teatro, parlare degli emarginati della nostra societa' e ho avuto liberta' totale di agire seguendo la mia immaginazione - ha dichiarato Alessandro Gassman- Vedere il film finito e scoprirlo molto simile a come l'avevo immaginato, e' il godimento piu' grande della mia trentennale carriera. E credo mio padre avrebbe amato questo film senza tanti orpelli, e' una storia credibile ma non totalmente realistica''. Musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, una canzone originale di Francesco Renga, Razzabastarda e' in bianco & nero, perche' ''immagino quel mondo senza colori e non elegante'', ha aggiunto dice Gassman. Qualcuno tira in ballo Pasolini, ma il neoregista ha spiegato ancora: ''Non ci avevo pensato, nel caso e' un onore. Io mi sono ispirato a 'L'odio' di Mathieu Kassovitz, che ho visto e rivisto, e al 'Larry Clark' di Kids e Ken Park''.

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