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Matteo Renzi, il rottamatore, nuovo premier si presenta, sindaco di Firenze, sposato, tre figli, segretario nazionale del PD

Ci siamo battuti da anni affinchè, nella nomina dei ministri si tenesse conto della classe politica calabrese, ma nessuno ci prese mai in considerazione. Ma figurati se Matteo Renzi abbia il tempo materiale per leggere i nostri strafalcioni!Non pretendiamo tanto. Facciamoci il film e diamo per scontato, che ciò sia avvenuto veramente! Tanto, sono anni che ci battiamo affinchè un Papa, nomini un cardinale calabrese. Ma figurati se il pontefice Francesco, se ne curi di Mnews.it. Ma quando mai!?!?!?
MARIA CARMELA LANZETTA, EX SINDACO DI MONASTERACE (RC), UN MINISTRO CALABRESE, TANTO TUONÓ CHE PIOVVE! MA ADDIRITTURA DUE CON MARIANNA MADIA DI PETILIA POLICASTRO…TROPPA GRAZIA SANT’ANTONIO
Domenico Salvatore
Sogno o son desto, direbbe Massimo Ranieri. Assolutamente  r  i  v  o  l  u  z  i  o  n  a  r  i  o. Ci verrebbe  voglia di dire…incredibile ma vero! Niente più parrucconi, sgobboni, occhialoni. Questa è l’ora dei ventenni, trentenni, quarantenni. C’è sempre una prima volta in tutte le cose.Sottosegretari e viceministri calabresi, a iosa. Ministri col contagocce, se vada bene. Il più delle volte in bianco. Grazie signor Presidente del Consiglio. Grazie signor sindaco di Firenze. Grazie Matteo Renzi. Grazie dottoressa Maria Carmela Lanzetta. Siamo stati facili profeti, quando sotto gli alberi di Piazza Italia, in occasione dell’intervista che rilasciò al nostro giornalista Luigi Palamara, a margine della serata di “Tabula Rasa”, nel pièd à terre, “sibilammo” distrattamente, un lapsus freudiano …”Buona sera signor Ministro e lei ci corresse garbatamente…”Signor sindaco o signora sindaco casomai”. Ma non abbiamo né rivendichiamo alcun merito o pronostico, per carità. Siamo contenti e soddisfatti o rimborsati. Per noi, per lei, per i Calabresi, per gl’Italiani. Otto donne in tutto. Una è calabrese. Basta e ne avanza. Sarà contento anche il direttore di Strill.it, Giusva Branca che riuscì a portare in riva allo Stretto, tre donne sindaco. Felice intuizione la sua. Gli ri-porgiamo i nostri complimenti. Coincidenza, casualità, combinazione. Vorremmo che accadesse di nuovo con un cardinale calabrese, nominato da papa Francesco Bergoglio. Lo merita la Chiesa reggina, dove duemila anni fa, sbarcò l’apostolo Paolo, appena folgorato sulla via di Damasco e proveniente da Oriente. 

Le rese omaggio, a dire il vero, Karol Wojtyla, appena uscito dal conclave. Maria Carmela Lanzetta, la farmacista più perseguitata d’Italia. Presa di mira dalla ‘ndrangheta, che le procurò ingentissimi danni morali e materiali. Ma al tempo stesso involontariamente, anche una tale pubblicità funzionale, a livello nazionale, da smuovere la Nomenklatura di via delle Botteghe Oscure; giunta in pellegrinaggio sulla rive dell’antica Kaulon; nel tempio greco (dorico); a Punta Stilo. Da sindaco-coraggio a Ministro della Repubblica. Troppa grazia Sant’Antonio. Un desiderio, espresso al Genio della Lampada di Aladino.La squadra di Renzi, premier più giovane della storia d'Italia
Età media 47 anni, Boschi la più giovane, Padoan il più anziano:Delrio, il primo sindaco Reggio senza tessera Pci
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    Franceschini, alla cultura il politico romanziere
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    Alfano II al Viminale, ora leader e non delfino
    Padoan,l'economista che piace in Ue
    Orlando, torna un politico alla Giustizia
    Federica Guidi, una industriale allo Sviluppo
    Ai Trasporti resta Lupi, Alitalia primo dossier
All'Agricoltura arriva Martina, ministro dell'Expo
    Stefania Giannini, ancora un rettore all'Istruzione
    Lanzetta, l'ex sindaco antindrangheta alle Regioni
    Galletti, dall'istruzione a titolare dell'ambiente
    Giuliano Poletti,da coop a sfide lavoro e welfare
La squadra di Renzi, premier più giovane della storia d'Italia. Il governo Renzi, premier più giovane della storia d'Italia, e' composto da 16 ministri di cui la metà sono donne. Sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio. 

