«Avete fatto bene a fare un festival qui, è uno spazio fantastico - ha detto il grande Pierre Byland - Nel mondo i teatri si somigliano un po' tutti, hanno le stesse tende, lo stesso palcoscenico, ti portano alla stessa routine; qui no, qui è tutto diverso e questo è molto interessante. È uno spazio bellissimo, c'è un livello superiore e questo aiuta il teatro».
I primi, attesi, appuntamenti all'insegna del grande teatro internazionale a cura di Globo Teatro Festival hanno centrato l'obiettivo di dare vita a un incrocio di linguaggi e creatività, raccogliendo consensi di pubblico e di critica. Ad aprire il festival è stato venerdì 29 agosto Peppe Voltarelli con “Il Monumento”, sabato 30 agosto lo spettacolo “Confusion” scritto dal grande Jacques Lecoq e Pierre Byland, con il maestro clown di fama mondiale Pierre Byland e Mareike Schnitker; domenica 31 “Omorfaskimi” con Nathalia Capo d’Istria e “La morte addosso” con Maria Milasi e Kristina Mravcova, regia di Americo Melchionda, scritto da Domenico Loddo e Maria Milasi.
I prossimi appuntamenti con il Globo Teatro Festival, festival internazionale di Teatro, nel Parco di Ecolandia, Arghillà a Reggio Calabria, sono per venerdì 5 settembre alle ore 21.00 con "La parola padre" per la regia di uno dei più grandi registi contemporanei: Gabriele Vacis. Sabato 6 settembre sarà la volta di "Cells" di e con Sláva Daubnerová ispirato ai diari di Louise Bourgeois e, subito dopo, alle ore 22.00, con "Un uomo in fallimento" di David Lescot per la regia di Francesco Bonomo. Anche il Teatro-bambini tornerà saba to 6 alle ore 19.00 con "Le avventure del giovane che si tramutò in statua", di e con Chiaraluce Fiorito. Alle 23.00 ci sarà la festa anni ’70 “Globo Last Dance of Summer”, Reading Beat Generation, riservata agli spettatori del festival.
Concluderà la sessione estiva del festival, domenica 7 settembre l'eccezionale performance di Bruce Myers ne "Il grande inquisitore", lo spettacolo con la regia di Peter Brooke. Appuntamenti di grandissima qualità con il grande teatro d'autore al Globo Teatro Festival, senza dimenticare che per completare la serata è possibile fermarsi anche a cenare nella terrazza del Forte Gullì. Una rivoluzione culturale, un'occasione importante da non perdere proprio a due passi dalla città, nel bellissimo contesto del Parco di Ecolandia di Arghillà.
Concluderà la sessione estiva del festival, domenica 7 settembre l'eccezionale performance di Bruce Myers ne "Il grande inquisitore", lo spettacolo con la regia di Peter Brooke. Appuntamenti di grandissima qualità con il grande teatro d'autore al Globo Teatro Festival, senza dimenticare che per completare la serata è possibile fermarsi anche a cenare nella terrazza del Forte Gullì. Una rivoluzione culturale, un'occasione importante da non perdere proprio a due passi dalla città, nel bellissimo contesto del Parco di Ecolandia di Arghillà.
Direzione artistica e organizzativa: Maria Milasi e Americo Melchionda
Il Globo Teatro Festival, festival internazionale di Teatro, è promosso dall’Associazione Pro-Pentedattilo onlus con il partenariato artistico ed esecutivo della compagnia teatrale Officine Jonike Arti di Reggio Calabria. Il progetto è cofinanziato dall’intervento"Creazione del Distretto culturale e relativa programmazione ed organizzazione di eventi di rilevanza nazionale ed internazionale" - PISU di Reggio Calabria – POR FESR Calabria 2007/2013 – Asse VIII - Linea di intervento 8.1.1.3 ".
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Dettaglio degli spettacoli:
VENERDÌ 5 SETTEMBRE ORE 21.00
Italia 70' - Prima regionale - Spettacolo in multilingua
LA PAROLA PADRE
drammaturgia e regia Gabriele Vacis
scenofonia e allestimento Roberto Tarasco; coordinamento artistico Salvatore Tramacerecon Irina Andreeva (Bulgaria), Alessandr a Crocco (Italia), Aleksandra Gronowska (Polonia), Anna Chiara Ingrosso (Italia), Maria Rosaria Ponzetta (Italia), Simona Spirovska (Macedonia)
assistente alla regia Carlo Durante; training Barbara Bonriposi; tecnico Mario Daniele; organizzazione e tournée Laura Scorrano
Italia 70' - Prima regionale - Spettacolo in multilingua
LA PAROLA PADRE
drammaturgia e regia Gabriele Vacis
scenofonia e allestimento Roberto Tarasco; coordinamento artistico Salvatore Tramacerecon Irina Andreeva (Bulgaria), Alessandr
assistente alla regia Carlo Durante; training Barbara Bonriposi; tecnico Mario Daniele; organizzazione e tournée Laura Scorrano
Sei ragazze. Sei giovani attrici selezionate durante un giro di seminari tenuti da Koreja nell’Europa centro orientale. Sei giovani donne si incontrano in uno dei tanti crocevia del presente. Quei non luoghi che frequentiamo senza vedere. Ola, Anna Chiara, Simona, Irina, Alessandra, Rosaria. Tre sono italiane, una è polacca, una è bulgara, una è macedone.
Tutte parlano più o meno inglese. Quali sentimenti coltivano sei ragazze di nazionalità diverse, che si parlano attraverso una lingua comune superficiale?
Hanno memorie comuni? Che storie possono raccontarsi e raccontare? E, soprattutto hanno una storia comune da raccontare? Immagini, danze, musiche e parole che frullano identità impossibili, mobili, fluide. Scintille di senso imprevedibili. Tutte hanno conti in sospeso con la loro patria, tutte hanno conti in sospeso con i loro padri.
Tutte parlano più o meno inglese. Quali sentimenti coltivano sei ragazze di nazionalità diverse, che si parlano attraverso una lingua comune superficiale?
Hanno memorie comuni? Che storie possono raccontarsi e raccontare? E, soprattutto hanno una storia comune da raccontare? Immagini, danze, musiche e parole che frullano identità impossibili, mobili, fluide. Scintille di senso imprevedibili. Tutte hanno conti in sospeso con la loro patria, tutte hanno conti in sospeso con i loro padri.
SABATO 6 SETTEMBRE ORE 21.00
Slovacchia 45' - Prima regionale - Spettacolo in slovacco sovratitolato in italiano
CELLS
scritto, diretto e interpretato da Sláva Daubnerová
frammenti di testo tratti dai diari e le note di Louise Bourgeois
visual Concept S. Daubnerová / E. Kudláč; drammaturgia di Eduard Kudláč; supporto tecnico Viliam Daubner
produzione P.A.T. piattaforma per il teatro contemporaneo
Slovacchia 45' - Prima regionale - Spettacolo in slovacco sovratitolato in italiano
CELLS
scritto, diretto e interpretato da Sláva Daubnerová
frammenti di testo tratti dai diari e le note di Louise Bourgeois
visual Concept S. Daubnerová / E. Kudláč; drammaturgia di Eduard Kudláč; supporto tecnico Viliam Daubner
produzione P.A.T. piattaforma per il teatro contemporaneo
"L'esistenza dei dolori non può essere negata. So che non posso fare nulla per eliminarli o sopprimerli. Non posso farli sparire, sono qui per rimanere".
(Louise Bourgeois, Cells, 1991)
(Louise Bourgeois, Cells, 1991)
La Performance Cely/Cells è ispirata all'omonima e celebre serie di installazioni scultoree di Louise Bourgeois (Parigi 1911- New York 2010), una delle più straordinarie rappresentanti d’arte visiva del 20 ° secolo. Cells di Louise Bourgeois è un’opera artistica creata negli anni '80: una serie di sei celle unite e separate da raggruppamenti di porte e finestre. Stanze delimitate da pareti - celle di acciaio da cui si affacciano porte e finestre di vetro, prigioni senza possibilità di fuga contenenti frammenti corporei, mobili, specchi e diversi oggetti della vita di tutti i giorni che si trasformano in documenti - reliquia. In Cells, Louise Bourgeois ricostruisce i ricordi dando loro una forma fisica. "Le sculture mi permettono di rivivere la paura, conferendo loro una forma fisica così da poterle affrontare. La paura diventa allora una realtà gestibile. Le sculture mi permettono di rivivere il passato, per vederlo in maniera imparziale e in proporzioni realistiche" (Louise Bourgeois).
L’ampio lavoro dell’artista Louise Bourgeois ed i suoi numerosi commenti scritti e orali (note , lettere, articoli, recensioni, poesie visive, interviste, dispense) e in particolare i suoi diari (scritti, disegnati, registrati), sono la fonte di ispirazione e di ricerca dello spettacolo. Eppure, la performance Cells non vuole essere una biografia d’artista.