L'età media del neonato governo Renzi, fonte Ansa, è di 47 anni e mezzo. L'esecutivo guidato dal segretario del Pd batte sia il governo di Enrico Letta, che aveva un'età media di 53 anni, sia il governo di Mario Monti, i cui componenti avevano in media 64 anni. E' Maria Elena Boschi il ministro più giovane del governo Renzi, Pier Carlo Padoan il più anziano. Boschi ha compiuto 33 anni il 24 gennaio e batte di poco la collega Marianna Madia, che ha compiuto 33 anni il 5 settembre dello scorso anno. In consiglio dei ministri siederanno anche altri due trentenni: Maurizio Martina (35 anni) e il premier Matteo Renzi (39 anni). Il ministro più anziano è il titolare dell'Economia, Pier Carlo Padoan, classe 1949. Nell'esecutivo c'è un solo altro over sessanta: Giuliano Poletti, classe 1951.Ecco la lista dei ministri del nuovo Esecutivo:Economia: Pier Carlo Padoan; Interno: Angelino Alfano (Ncd); Affari esteri: Federica Mogherini (Pd); Giustizia - Andrea Orlando (Pd); Difesa - Roberta Pinotti (Pd); Sviluppo economico - Federica Guidi; Infrastrutture e trasporti - Maurizio Lupi (Ncd); Salute: Beatrice Lorenzin (Ncd);  Politiche agricole:  Maurizio Martina (Pd); Ambiente:  Gianluca Galletti (Udc); Lavoro e politiche sociali: Giuliano Poletti; Istruzione, università e ricerca: Stefania Giannini (Sc); Beni e attività culturali: Dario Franceschini (Pd); Riforme e rapporti col Parlamento: Maria Elena Boschi (Pd); Semplificazione e P.a. - Marianna Madia (Pd); Affari regionali - Maria Carmela Lanzetta (Pd). Dopo l’espletamento delle formalità previste dal protocollo, compreso il giuramento, Matteo Renzi & company, dovranno rimboccarsi le maniche e tuffarsi nell’agone. 

Gl’Italiani sono in trepidante attesa. Tanti i nodi da sciogliere. Primus inter pares, il lavoro. L’ex sindaco di Firenze ha assunto delle responsabilità di fronte all’opinione pubblica. Anche gli altri Governo avevano promesso mari e monti, ma la disoccupazione, non solo non è diminuita…Il secondo ministro calabrese si chiama Marianna Madia, originaria di Petilia Policastro. Melius abundare quam deficere. Si vede che il premier Renzi, abbia capito i bisogni e le necessità della Calabria. In vista della festa delle mimose, se non delle donne, l’8 marzo è dietro l’angolo, i movimenti femministi della Calabria e non solo, non potevano avere migliore sponsor. Fine dei sogni maschilisti di avere una donna sguattera, da spupazzare a piacimento? La donna, non più soprammobile, juke box, schiavizzata, asservita, appiattita, spiaccicata, annichilita; buona solo per fare i figli; per pulire la casa; rammendare, cucinare, rifare il letto, lavare i panni, il pavimento, i vetri, i piatti; crescere i bambini, assisterli al capezzale quando sono malati, portarli all’asilo ed alle elementari; piangere i morti, pagare una Santa Messa e portare i fiori sulla tomba, pulirla almeno una volta il mese ecc. Cosa fatta, capo ha. Ma non vi aspettate amici lettori che tutti si scappellino di fronte al nuovo Primo Ministro & soci. Dapprima gli daranno lo zuccherino, oppure lo guarderanno con diffidenza e sospetto, ma poi passeranno dall’osanna al crucifige e gli daranno la croce addosso, colpevolizzandolo e trasferendo sul suo groppone i mali, i danni ed i guasti, se non la causa principale del Paese; che già furono caricati sui precedenti premiers. Già lo definiscono il “Letta bis o “2, la vendetta”. 

Dopo l’estate lo metteranno nel tritacarne e si trascinerà verso la primavera, quando si tornerà alle urne per scadenza naturale del mandato. Altro giro, altra corsa. Nuove elezioni e nuovo Governo. I bisogni e le necessità del popolo che soffre, della gente che non ha di che campare e tira a sopravvivere, se non a campare.  Una cosa ha convinto, che gli abbia spianato la strada verso Palazzo Chigi. Ha detto, in tutte le salse, proprio sotto i nostri occhi ed orecchi, se non sotto le nostre telecamere, anche a Reggio Calabria, che avrebbe rottamato i matusalemme ed i dinosauri della politica e della Nomeklatura di Via della Botteghe Oscure. Ancora è troppo presto per sapere con certezza, se abbia smantellato o meno i giganti della conservazione reazionaria. L’apparato organizzativo, politico ed amministrativo, come tutti sanno è ben radicato nel costume e nella mentalità. Servono intere generazioni, per scalfirlo. Matteo Renzi, sussurra l’Ansa, scioglie la riserva e, con una certa irritualità rispetto al protocollo, annuncia via Twitter l'imminente nascita del suo governo: "Arrivo, arrivo, la volta buona", "cinguetta" poco prima del termine del colloquio di due ore e mezzo con Giorgio Napolitano al Quirinale. Il Renzi One - sedici ministri, otto donne - giurerà oggi alle 11,30 e il premier si premura di spiegare che il suo è un governo per le riforme e di legislatura, con l'obiettivo di "fare cose fin da domani" e "fino al 2018".Dunque, "dovendo fare un governo di 4 anni, l'aver impegnato due ore e mezzo e' un tempo di messa a punto ben investito". 