È la storia di un "modello" di donna che decodifica il dolore. "Le Celle (Cells) rappresentano diversi tipi di dolore: fisico, emotivo e psicologico, il dolore mentale e intellettuale" (Luise Bourgeois) . Principio chiave dell’idea che sta alla base dello spettacolo è quello di immaginare una cella come un campo isolato, dove si svolgono storie intime. Attraverso un approccio distruttivo / ricostruttivo i traumi vengono scomposti in frammenti risolvibili e successivamente ricostruiti per consentirne il loro riconoscimento e il loro superamento.
L’ampio lavoro dell’artista Louise Bourgeois ed i suoi numerosi commenti scritti e orali (note , lettere, articoli, recensioni, poesie visive, interviste, dispense) e in particolare i suoi diari (scritti, disegnati, registrati), sono la fonte di ispirazione e di ricerca dello spettacolo. Eppure, la performance Cells non vuole essere una biografia d’artista.
È la storia di un "modello" di donna che decodifica il dolore. "Le Celle (Cells) rappresentano diversi tipi di dolore: fisico, emotivo e psicologico, il dolore mentale e intellettuale" (Luise Bourgeois) . Principio chiave dell’idea che sta alla base dello spettacolo è quello di immaginare una cella come un campo isolato, dove si svolgono storie intime. Attraverso un approccio distruttivo / ricostruttivo i traumi vengono scomposti in frammenti risolvibili e successivamente ricostruiti per consentirne il loro riconoscimento e il loro superamento.
SABATO 6 SETTEMBRE ORE 22.00
Grecia - Prima nazionale - Spettacolo in greco sovratitolato in italiano
UN UOMO IN FALLIMENTO (ΆΝΘΡΩΠΟΣ ΥΠΌ ΧΡΕΩΚΟΠΊΑ)
di David Lescot
adattamento Francesco Bonomo e Efthimis Kaltsounas
regia Francesco Bonomo
scene e costumi Katerina Liakou; movimento Marianthi Psomataki; con Chris Tantalakis, Spiridon Xenos, Dimitra Charitopoulou; produzione italiana Progetti Carpe Diem/La Casa delle Storie
in collaborazione con Istituto Francese di Cultura di Salonicco, Istituto Italiano di Cultura di Salonicco et Atene; con il sostegno di Teatro Nazionale della Grecia del Nord, Consolato Generale di Francia a Salonicco
con il patrocinio dell'Ambasciata di Grecia a Roma
Grecia - Prima nazionale - Spettacolo in greco sovratitolato in italiano
UN UOMO IN FALLIMENTO (ΆΝΘΡΩΠΟΣ ΥΠΌ ΧΡΕΩΚΟΠΊΑ)
di David Lescot
adattamento Francesco Bonomo e Efthimis Kaltsounas
regia Francesco Bonomo
scene e costumi Katerina Liakou; movimento Marianthi Psomataki; con Chris Tantalakis, Spiridon Xenos, Dimitra Charitopoulou; produzione italiana Progetti Carpe Diem/La Casa delle Storie
in collaborazione con Istituto Francese di Cultura di Salonicco, Istituto Italiano di Cultura di Salonicco et Atene; con il sostegno di Teatro Nazionale della Grecia del Nord, Consolato Generale di Francia a Salonicco
con il patrocinio dell'Ambasciata di Grecia a Roma
Un gruppo di artisti provenienti dalla Grecia e dall'Italia si è confrontato liberamente sui tratti che accomunano l’orizzonte artistico-culturale di questi due Paesi europei e sulla condizione socio-economica che li attraversa. Il collettivo, convinto di dar voce alle riflessioni emerse, ha focalizzato il proprio impegno creativo nella messa in scena di "Un Uomo in Fallimento" di David Lescot. "Un Uomo in fallimento" è una storia che fa dell’indagine interiore il suo focus, trascendendo in qualche modo i vincoli spazio-temporali e che contemporaneamente contestualizza perfettamente ciò che accade in un preciso "tempo" sociale: il nostro. Il testo è ispirato ad una legge francese simile a quella di altri paesi europei che permette a chiunque abbia dei debiti, di vendere quanto in suo possesso per estinguerli completamente. L’Uomo in fallimento raccontato da Lescot perde tutto quello che ha in una lenta e inesorabile spoliazione dei suoi beni materiali, preparandosi ad una seconda possibilità di esistenza. All’Uomo, ormai abbandonato a se stesso, non rimane che la compagnia del Mandatario Liquidatore che come una sorta di deus ex machina o una guida spirituale post-moderna di ispirazione francescana cercherà a modo suo di spronare il protagonista a rinascere. Il lavoro di Lescot si ispira anche al romanzo di fantascienza "The Shrinking Man" (L’uomo che rimpicciolisce) di Richard Matheson, da cui è stato poi tratto l’omonimo film. All’inizio della vicenda l’Uomo e la sua Donna vivono la fase dello sfaldamento della coppia in cui avviene la spartizione dei beni materiali conservati e accumulati sotto il tetto coniugale. La Donna decide di portare con se’ solo i libri e l’Uomo ne pretende uno in ricordo di lei. "The Shrinkig Man" diventa una sorta di bibbia, di guida morale del protagonista che troverà la forza necessaria per affrontare il suo dramma soltanto attraverso le parole del volumetto, giungendo a trasformarsi lentamente nello Shrink, nell’uomo che rimpicciolisce appunto, riducendo il suo spazio vitale al limite e rinunciando volontariamente anche a quel poco che gli era rimasto, che era riuscito a sfuggire all’opera di "pulizia" del liquidatore. L'immagine microscopica di un uomo che cerca di raggiungere la porta del frigorifero in uno sforzo sovrumano, sintetizza simbolicamente tutti i problemi di oggi, i prepotenti istinti al consumo di una società disumanizzata. "Se costasse così tanto a chiunque l’aprire la porta del proprio frigorifero, non c’è dubbio che la si aprirebbe meno spesso, si può dire quasi mai, o a rigore in casi di estrema necessità. Che duro colpo per il consumismo! Che scacco per tutta l’economia!"… "Ed ecco come lo Shrink, uomo di due centimetri, inverte da solo l’orientamento dominante del mercato, e mette in pericolo la spirale produttivistica, che , come tutti sanno, conduce il mondo alla rovina". L’opera sembra rappresentare la connessione tra la coscienza dell'esistenza e la proprietà, il potenziale ritorno dell'uomo a se stesso per mezzo della rigenerazione dei principi fondanti di realizzazione, successo e felicità. Il protagonista che rimpicciolisce di tre millimetri al giorno, in una sorta di zoom out di ispirazione fantascientifica, in un’atmosfera cinematografica, permette a nostro avviso una messa in scena surreale. L’uomo evoca un mondo reale nel quale egli agisce, un mondo non realistico che possiamo immaginare rappresentato da diverse forme espressive come la coreutica o l’audiovisivo.
Francesco Bonomo
Francesco Bonomo
DOMENICA 7 SETTEMBRE ORE 21.00
Francia/Inghilterra 50’ - Prima regionale - Spettacolo in inglese sovratitolato in italiano
IL GRANDE INQUISITORE
tratto da "I Fratelli Karamazov" di Dostoevskij
adattato da Marie Hélène Estienne
diretto da Peter Brook
luci Philippe Vialatte; con Bruce Myers; assistente Ivanka Polchenko
Francia/Inghilterra 50’ - Prima regionale - Spettacolo in inglese sovratitolato in italiano
IL GRANDE INQUISITORE
tratto da "I Fratelli Karamazov" di Dostoevskij
adattato da Marie Hélène Estienne
diretto da Peter Brook
luci Philippe Vialatte; con Bruce Myers; assistente Ivanka Polchenko
L'azione si svolge in Spagna, a Siviglia, durante il periodo più buio dell’ Inquisizione, quando ogni giorno venivano accesi roghi e in autodafé gli eretici venivano bruciati.
Cristo torna tra gli uomini …
"… e in quel momento, il cardinale Grande Inquisitore attraversa la piazza. E’ un uomo vecchio, quasi novantenne, il viso avvizzito, gli occhi infossati accesi di una luce sinistra. Lo indica con un dito, ordinando alle guardie di prenderLo. Le guardie lo catturano e in un silenzio mortale lo portano via. E allora , la folla si inginocchia davanti al Grande Inquisitore, che la benedice senza dire una parola e continua per la sua strada. Il prigioniero è condotto nell’oscuro palazzo del Sant'Uffizio e chiuso in una stretta cella a volta…"
Cristo torna tra gli uomini …
"… e in quel momento, il cardinale Grande Inquisitore attraversa la piazza. E’ un uomo vecchio, quasi novantenne, il viso avvizzito, gli occhi infossati accesi di una luce sinistra. Lo indica con un dito, ordinando alle guardie di prenderLo. Le guardie lo catturano e in un silenzio mortale lo portano via. E allora , la folla si inginocchia davanti al Grande Inquisitore, che la benedice senza dire una parola e continua per la sua strada. Il prigioniero è condotto nell’oscuro palazzo del Sant'Uffizio e chiuso in una stretta cella a volta…"
Da " Il Grande Inquisitore" tratto da "I Fratelli Karamazov" di Dostoevskij la straordinaria interpretazione di Bruce Myers, rivisita in forma di reading lo spettacolo che dal 2007 è in tour nei maggiori teatri del mondo
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