Napolitano non può che "condividere profondamente" l'idea di "tempi brevi" per le riforme e di un esecutivo di legislatura. ("la mano sul fuoco in Italia non la possiamo mettere, speriamo che tutto vada per il meglio", si cautela però). E il Capo dello Stato frena gli autori di retroscena a tinte forti: "il mio braccio non e' stato sottoposto ne' l'altro ieri ne' oggi a nessuna prova di ferro". Dunque oggi per Renzi il giuramento ed il primo consiglio dei ministri (con il passaggio delle consegne con Enrico Letta, al quale sia Renzi che Napolitano esprimono gratitudine e stima), lunedì il discorso programmatico del nuovo governo al Senato e la fiducia, Martedi la fiducia alla Camera. ''Nessun braccio di ferro'', ha spiegato Giorgio Napolitano al termine della maratona prendendo un pò in giro i ''retroscenisti a tinte forti''. I suoi collaboratori lo descrivono sereno dei consigli dati e soddisfatto della squadra formata dal sindaco di Firenze al quale ieri il Quirinale ha dato un ''endorsment'' pieno e senza riserve. Ciò non toglie che la quadratura del cerchio sia stata complessa e frutto della mediazione tra l'esperienza del Colle e l'intuito del premier incaricato. Un mix che sembra funzionare, almeno a sentire le dichiarazioni concilianti sia di Renzi che di Napolitano dopo l'ufficializzazione dei 16 nuovi ministri di quello che è il governo più giovane della storia della repubblica. Il siluramento di Emma Bonino agli Esteri è stato il nodo di queste ultime ore: Napolitano, si è appreso, non ha mancato di rappresentare a Renzi tutte le sue perplessità su questa scelta. 

Non per l'ottimo profilo della Mogherini, ma il capo dello Stato riteneva che in un momento non semplice nelle relazioni internazionali si potesse mantenere la vecchia architettura. Ma Renzi ha spiegato che aveva bisogno di mandare un messaggio di forte novità anche all'estero e che sarebbe bastata la ''consistenza'' di Padoan a rassicurare le cancelliere europee della voglia dell'Italia di tenere a bada i conti pubblici. Tiene banco il duello fra Renzi e Grillo ed appassiona come una telenovela…Giusto il tempo per 'annusarsi' un po', col presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi, che sveste i panni del rottamatore per indossare quelli dell'ospite dall'aplomb incrollabile, e poi scatta il finimondo. Beppe Grillo, infatti, non ci pensa nemmeno a far parlare il premier in pectore e lo mette alle corde con una mitragliata di dichiarazioni sprezzanti: "Sono venuto a dimostrarti nostra totale indignazione per quello che rappresenti: noi siamo coerenti tu non sei credibile", attacca il leader pentastellato in apertura d'incontro. Poi l'affondo."Sono qui per esprimere la nostra totale indignazione a quello che tu rappresenti, non ci interessi, rappresenti De Benedetti e gli industriali, fai il giovane ma non lo sei". 

Matteo Renzi, dal canto suo, ha cercato di resistere al fiume in piena dell'ex comico - "Ti do tre minuti, non abbiamo tempo per te, non abbiamo tempo da perdere" - e quando ha potuto gli ha risposto a tono: "Questo non è il trailer del tuo show, non so se sei in difficoltà sulla prevendita, se vuoi ti aiuto, ma il tuo popolo ti ha chiesto di incontrarmi... Ma tu non sei mai stato democratico". Una provocazione alla quale Grillo ha abbozzato con una risata ma che deve aver colto il segno, visto che da lì in poi l'ormai ex sindaco di Firenze non è più riuscito a spiccicare parola. Quindi, a un certo punto, Renzi ha un perso le staffe e ha interrotto il monologo del leader del Movimento"Qui dobbiamo occuparci dei problemi della gente. Beppe, esci da questo blog!"Grillo a questo punto si è alzato e ha chiuso le "consultazioni". Poi, davanti ai giornalisti, ha ripreso il filo delle invettive. Renzi, poco dopo, ha affidato a Twitter le sue impressioni:Mi spiace tanto per chi ha votato 5 Stelle. Meritate di più, amici. Ma vi prometto che cambieremo l'Italia, anche per voi. 

Domenico Salvatore

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